22 luglio 1937: Carlo Rosselli, ignaro che da lì a venti giorni sarebbe stato pestato a morte, insieme al fratello, da sicari fascisti, commemora Gramsci, morto il 27 aprile di quell’anno, e lo paragona a Mussolini:
“L’uno [Mussolini] esteriore, turbolento, improvvisatore, inventore, avventuriero, traditore dell’idea della sua stessa giovinezza, trionfante sulle pubbliche piazze, circondato da un esercito di poliziotti che lo proteggono dal furore d’un popolo. (…) Per [lui] non c’è nulla al di là del successo; non conta che la forza. Tutte le vie sono buone pur di giungere al sommo del potere, pur di dominare. Le idee, i principi, gli uomini non sono che elementi necessari per affermare il proprio “io”, strumenti delal carriera individuale”.
L’altro [Gramsci], intimo, riservato, razionale, severo, nemico dei sensitivi e delle cose facili, fedele alla classe operaia nella buona come nella cattiva sorte, agonizzante in una cella, con tutto un esercito di poliziotti che cercano di sottrarlo al ricordo e all’amore di un popolo. (…) Per [lui] conta solo la coerenza e la fedeltà a un ideale, a una causa che vive di se stessa, indipendentemente da ogni carriera e da ogni interesse personale: tutto in lui è ispirato da questo distacco che è precisamente degli esseri superiori nei quali il sociale prevale sull’individuale, l’altruismo e l’umano sull’egoismo e il bestiale”.
Sono due ritratti vergati con l’accetta, a istrale, come si dice in sardo, alla grossa, eppure definiscono due modi di stare in politica. Può darsi che mi sbagli, ma ho la sensazione che L’Unione Sarda con la Pratobello 2024 e la presidente Todde stiano entrambi nel perimetro del primo ritratto. Non c’è niente di autentico in alcuno dei due. La Pratobello 2024 non è una legge contro l’eolico (anzi, rispetto a questo obiettivo è scritta malissimo, cioè in modo tale da essere certamente impugnata dal governo), è un pretesto per contarsi su un equivoco disegno di potere (di potere, non di governo); il disegno di legge della Todde sulle aree idonee è una legge con un cassetto nascosto, quello del negoziato tra la Giunta e le Grandi imprese del vento: la provenienza culturale dal mondo delle società dell’energia del presidente in carica si vede e si sente da lontano. Entrambi giocano e hanno giocato con la piazza, la sollecitano, la vellicano, ne vogliono conquistare il plauso. In gioco non c’è la politica energetica della Sardegna, ma solo l’ennesima contesa sul potere. Tutto è pretestuoso e mascherato.
Nella vita di ciascun uomo politico c’è sempre e soltanto un bivio: verità o inganno, comprensione o persuasione. Bisogna scegliere se affidare il senso delle proprie azioni al successo (e quindi a sentirsi senza senso se si perde) o alla verità accessibile delle cose (e riuscire a vivere bene anche da perdenti). La questione è di grande rilievo. Io trovo il materialismo una scorciatoia della fatica di vivere, lo storicismo un grande inganno ideologico, l’arrivismo una forma di dipendenza, il narcisismo una malattia suicida. Cerco di spiegarmi con l’amore, unica grande esperienza universale. Se quando si sta con la propria amata, anziché immergersi nel suo universo e fare la bellissima e rischiosa esperienza di stare dentro l’altra, di viverne la testa e il cuore, e di capire che solo perdendosi ci si ritrova, oppure la si usa come specchio di sé e si rimane quello che si era, uguale a se stessi. Così, l’uomo politico che usa il popolo, gli amici, le occasioni, gli strumenti solo come specchio di sé, solo per la conferma di sé, solo per quella forma di sadismo sublimato che è il dominio degli altri, non è di alcuna utilità alla storia perché genera solo copie di sé e si autoproduce il plauso che sembra dar senso al suo esistere.
Siamo finiti allo scontro tra capipopolo senza programmi di governo, ma con alti tassi di ormone del dominio.
La grande questione sarda, il diritto dei sardi a autogovernarsi e a stare in Europa nelle forme federalistiche più adatte ai propri interessi, è andata in soffitta a favore di un disordine ribellista, confuso, animato da risentimenti storici e calcoli di profitto recentissimi e sofisticatissimi. Lo spettacolo sardo di questi mesi ha un che di ridicolo e di tragico, con gli attori del palcoscenico che si prendono a spinte per conquistare la prima fila, non con idee, ma con filastrocche ideologiche imparate a memoria e attaccate con la saliva a abiti sdruciti. Eppure, in questo spettacolo, ciò che più mi incuriosisce e indigna è l’opacità che si sta accumulando sulla Giunta regionale. C’è qualcosa che non torna in questo disrodine lasciato a se stesso, coperto da toni costantemente da campagna elettorale e da una cortina fumogena sul passato e sul futuro di tanti protagonisti. Preferirei un governo con un profilo netto, mentre questo della Todde ha un che di equivocità, di sfuggevolezza, di rettilismo (nel senso del serpente), di stanze segrete e di rapproti non detti, che mi fa temere il peggio, ossia una Sardegna in mano a scalmanati che cercano nella politica di risolvere l’irrisolto della vita, guidati più dal loro revanscismo che da un programma di governo.
Professò, mi scusi. Guardi che i compagni comunisti in galera non parlavano con Gramsci, e manco con Pertini (lo chiamavano solcialfascista).
E a Gramsci, in prigione, furono dati dei libri da poter leggere ed un cuscino di crine; ed inoltre, per poterlo far dormire – soffriva infatti d’insonnia – il secondino apriva e richiudeva silenziosanente lo spioncino durante la notte per non svegliarlo.
Il suo raffinato ragionamento,mi tenta ,ma preferisco sorvolare sulle somiglianze dei politici attuali nei confronti di due giganti ( che non ho mai amato ) che bene o male, hanno segnato la storia del secolo scorso con influssi che giungono fino ai nostri giorni .
I personaggi attuali ,non pare proprio che siano in grado di modificare coscienze e storie attuali o future .
Le vicende a cui stiamo assistendo non sembrano né chiare né adeguate alla necessità contingente ;
Mi chiedo ancora una volta :la Pratobello 24 sarà adeguata a respingere gli attacchi degli speculatori ? Non sarà fumo negli occhi lanciato verso movimenti spontanei e le agitazioni di popolo non sempre concordi su modalità e fini da conquistare ? La parvenza di accoglimento della proposta di legge , è sincera ? Non nasconde trabocchetti legulei ,del ceto politico al potere, che nascondono interessi sconosciuti ? Quando conosceremo i veri interessi che nasconde la necessità di invadere principalmente la Sardegna ,forse capiremo di che forza reale disponiamo e di quali probabilità abbiamo di sconfiggere gli invasori ..Occorre individuare i reali interessi di personaggi isolani che dietro scrivanie attrezzate o caminetti riservati ,muovono le fila di queste pseudo attività volte più ad ostacolare che ad assecondare le istanze popolari , con la sola finalità di interessi personali inconfessabili che non sarà facile scoprire e combattere In conclusione, è mia paura che i veri interessati all’affare del secolo, non siano né stranieri né continentali ,ma si nascondano nel pelago invalicabile della dirigenza politica sarda .
@Angelo – Il problema delle disquisizioni green è stata da lei inquadrata in maniera chiara; ovvero chi la pensa diversamente è negazionista! Parliamoci chiaro, quando una pletora di scienziati (?)green si dice convinta che le attività antropiche condizionano i cambiamenti (cosiddetti) climatici a differenza di altri studiosi che sostengono il contrario e, al contempo, i green, rifiutano il confronto la dice tutta sullo schieramento puramente ideologico della pulce Europa contro il globo.
Quando è stato fatto il decreto draghi e quando è stato stabilito che la Sardegna avrebbe dovuto produrre energia pulita per tutta la popolazione italiana (con la prevista dichiarazione di pubblica utilità che comporta automaticamente l’autorizzazione agli espropri indiscriminati a favore di multinazionali che si occupano di energie rinnovabili all’unico scopo di fare profitto), dove erano i deputati, i senatori, i consiglieri regionali, i sindaci, i giornalisti, ect..? Dormivano tutti? (di tutti gli schieramenti politici). Se il loro fine è quello di tutelare il nostro bene primario, cioè la nostra amata terra, dovrebbero unirsi e fare la giusta politica costruendo una legge che tuteli concretamente la Sardegna. Ma temo che oggi non ci siano politici (di nessuno schieramento) in grado di arrivare ad un livello tale da mettere da parte i loro interessi per fare il bene di tutti i sardi (che poi sono quelli che hanno firmato la proposta di legge popolare con la speranza che il consiglio regionale riuscisse a bloccare questa palese speculazione economica).
Se esistessero dei Gramsci, dei Moro, dei fratelli Rosselli, dei Berlinguer, dei Lussu ect., non saremmo arrivati sicuramente a vedere questo teatrino dove tutti danno le colpe a tutti. Aveva ragione un certo signore francese quando diceva che ogni popolo ha i governati che si merita…
@ Michele – vedo un’ombra di negazionismo nelle sue riflessioni. Io tutti i giorni vedo in un sito meteo l’alone di particelle inquinanti presenti nell’atmosfera di una città dove vive uno dei miei figli.
Se non ho l’ambizione di salvare il pianeta perlomeno mi preoccupo di quello che tutti i giorni respira il bene più importante che ho.
C’entra poco il minestrone e la preistoria, io non ho studiato i problemi dell’ambiente e mi affido agli scienziati. Lei no
Si Michele anche per me il vero problema sta lì. In Europa. E poi aggiungo se posso che per perseguire il risultato i paesi europei spostano in altri continenti i processi e le materie inquinanti. Alla faccia delle popolazioni locali. Per non parlare della sudditanza ad es con la Cina in materia di batterie.
Per quanto mi riguarda, nel contesto del fotovoltaico/eolico, sia la legge regionale sia la pratobello sono un profluvio logorroico di questioni facilmente impugnabili dal governo centrale. Detto questo il problema sta a monte, ovvero una pulce (Europa) con il green deal, a danno dei suoi cittadini, vuole salvare le sorti di un intero pianeta. Bene meda! Vogliamo parlare di tutti gli altri continenti a cui non gli può interessare una cippa del green di cui sopra e, inoltre, che facciamo costruiamo enormi tappi di sughero (Sic) per evitare che i vulcani emettano tutta quella massa di particelle che alterano il clima? Abbattiamo gli animali perché emettono flatulenze metanifere inquinanti? Quindi mettiamo fuorilegge anche il consumo di minestrone perché contribuisce alla emissione eccessiva di metano. Ogheikappa, torniamo alla preistoria, attenzione senza accendere fuochi.
Egregio, mi spiace fare la figura di quello che, sul tavolo da biliardo, nel gioco delle boccette fa la picchiata per provare a smuovere lo status quo ma sono convinto che dal combinato disposto RAS/ Pratobello la montagna non partorirà altro che il topolino. Ciò non solo per le origini da Ella richiamate con riferimento alla Influencer Capo della Sardegna ma perché – ci piaccia o no – gli impianti eolici e ftv vanno fatti.
Ritengo infatti che la battaglia sia persa dopo mesi di cazzeggio e, soprattutto, dopo che la Nostra non ha contestato il valore di potenza energetica stabilito dal Ministro Pichetto Fratin.
Ci sarà da vedere soltanto di quanto si potranno limitare i danni.
Saluti.
@ Ginick Mi scuso anch’io per non aver capito il gioco di parole. La mia insufficienza nasce dalla consapevolezza che il mio cognome non è un diminutivo del srd. manu, ma probabilmente, così pensava Pittau, il nome di una parte del telaio. Il nome dunque è, come accade a tanti in Sardegna, un soprannome legato alla professione. Non sono sicuro che le cose siano andate proprio così, ma è certo che la ‘n’ in più sia tipica di questo cognome ed escluda la sua origine come diminutivo di manu.
Ho firmato convintamente la proposta di legge Pratobello 24; nel riconoscere la mia pochezza di fronte a un tema/problema quale quello della transizione/speculazione energetica mi sembrava e mi sembra che la proposta di Pratobello24 fosse il migliore strumento per portare il dibattito (che speravo franco e democratico) in Consiglio Regionale. E che si rendessero palesi in quel dibattito anche gli interessi in campo.
Sennonché – mi pare – la maggioranza di governo (Regionale) ha giocato d’anticipo o forse i promotori della Pratobello hanno tardato un attimo di troppo sperando in muscoli più forti (130000firme sono più forti di 50000).
La verità è che si palesa -nelle fratture all’ interno dei comitati e finanche in qualche consiglio comunale – una prova muscolare tra schieramenti di Potere e per il Potere anteposto al “problema energetico” e finanche, o ancora più, all’ autodeterminazione dei sardi.
Con buona pace di tutti, caro prof, Mussolini e Gramsci sono modelli molto distanti dalla nostra pochezza quotidiana.
Già sento il sapore della frustrazione – mia e di 130000 sardi che volevano e vogliono avere voce e partecipare.
Ciò nonostante mercoledì sarò a Cagliari.
. MI scuso con Lei per il fallito tentativo di tentare un banale gioco di parole sfruttando il suo cognome, che nel mio linguaggio di sardo -suddista vorrebbe dire “manina”, al fine di sollecitare i nostri attualii consiglieri regionali a mettersi se non una mano, almeno una “maninchedda” nella coscienza, celando
anche, riferendomi al suo cognome, alla sua profonda conoscenza dei problemi e delle istanze dei sardi più autentici che Lei molto spesso mi richiama alla mente.
@ Ginick Posso aver capito male, ma a scanso di equivoci, io non sono consigliere regionale.
140 mila firme apposte da persone che ci hanno messo la faccia, vanno ben oltre delle 147 mila preferenze raccolte nel segreto dell’urna da PD e M5S o dei 150 voti assegnati a Fdi, Psd’Az, e Lega alle ultime regionali. Schieramenti entrambi copulati per raggiungere il potere e il dominio decisionale. Ma la Pratobello 24 è giunta come uno tsunami a sconvolgere i loro sogni di “faccio ciò che voglio” sia per chi ha vinto pur perdendo sia per chi ha perso pur vincendo a causa di una legge elettorale che meriterebbe pur essa una verifica atta a definire se i sardi ancora la accettano.. Ma il discorso si perderebbe nei meandri dei pro e dei contro. Ora ritorno al tema più attuale.. Per mia fortuna non sono un leguleio, ma questa fiumana di firme raccolte intorno ad un concetto di base che è la salvaguardia della propria terra, dei suoi paesaggi, dei suoi monumenti naturali, a cui anche i nuraghi e le chiese romaniche appartengono, meritano un profondo rispetto e vanno oltre lo schieramento politico del singolo firmatario. Per questo ogni consigliere regionale deve mettersi una mano, anche se….. maninchedda, sulla coscienza e cercare di volare oltre le possibili incongruenze della legge di moratoria, del ddl di identificazione delle aree idonee e non e della raccolta di attestati d’ amore per la loro terra raccolti con la Pratobello. E non sarà basilare quanti saranno presenti alla flash mob fra 48 ore, né se è grande merito o responsabilità di un quotidiano aver scosso le coscienze dei sardi,. Saranno le decisioni dei nostri rappresentanti in Consiglio Regionale adottate, si auspica, oltre gli schieramenti e volte alla sola salvaguardia de ” su connottu” per giungere, con auspicio triplicato, a una corretta ed equa definizione degli impianti produttivi di energia eolica e fotovoltaica nella nostra isola. Vedremo!
Leze Pratobello 24. Su nùmene tiat pàrrere fintzas bellu! Ma una làstima, imbrutadu a italianu!
Deo no isco chie bi l’at postu custu nùmene ‘bellu’ a su LOGU “coro” de sa Barbàgia, fossis pro “improsai” sos Sardos chi no semus prus “barbari”.
Ma no creo chi l’apant batizau gai sos Orgolesos: bi tia zurare chi l’ant batizadu gai sos militares pro ùnghere/improsai sa zente faghìndheli su “piacere” de bi fàghere “esercitazioni” de gherra pro gherrare.
Invetze sos Orgolesos bi cheriant triballare e campare. Barbari!!!…
Eh, sì: sos civilizzati sunt chentinajas de mizas de zovanos fuidos emigrados, ca semus de tempórios chentza guvernu in domo nostra in d-una terra rica de benes de donzi zenia, suta de terra, in terra, in mare e in sas aeras, e no ca sos Sardos zughimus manos de mandrones o innangarados o ca semus cancarados.
Ma semus chentza guvernu, cun politici politicamente pedhitzones pedulianos trasseris e inganneris carrabbusos.
Deo sa proposta de Leze Pratobello l’apo frimmada e apo combidadu a la frimmare. E candho so andhadu a b’iscrìere su nùmene e sambenadu meu, chi est fintzas curtzu, apo solu criticadu su módulu ca pro iscrìere sa frimma bi aiat pagu prus de unu centìmetru cuadru! Pro b’iscrìere nùmene e sambenadu… microscópicu?!
Ma l’apo frimmada. Pro su chi apo cumpresu de custa proposta? Nono! Ca pro totu su chi apo lézidu a propósitu de totu sa chistione e chistiones bi apo cumpresu abberu pagu.
E daet inzotu fintzas a cantos si ndhe sunt interessados chi ndh’ischint, ndhe cumprendhent e tenent capatzidades meda menzus de sas mias.
Pro fàghere ite? Totu e solu a proare si sos Sardos podimus nessi limitare cust’invasione maca e disgratziada cun su pagu pagu de ‘podere’ chi tenet sa RAS de sa Sardigna intro de sa gabbia de sa bella Costituzione della Repubblica Italiana, democratica ma gàbbia de sa Sardigna e de Sardos (sos chi nos semus ancora fuidos emigrados).
Deo bi apo cumpresu pagu ma apo frimmadu. Ma una dimandha:
Cantos bi ant compresu carchi cosa crara de sos prus de 120.000 (0 130.000) chi sunt andhados a bi iscrìere su nùmene issoro?
Deo apo fatu solu duos contos:
1) custa est una PROPOSTA de leze: pro diventare leze la depet aprovare s’Assemblea legislativa de sa RAS, sos Cussizeris regionales de Via ROMA, e solu SI L’APROVAT su Guvernu e Istadu italianu.
Tandho tocat a bìdere ITE BI PONENT E APROVANT ISCRITU sos Cussizeris de Via ROMA in custa “Leze Pratobello” (li amus dèpere cambiare nùmene e pònnere PIATTOBELLO?);
2) apo frimmadu ca apo cumpresu chi cust’invasione irbariada de impiantos eólicos e fotovoltàicos a malistropiadura nos faghet male e dannu ca no faghet perunu contu de sa Sardigna e de sos Sardos si no pro s’ocasione istraordinària de fàghere dinari sos invasores e azuantes issoro aprofitendhe de su desertu de zente e richesa de bentos in sa Sardigna, una Sardigna incravada a sa rughe Costituzione della Repubblica Italiana, a autonomia=dipendhéntzia, ca de Sardigna e de Sardos s’Istadu italianu e Guvernos suos ndhe podent fàghere, comente ndhe ant fatu, su chi lis paret e piaghet, ca sa sovranidade no la tenimus nois in domo e terra nostra.
E pesso chi siat custu rifiutu, custa resisténtzia su chi at fatu mòere sa zente pro bi pònnere sa frimma in custa proposta de leze e no ca amus o ant compresu ite ant a aprovare sos Cussizeris regionales.
E bene tiat fàghere s’Assemblea de Via Roma a si fàghere Assemblea Costituente e iscrìere su chi andhat bene a sa Sardigna pro no permìtere un’invasione assurda, maca, ingiusta, aprofitadora e dannosa.
No tenimus bisonzu de nos sighire a carrare abbusos: si tenet de fàghere abbusos los fetat s’Istadu italianu, ma nois nos depimus apònnere e los depimus rifiutare ca est su raportu de dipendhéntzia cun cust’Istadu chi nois depimus resessire a cumprèndhere e a cambiare pro su bonu èssere nostru de pópulu in terra nostra.
… condivido come spesso mi capita, compresi i giudizi sulla Pratobello e l’uso che se ne intende fare. Vedremo una volta in aula come si comporteranno i consiglieri e quali acrobazie da circensi sapranno fare. Tuttavia la Pratobello e la proposta sulle aree idonee e non della Todde, sono un’arma a doppio taglio. Chi ha firmato la legge d’iniziativa popolare, e chi pensa che questa maggioranza voglia davvero creare un argine all’occupazione energetica, dovrà chiedere conto se vedranno annacquate le loro aspettative. Resta il fatto che per la prima volta in Sardegna c’è una mobilitazione per rivendicare autonomia decisionale, seppure in una situazione di confusione politica. Questa è la vera novità oggi. Questo potrà generare una nuova stagione politica? Nascerà una forza politica, o più forze politiche che apriranno la strada ad un nuovo autonomismo o federalismo?