Regola ormai consolidata: quando la Todde è in difficoltà, la spara grossa; viceversa, quando i camerati di FDI pensano di poterla attaccare con certezza di vittoria (l’incertezza li trattiene, perché non sono proprio dei cuor di leone), fanno sempre un errore di misura.
Il maestro è stato Berlusconi: se lo beccavano con una nuova compagna (o, al plurale, con una nuova compagnia) lui diceva, che so io, che si era convinto che Hitler avesse bisogno di affetto. Tutti a commentare la stupidaggine e nessuno a stare sulla notizia vera.
Mi dicono che sia una tipica strategia comunicativa dei momenti di crisi. La Todde, se fa un errore, è capacissima di dire che la Sardegna è la mitica atlandide e che sotto ogni pala eolica si cela un tempio, pur di far parlare di Atlandide e non del suo errore.
Però, però, i camerati che la attaccano per una bugia veniale, commettono l’errore mortale di provare a nascondere, col petto in fuori e il megafono in mano, le loro colpe. In questa gara menzognera tra settari, a me si complicano i rapporti con i gemelli penduli (il cugino mediano non fa politica, lui ha un solo obiettivo in testa).
Ieri il Governo ha comunicato alla Regione che non avrebbe dato un euro per la siccità, adducendo a motivo del diniego un errore di procedura della Regione Sarda.
La Todde ha gridato al gomplotto governativo contro la misera e sempre negletta Sardegna.
In perfetto stile sardo-italico-zerbinante, tutti i consiglieri di Fratelli d’Italia (A noi!) hanno attaccato la Giunta, segnalandone gli errori in rosso, ma badando attentamente a non calpestare le merdacce burocratiche governative che (ahi noi!) ci sono tutte.
La norma che ha portato al diniego (cioè che il Fondo di solidarietà nazionale prevede interventi compensativi esclusivamente per le cosiddette produzioni non assicurabili, cioè non per danni da siccità e alluvioni) esiste almeno da 10 anni, ma è stata sempre bellamente ignorata da tutti (Governi e Regioni per primi).
Inoltre, proprio quest’anno, per la Sicilia è stato stipulato un accordo in deroga grazie al quale i Siculi hanno inserito negli indennizzi coperti dal Fondo anche le produzioni assicurabili per i danni da siccità 2024.
Camerati, camerati, siete sardi o caporali? State facendo come Berlusconi? Ma almeno lui diceva balle quando faceva qualcosa, voi le dite senza far nulla.
La novità è che, da quest’anno, i camerati hanno “lanciato” la società del Ministero dell’agricoltura per assicurare le colture a costi agevolati e quindi sono diventati rigidi nell’applicazione della norma di cui sopra sul Fondo di solidarietà nazionale.
Rigidi con la Sardegna, ma in deroga con la Sicilia.
Bravi, camerati, bravi.
A chi? A voi, ma solo a voi, però, solo, solo a voi.
Il principio dell’assicurazione è certamente giustissimo, ma l’applicazione mi sembra un po’ ad mentulam, nel senso della minchia cuginastra di cui sopra.
Poi è anche vero che Assessore e assessorato si sono dimostrati penduli nel gestire queste situazioni: come capita di questi tempi qualcosa di intangibile (pigrizia? superficialità? oscillazione ipnotica?) hanno forse impedito di leggere le carte ministeriali e di sollevare (ohi, che fatica!) il telefono, per discutere (ma lo sanno fare?) con il Ministero i possibili interventi o le possibili deroghe.
Insomma tra Lollo e Lallo (Satta), per affrontare i problemi agricoli, non siamo messi bene. E l’oscillazione continua.