Ieri ho potuto godere di alcune perle di italiano corrente, pronunciate durante il dibattito in Consiglio regionale sulle dichiarazioni programmatiche di my Dear.
Su tutte ha brillato un “Sono d’accordo a toto” che è stata iscritta d’ufficio nel catalogo delle perle del Consiglio (al primo posto regge ancora uno scambio, in stile neorealista, tra due vegliardi. Il primo disse al secondo – si era nelle ore post-prandiali: “Come ha testé detto l’onorevole Tontu”; il secondo rispose in perfetto stile inglese “Fill’e bagassa!”).
Oggi devo constatare che Gasparetti, il consulente della presidente per la comunicazione con difetto di curriculum, dimostra comunque di meritarseli tutti i soldi che prende, perché riesce sempre a distrarre gli organi di stampa (pigri fino al sonno eterno, avidi di testi predigeriti), a portarli a occuparsi di inezie (come la possibilità di commissariamento della sanità, un bau bau che meritava un francobollo nelle pagine interne e invece è stato promosso in prima pagina).
Sfuggendo alla manipolazione, do conto di una sbattulata istituzionale che è anche una boccata di ossigeno di libertà rispetto alla tirannide Pd-Cinquecaschili (sul Pd bisognerebbe aprire una serie su Netflix intitolata Orfani. Cabras avrebbe notificato di essersi stancato di loro e di volersi godere il mare – suo chiostro laico – e tra di loro sono già cominciate le faide. Intanto il gruppo Fadda è sceso in consiglio regionale alla consistenza di 1,5 consiglieri, minimo sindacale, certo, ma sempre un po’ di più dello zero dell’area Cherchi-Marroccu-ex Ds).
Il Cacip, il consorzio industriale provinciale di Cagliari, da sempre bramosamente controllato da complessi equilibri tra i poteri urbani della città di Cagliari e quelli del contado (Sarroch, Capoterra, Assemini ecc.) aveva il suo CdA scaduto. Come cinque anni fa, si è provveduto a convocare l’Assemblea per il rinnovo. Cinque anni fa, nonostante anche allora Cagliari stesse andando al rinnovo del sindaco e del Consiglio, il Centrosinistra non chiese di fermare la definizione del nuovo CdA, e così Truzzu, allora vincitore in città, se lo trovò già eletto e insediato.
Quest’anno invece, l’Assessore dell’industria e quello degli Enti Locali hanno scritto questa lettera (uscita dalle pieghe regionali, e anche questo è un indizio di ribellione burocratica), dal tono tra il paternalistico, il comico e il minaccioso (ho qualche sospetto su chi possa aver scritto la minuta) con la quale hanno invitato i membri dell’Assemblea a differire l’elezione del CdA.
Si può notare che la cifra retorica è ambigua: poiché la Regione ha poteri di coordinamento e di vigilanza, ritiene di poter entrare nel merito della gestione semplicemente evocandoli.
Per tutta risposta, l’Assemblea ha eletto il CdA e, per la prima volta, è entrato a farne parte il sindaco di Assemini, che casualmente è Mario Puddu, il padre politico di my dear, poi rinnegato e politicamente ucciso, nonché di Rasputin-Caschili.
Il significato politico di questa operazione è semplice: non tutto è ai piedi di my dear e la Camera di commercio di Cagliari, vero azionista di riferimento del Cacip, lo sa e ne ha preso atto. Il mondo è più vario di come il potere possa indurre a ritenerlo.
Dal punto di vista politico il vero interesse a scrivere una nota del genere starebbe nell’assessorato dell’industria, ma nel pie’ di pagina della nota, nell’indirizzario, si legge Viale Trieste 186 (sede degli Enti Locali) e Viale Trento 69, che è stata sede storica dell’industria fino al 2015 ma, da tale data, la sede è stata spostata in via XXIX Novembre. Che non sappiano neanche da dove stanno scrivendo? Oppure la minuta è stata partorita agli enti locali? Oppure è un modo geniale per confondere le idee? Oppure è solo semplice sciatteria?
@Silvana
Gli Abba direbbero “Mammamia” ma a Cagliari stanno dicendo tutti “tziarua” :))
Come direbbero gli Abba “MammaMia!”
A parte il contenuto, vogliamo parlare dell’italiano sconnesso?
E nessuno dei due Assessori ha corretto gli strafalcioni
Il cacip ha dato il segno di quanto due assessori, seppur forbiti nell’eloquio, non contano una cacip(pa). Esilarante l’ultimo capoverso della lettera biassessoriale ..” Resta inteso che […] codesto Consorzio dovesse necessitare […] potrà fare affidamento sul pronto supporto tecnico degli scriventi Assessorati.”.
Stanno ancora ridendo
Gli ortopedici americani lo chiamano “into-ening”(piede all’interno) o “pigeon toed” (passo del piccione), è spesso causa di notevole apprensione in famiglia ma nella maggior parte dei casi è una condizione comune tra i bambini di tutte le età che scompare spontaneamente con la crescita: in rari casi può essere sintomo di problemi neurologici a seguito di un parto complicato (ipossia o asfissia del neonato), in altri di un normale processo di ricerca del modo più corretto di camminare e di coordinarsi (schema motorio) e più spesso è una manifestazione di quelli che gli ortopedici chiamano “disturbi sovrasegmentari dell’arto inferiore”, cioè torsioni di ossa del piede (metatarsi), della gamba (tibia) o dell’anca (femore).