Vedere il ministro Musumeci che, a acqua ancora corrente, scarica ogni responsabilità dei danni dell’alluvione in Emilia Romagna sulla Regione (come se fosse facile fare appalti e realizzare opere in un anno, con le leggi vigenti in Italia) mi ha confermato nella convinzione sul ministro che mi feci ai tempi in cui partecipammo insieme a un seminario: me la tengo per me, perché ho famiglia.
Mi ricordo di un’altra testa di spillo ministeriale che si sentì offeso perché, in occasione di un terribile nubifragio, feci notare che il servizio meteo governativo non era stato tra i più efficienti. Non c’è niente da fare: più sono grandi gli apparati, più tendono a divenire autoritari e autoreferenziali e quindi ad avere la denuncia facile.
Ma oggi voglio rovinarmi, voglio parlare di una questione che può essere fatale per uno come me che non ha difese né finanziarie né politiche, e voglio parlare del rapporto tra alluvioni e magistratura.
C’era una volta una ridente cittadina, attraversata da tanti piccoli e placidi torrenti, affacciata sul mare, ricca di bellezza e buonumore, con abitanti gentili. Fondata da Venere, finì sotto il controllo di Marte e Mercurio, cioè della guerra e del denaro, molto denaro, e lo sterco del diavolo, come sempre, venne verniciato d’oro.
Giove pluvio pensò bene di dare una ripulita e mandò giù per due volte un diluvio. Un disastro pauroso.
Un po’ di uomini di buona volontà si misero a costruire un vasto progetto di tutela del territorio, ma non avevano fatto i conti col denaro, con le concessioni edilizie e, guarda un po’, anche con le elezioni.
La gente piange i morti, ma li vuole anche dimenticare in fretta e riprendere la fulgida vita di Bacco, Tabacco e Venere.
In breve: gli uomini di buona volontà portano la progettazione della tutela del territorio fino al livello esecutivo, ma ecco che cambiano i governi e cominciano gli ostacoli. Anche i gendarmi si dividono: vi fu chi disse che i governi stavano combinando cose grosse e chi, invece, disse che era tutto regolare. Fatto è che con cavilli, consulenti esterni, fantasiose novità burocratiche assunte da dirigenti in transito rapido nei ruoli di responsabilità, la progettazione esecutiva venne buttata nel cesso.
Gli uomini di buona volontà avvertono i magistrati che la situazione era la seguente: l’unico progetto esecutivo distrutto, nessun progetto pronto neanche a livello di preliminare.
E i magistrati che fanno? Nulla, due mossette per dire che hanno ricevuto la pratica.
La città resta esposta, priva sia del vecchio che del nuovo progetto, in balia di Giove pluvio.
Ma attenzione: se per caso, come è già avvenuto, Giove pluvio mandasse un nuovo nubifragio e dovesse scapparci un morto, allora i magistrati arresterebbero tutta l’herencia (nell’accezione sarda) di tutti gli amministratori pubblici succedutisi nel secolo nei ruoli di governo, in modo da nascondere la loro complicità e inerzia dietro un bel processone con almeno almeno un centinaio di imputati e tanta tanta stampa.
Finirebbe così con i magistrati tutti dalla parte del bene, in posizione latamente abusiva, ma efficace, e tutti gli amministratori, i buoni e i cattivi, dall’altra. Ovviamente, questa è una storia di fantasia, ma inviterei a leggerla in chiave esopica.
Sia chiaro, i cattivi amministratori esistono. Me ne ricordo uno, moralmente flatulente, che aveva un problema con i limiti del Piano di Assetto Idrogeologico. All’inizio non capii che cosa volesse, poi scoprii che era riuscito ad ottenere che il vincolo idrogeologico partisse dal limite sinistro di un marciapiede, perché da quello destro iniziava la sua proprietà. Oggi ha fatto una fulgida carriera flatulente, cioè ben remunerata. Questo pallone gonfiato in carriera (che non è del nord Sardegna, ma del Sud) è il simbolo di ciò che fanno spesso, ma non sempre, gli amministratori: cercare e costruire l’eccezione. Un esempio? Io trovo impudente l’istituzione delle aree di tutela H Star varate nella scorsa legislatura, ma magari sono io che sono troppo esigente. La magistratura se ne fotte di verificare se le aree H Star. Sono o non sono pericolose? Eppure non sono derivanti da una legge, ma da un provvedimento amministrativo. I magistrati leggono? O leggono solo le intercettazioni di chi sta loro antipatico?
Ecco, ragioniamo sull’eccezione, che è un tarlo in Sardegna. Un altro esempio?
Leggete la nuova legge sulle aree idonee appena varata dalla Giunta Todde. Art. 3 comma 1: “I Comuni possono proporre un’istanza diretta alla realizzazione di un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili all’interno di un’area individuata come non idonea ai sensi della presente legge quand’anche implichino variazioni degli strumenti urbanistici”.
Cioè, non abbiamo neanche iniziato a parlare di aree idonee e non idonee e già si prevedono le deroghe? Ma perché abbiamo paura delle regole e anziché scrivere bene le norme, prevediamo grandi divieti accompagnati da svaccate deroghe? Non lo capirò mai.
Mi scuso con il sig Pier Paolo mi sono confuso con il sig Enrico.
Stia tranquillo sig Pierpaolo che Olbia, ma anche Monserrato, Bosa, e tanti altre città, o paesi, sono governati dal centrodx e non mi pare che siano meglio a livello di prevenzione e gestione del territorio, e relativi problemi idrogeologici. Se ne vuol sapere di più provi a documentarsi su questo stesso pregevole e documentato sito e vedrà che non è questione di dx o sx ma solo di capacità amministrative, che di solito a dx mancano più che a sx, qualunque cosa ne possa pensare lei. Cordiali saluti
Il sign. Fausto deve avere delle lenti che escludono dalla sua vista interi lassi temporali se davvero crede che il problema della città evocata da lui stesso sia Casteddu. La città da lui evocata gode, dal 2016, di una cosa che si chiama “culo”. Il culo, cioè la fortuna, di non essere stata al centro di altre rovinose perturbazioni. L’unica volta che si è palesata un’allerta rossa, “culo” volle che si scaricasse a mare. Bitti non è stata così fortunata quella volta. Al gentile Enrico che crede che il problema dell’Emilia-Romagna sia il PD, ricordo che è tutta Italia in quelle rovinose condizioni. Crede che nel Veneto o in Lombardia ci sia meno rischio idrogeologico grazie alla destra? Di base, e non me ne voglia il dott. Maninchedda, la cultura “urbanistica” di destra e sinistra si equivalgono nel senso che il consumo di suolo non è visto come un problema, ma come un volano per l’economia. I politici sono eletti da masse convinte che le alluvioni siano causate dalle canne e dagli alberi sugli argini: una classe politica di questo tipo secondo lei è in grado di fare le scelte corrette di gestione del territorio?
Purtroppo, in Emilia governa il PD da decenni. Le lacune e le negligenze sono troppe.
Non bisogna disperare nel 2008 e avvenuta l’alluvione a Capoterra e questo fine agosto e caduta una bomba d acqua di quasi 100 mm in meno di un’ora in contemporanea con Bosa e mentre il sindaco di quest’ultimo comune gestiva l’emergenza con il C.O.C. quello di Capoterra rilasciava alla stampa le dichiarazioni di giubilo ringraziando le giunte precedenti di aver portato a compimento i lavori per i canali a monte che hanno egregiamente funzionato
Fiorentino Sullo si rigira nella tomba ogni volta che si parla o si scrive di urbanistica, di edilizia e di morti dovuti a incompetenti e disonesti. Cordialità.
Finora Giove Pluvio ci ha fin troppo benevolmente sorriso, certo non sarà sempre cosi malgrado il notevole ottimismo o semplicemente menefreghismo di chi a distanza di 11 anni non ha preso i dovuti provvedimenti. La semplice pulizia di canali tombati e il rifacimento in pompa magna di un paio di ridicoli ponticelli a monte non risolvono minimamente il problema a valle. A differenza del 2013 ci saranno probabilmente meno danni nei quartieri nei quali sono stati realizzati i ponti e i lavori di cui sopra (e questa è sicuramente una bella notizia) ma quel flusso d’acqua, finalmente senza ostacoli, arriverà direttamente in quartieri,come zona baratta, dove non è stato fatto assolutamente nulla provocando danni ancora peggiori. Altro che piano di intervento di gente imposta dall’alto, altro che intervento della magistratura…qui veramente solo Giove Pluvio..
Al signor Fausto mi verrebbe da dire che le sue libere e legittime opinioni sono purtroppo destituite di ogni minimo fondamento, se non fosse che il primo impulso e in realtà quello di chiedergli di dirci per conto di quale causa stia intervenendo. Dopodiché, se immaginassimo che ciò che è accaduto in Romagna potesse accadere in Sardegna, ci direbbero subito: “Mudu tue pindacciu”. Certo è che mi piacerebbe davvero se il dott. Musumeci provasse a fare la medesima domanda di ieri, al sindaco della città evocata da Fausto.
Egregio Fausto, la storia è inventata quindi i suoi riferimenti sono capziosi. Io non ho amici a Cagliari, diversamente gente come lei se ne sarebbe accorta. Continuate così, sfidate Giove Pluvio.
Si capisce che parla di Olbia nella parte dedicata alle alluvioni. Ben fece Nizzi a bocciare un piano progettato da gente imposta dall’alto. Per quanto poi riguarda i lavori ancora da iniziare dovrebbe chiedere ai suoi amici di Casteddu.
Ciao il ministro Musumeci ha detto che bisogna assicurare i beni che sé ANCHE nostri non siamo possessori. Cosa ancora vuole togliere ? Il governo deve solo prendere ? È suo dovere intervenire con soldi che appartengono ai cittadini il governo non produce ma spende come gli pare 💸💰 i soldi dei contribuenti che li danno per un tornaconto della popolazione . sé non vuole responsabilità torni a casa e non prenda lo stipendio per minacciare chi si trova in una zona svantaggiata
…. È sempre opportuno creare ,per legge,le future scappattoie !!!!!!!!!!!! La certezza del diritto !!!!!
… e in mezzo sta l’imbroglio.
E no at a èssere un’imbrógliu s’Autora protagó-rica con tanto di corollario e corallari?
La pratica italica del consumo del suolo è vietata in Inghilterra. Le città hanno un limes ben determinato dalla necessità reale di vani; ed inoltre, i terreni edificabili vanno ad esproprio. Traduzione: fine dell’interesse privato sui terreni che determina la speculazione edilizia; città costruite come un castrum; impossibilità dei cambi di destinazione d’uso.
Ecco la soluzione al dissesto (Cortina già lo fa)
Dottore, se Sassari avesse gli stessi abitanti di Los Angeles, con queste regole, avrebbe un perimetro di 1660 km (Los Angeles ha un perimetro di 120km e 18 milioni di abitanti).
La Todde è come Protagora: dice tutto, e pure il contrario.