My Dear ha scelto di drammatizzare il dibattito politico. Sta cercando di costruire il nemico esterno, il Governo italiano, contro cui chiamare i Sardi a combattere, e, contemporaneamente, sta provando a dire che l’opposizione non è legittima e democratica ma eversiva, perché avrebbe come obiettivo far cadere la sua giunta. Non sono d’accordo, ma prima di dire perché, dedico due pensieri a valle della visione del dibattito tra Kamala Harris e Trump, una visione che mi rincuorato. Kamala sta costruendo uno stile di leadership femminile rassicurante, competente, non arrabbiata, riformista e non estremista che a me piace. E allora voglio dire due parole su questo argomento declinandole in Sardegna.
Non è semplice essere la prima donna presidente della Sardegna. Non si hanno modelli cui ispirarsi; fondarsi su se stessi è operazione complicata, richiede aver combattuto duri conflitti interiori e averli vinti contro i propri demoni.
Non conosco my Dear in privato, non so se e quanto abbia fatto i conti con se stessa in modo duro come deve fare un leader (mi pare che Pili giochi con lei come il gatto col topo – e la cosa mi infastidisce non poco – perché sa molto di lei che noi non sappiamo). Mi pare che ella si ispiri più alla linea Conte-Renzi che a quella De Gasperi-Draghi o a quella Moro-Prodi (il Prodi precedente l’ubriacatura per la Russia di Putin, il Prodi ancora sotto l’influsso positivo di Andreatta). Però devo spezzare una lancia a suo favore: non è una snake woman, non è allieva di Severus Piton, non parla serpentese, non ha quell’anima serpentina cangiante a seconda dell’interlocutore e disposta a molto pur di arrivare, come invece altre dark ladies sarde in pole position per nuovi ruoli di responsabilità. Ovviamente un serpente in trono è pericoloso, my Dear no; my Dear ha un che di Sangiuliano, di casareccio, di pastasciuttaro esplicito, senza malizia e senza vergogna, di chi crede ancora che si possa improsare tutto e tutti, ha il pizzo nelle maniche e la macchia di sugo sul colletto. La snake woman che dico io conosce, invece, i poteri più veri, li frequenta e li seduce, organizza le trappole, fomenta il dubbio, incita all’azzannamento. Se il nuovo potere sardo si struttura anche intorno a queste figure, allora è legittima un’opposizione ancora più dura, perché per le persone normali e non striscianti come noi, diviene questione di sopravvivenza. E veniamo al punto dell’opposizione.
La Todde sostiene che la campagna contro la speculazione sull’eolico è in realtà una campagna di destabilizzazione del suo governo, un modo per indurla alle dimissioni.
Questo è falso.
È lei che, sbagliando, ha scelto di contrapporsi all’opposizione generale dei Sardi contro la speculazione, perché stizzita per non essere stata riconosciuta come adeguato baluardo di difesa.
Oggi afferma che la legge Pratobello 2024 è una legge incostituzionale che verrebbe impugnata dal governo e che, pertanto, risulterebbe inutile, ma dimentica di essere stata lei stessa ad avvertire prima i sardi che anche la sua moratoria aveva profili di illegittimità e che sarebbe stata impugnata dal Governo. Se l’argomento vale oggi per la Pratobello, doveva valere prima per la sua moratoria.
Insomma, contestando oggi i movimenti antieolico, la Todde si dà la zappa sui piedi sulle sue reali intenzioni precedenti (fare la moratoria sapendo che non sarebbe servita) e svela il suo grande punto debole sull’energia: aver trascorso troppo tempo dall’altra parte, nei luoghi e negli ambienti delle società dell’energia.
In questo quadro, non vi è assolutamente niente di eversivo nel tentare di far cadere la Giunta sui suoi errori. È la democrazia. Ora, sia chiaro, io non credo che mai alcuna Giunta cadrà perché nel nostro ordinamento ciò può avvenire solo per dimissioni e non credo alle dimissioni per indignazione pubblica (il popolo sardo non scese in piazza neanche quando si seppe che un presidente acquistava immobili versando solo gli acconti dei prezzi pattuiti, figuriamoci se scende in piazza in modo efficace per un presidente che sbaglia le leggi e i collaboratori. La Sardegna è un grande digestore di fallimenti). Altro è se si hanno scheletri nell’armadio e allora si è nelle mani di chi non vuole fare informazione, ma vuole usare l’informazione. Scenario inquietante.
Nella costruzione enfatica del nemico, my Dear ieri l’ha sparata grossetta, lamentando la mancanza di autostrade in Sardegna, unica regione d’Italia ad esserne priva, Governo ladro! Non ho capito bene cosa abbia voluto dire; in un colloquio a quattr’occhi (con testimoni, però) le farei un disegnino degno dello schematismo Cinquetasche per farle capire quale è il problema delle strade in Sardegna, quale norma di attuazione bisogna far atterrare, cosa bisogna fare per prendersi le strade statali e riorganizzare le provinciali e le comunali, quanto occorre stanziare in manutenzioni, quante bisogna chiuderne al traffico automobilistico e dedicarle al traffico esclusivo delle biciclette. Una cosa è certa: alla Sardegna non servono caselli e pedaggi, e chi li volesse introdurre rischia seriamente di essere cacciato a pedate da Villa Devoto. L’assenza di cervelli istruiti intorno al Presidente, purtroppo, si nota.
Buongiorno Prof. Maninchedda vorrei se posso chiederle un chiarimento sulla recente legge emanata dalla Regione Sardegna la cosiddetta ”legge moratoria”; corrisponde al vero quello che ho letto che tale legge presenta aspetti di incostituzionalità e nel caso per quale motivo, per cui il governo centrale non poteva non impugnarla.
La ringrazio se vorrà darmi dei chiarimenti
Cordiali saluti
La 131 è giusto considerarla una superstrada e non un’autostrada. Ha diversi incroci a raso che non ne permettono la trasformazione, ma se potessero, la riclassiferebbero subito per fare soldi. Meglio di no. In ogni caso la statale 131 non è a norma e più che di sogni avrebbe bisogno di più manutenzione.
Non vorrei che a Roma o più vicino qualcuno prendesse la palla al balzo è pensasse di cambiare il nome alla SS 131 chiamandola autostrada. Se vogliono fare un’autostrada in Sardegna trasformino la SS 128 in autostrada unendo Cagliari a Olbia passando per Isili Sorgono e Nuoro sarebbe un bene per l’intera Sardegna riducendo non solo i tempi ma il traffico nel resto delle strade.Le zone interne non hanno ferrovie o altre vie per raggiungere in tempi umani gli aereoporti, porti e soprattutto ospedali
letto gli ultimi commenti, mi viene in mente un titolo di un film “io so che tu sai che io so” e…rimaniamo in attesa di sviluppi…
@ David No, direi tutto quello che so, ma so che nelle redazioni girano informazioni e documenti che ancora non sono stati pubblicati e questo ho puntualmente detto ai lettori.
Ho come la sensazione che lei sappia qualcosa che ancora non vuole dire. C’è da dire che purtroppo questa giunta sta confermando tutti i miei timori
Ma fino a quando durerà questa fuffa di parole vuote gridate al vento? Fino a quando utilizzerà l’alibi che non si riesce ad andare avanti a causa delle macerie della precedente legislatura? Premesso che quando stavano all’opposizione avevano le soluzioni a tutte le problematiche della Sardegna (turismo, trasporti, continuità territoriale, sanità etc.) mi aspettavo che dette soluzioni (?) fossero applicate. E invece senti dire che non è così semplice, non è che si può fare subito, prima bisogna rimuovere le macerie (Sic), per prima cosa bisogna risolvere l’autonomia differenziata, bisogna riempire per bene le poltrone vuote e così via. Ora, la scelta di candidarsi a governare la Sardegna è stata sua e non una prescrizione del medico di base. E stata eletta? Bene, inizi finalmente a pedalare e non a tirare sermoni al vento!
Solo i caselli e il telepass a 5stelle per recarsi a Cagliari, Oristano, Nuoro o Sassari ci mancava.
Dove sta l’opposizione? Tutti silenziosi a 90 gradi .Non una parola! Forse quella vera di opposizione la faranno i Sardi, che non siamo grillini e mai lo saremo .
…..ma è facile : governi se ne è capace !!!! Le lamentele ed i piagnistei su tutto ciò che non è d’accordo con il suo poverissimo operato ,non portano a nessun risultato ; il popolo sardo che l’ha votata , si sta stufando e si sta accorgendo dell’errore !!!!! Se si sente in grado, si schieri apertamente con il popolo e lo guidi in modo deciso ,senza se e senza ma ( come di usa nel lessico politico ) contro gli speculatori . Ogni altro atteggiamento attendista o dilatorio , non può che alimentare una crescente freddezza sul suo operato ..
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In Sicilia nessuna autostrada è a pagamento, eventualmente, prenda esempio.
Quanto penso alla governatrice mi viene solo in mente che abbia inaugurato un nuovo organismo:
“L’assessorato alla d’istruzione”
Almeno lascerà una traccia nella storia.
Lidia