È uscito il nuovo numero del Bollettino di Studi Sardi che, come i nostri lettori sanno, è una rivista ad accesso aperto, consultabile liberamente e gratuitamente da tutti.
Deledda Vi trovate un saggio di Giancarlo Porcu che pubblica l’inedito carteggio tra la Deledda e la rivista cattolico-liberale fiorentina Rassegna nazionale (cliccare su PDF per scaricare).
Porcu, nuorese, è un filologo italiano di scuola bolognese ormai notissimo, sia negli ambienti specialistici che in quelli più genericamente letterari, per aver firmato opere di pregiato valore tecnico e di indubbia sensibilità letteraria (tra quelle a me più gradite Régula castigliana. Poesia sarda e metrica spagnola dal ’500 al ’700 e Le canzoni di Pisurzi).
L’articolo ha un’appendice documentaria molto interessante di 34 lettere, fino ad oggi inedite. Cito solo due passaggi (uno di Porcu e l’altro della Deledda) per invogliare alla lettura.
Porcu contestualizza: «D’altra parte, l’evolversi del primo confronto con la Rassegna non fu certo incoraggiante per Deledda. Come illustra il presente carteggio, Da Passano e i suoi collaboratori rinunciano a pubblicare Elias Portolu perché non confacente ai loro principi morali: arretrano davanti alla scabrosa storia di peccato del protagonista “abbandonatosi alla sua passione” (giusta la citazione dall’Imitazione esposta in esergo), amando la moglie del fratello e avendone un bambino, il quale decide di espiare facendosi prete, ma ancora non sa resistere alla sua passione».
La Rassegna cincischiava sulla pubblicabilità del romanzo e la Deledda rispondeva da par suo:
«Egregio Signore,
non le nascondo che vorrei attendere il giudizio definitivo della commissione, sperandolo favorevole. Le situazioni del romanzo non sono poi così scabrose: oramai tutti i romanzieri cattolici (fra i quali ho la superbia di mettermi) s’inchinano davanti a tutte le verità della vita per trarre da esse il bene e far odiare il male. (…) Ad ogni modo ecco le mie condizioni. Prima però devo dirle che sono in trattative con Puccini per la riduzione a libretto della mia Via del Male; se l’opera, come spero, si compirà, è inutile che io Le dica, senza ombra d’immodestia per parte mia, che spero un sempre maggior successo dei miei lavori.
Quindi non credo esagerare chiedendo all’Amministrazione della Rassegna mille lire per la cessione della proprietà letteraria in tutta Italia del mio romanzo, sia che lo pubblichi a volume, sia che lo pubblichi sulla Rassegna e poi a volume. Nel caso lo pubblichi solo sulla Rassegna, lasciando poi a me tutta la proprietà, combineremo diversamente. Nel caso poi lo pubblichi soltanto a volume, avrei per marzo una novella.
Mi risponda dunque subito e mi dica cosa devo fare. In attesa d’una sollecita risposta, e con la speranza e il desiderio di combinare,
La saluto distintamente
D.ma Grazia Deledda».
Orfani e vigne Nello stesso numero del Bollettino, Giovanni Lupinu continua l’edizione delle Questioni giuridiche integrative della Carta de Logu, che aveva cominciato a pubblicare nel numero precedente. Le Questioni sono un’operetta del tardo medioevo sardo (XV sec.) che consiste in una raccolta di casi giuridici risolti secondo lo schema della Quaestio (problema) e Solutio (soluzione). Cito due quaestiones.
De pubillos
Q(uesti)o. Ponam(us) qui unu morgiat et lassit figios pissinos: cussos talis figios a qui si debe(n)t lassare in generatione, si su padri no ’llo lassat a persona sabuda?
S(oluti)o. Narat qui a sa mamma over sa no(n)na, si est bo(n)a femi(n)a. Et si no(n) at mamma, a su pl(us) herede instrintu c’at aviri si sunt bonos, et si non su iuighi inde-lli at a dare.
Trad.
Dei pupilli
Quesito. Poniamo che un tale muoia e lasci figli piccoli: a chi , fra i consanguinei, si devono affidare tali figli , se il padre non li affida a persona individuata ?
Risposta. (Il testo, ossia il Corpus giustinianeo) prevede che si affidino alla madre ovvero alla nonna, se si tratta di donna onesta. E se non c’è la madre, all’erede più prossimo che vi sarà, se si tratta di persona onesta, o altrimenti sarà il giudice ad affidarli.
De passu
Questio. Pongam(us) qui P(erdu) apat uno petzu de terra postu a binga e a lladus suo apat Johan(n)i una atarra binga sua (et) no(n) at hui pasarri si no(n) p(er) isa vinga de P(erdu), (et) P(erdu) no(n) ’lli bollit darri illargu e ni(n) bia de pasari p(er) isa vinga sua. Podet isvedari P(erdu) a Johan(n)i de no ’lloi pasari ho no(n)?
Solutio. Respondit p(er) intimacione de sa llege et narat qui no iloi podet pasare Johan(n)i si P(er)du no(n) bollet, ma narat q(ui) P(erdu) illi podet bender a Johan(n)i tanto spaciu qua(n)t(u) pozat pasare, si ’lli plagit, q(ui) si no(n) li plagit no ’(n)d’est fforsadu.
Del passaggio
Quesito. Poniamo che Pietro abbia un appezzamento di terreno coltivato a vigneto e, di fianco, Giovanni abbia una vigna senza altro accesso se non attraverso la vigna di Pietro, ma Pietro non voglia concedergli spazio né via di passaggio nel suo possesso. Pietro può impedire a Giovanni di transitarvi oppure no?
Risposta. Risponde con l’intimazione della legge (il diritto romano) e prevede che Giovanni non vi possa passare contro il volere di Pietro, ma prevede pure che Pietro possa vendere a Giovanni spazio sufficiente per transitare, se desidera, ma se non lo desidera non è costretto.
Per me Grazie Deledda è il mio mentore.
Una Donna Sarda che ha tanto da insegnare ai giovani del 2024.
❤️
Che meraviglia questa pubblicazione di Giancarlo Porcu