È stato pubblicato il Decreto sulle aree idonee. Cliccate e scaricate.
Adesso ci lavoriamo per capire che spazi apre (e anche quali chiude).
Usiamo Sardegna e Libertà per fare Débat public.
È stato pubblicato il Decreto sulle aree idonee. Cliccate e scaricate.
Adesso ci lavoriamo per capire che spazi apre (e anche quali chiude).
Usiamo Sardegna e Libertà per fare Débat public.
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Da una prima lettura emerge che:
1) ogni anno, fino al 2030, le regioni devono garantire l’installazione di impianti da energia rinnovabile per una certa potenza minima. Nel 2024 la Sardegna deve garantire 998 MW (ovviamente contando anche gli impianti esistenti), nel 2030 arriverà a 6264 MW.
2) entro 180 giorni dalla pubblicazione del decreto le regioni devono individuare le aree idonee alle nuove installazioni per raggiungere gli obbiettivi da qui al 2030.
3) le aree NON idonee sono quelle “ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42”.
Ora, qualche giorno fa è uscito sull’Unione Sarda un articolo di Mauro Pili secondo cui il 98,8% della Sardegna sarebbe “vincolata” in modo riconducibile al decreto 42/2004.
Se il dato fosse confermato si bloccherebbe subito la speculazione, ma sorgerebbe un problema altrettanto spinoso: quali sono le aree idonee?
In caso di ritardo nell’individuazione, anche per i soliti veti degli enti/comitati del “no, il tutto passerebbe nuovamente allo Stato, e quindi agli speculatori.
Servirà un grande senso di responsabilità.