Da quando nei partiti della Sinistra sarda si è compiuto l’omicidio culturale dell’autonomismo e, in generale, si è riusciti a sconfiggere gli indipendentisti democratici (col Psd’az presente in Consiglio regionale, ma assimilato a un partito moderato-popolare), è venuto anche meno il pudore: nella composizione delle liste per le elezioni europee, anche in presenza di un sistema proporzionale con la possibilità di esprimere più preferenze (cioè di un sistema dove non conta la posizione in lista, ma il numero dei voti conseguiti), i Sardi accettano che nelle posizioni apicali (cioè nelle posizioni rappresentative della linea politica) non vi sia alcuno di loro.
Vediamo le liste principali una per una, ma si noti che non ve n’è una sola nella quale un sardo, anche solo moderatamente sardista, possa provare a riconoscersi.
Fratelli d’Italia
Nella lista di Fratelli d’Italia è capolista Giorgia Meloni che, essendo Presidente del Consiglio, con certezza rinuncerà a favore del secondo. Questa pratica dei candidati civetta è tutta e solo italiana (oggi il Corriere della Sera dedica a questa eccezione italica una bella pagina curata da Milena Gabanelli). Il primo sardo è terzo ed è il parlamentare Salvatore Deidda (detto Sasso), presidente della Commissione Trasporti della Camera con all’attivo un bel nulla per la qualità dei trasporti da e per la Sardegna. I Sardi voteranno Giorgia che ha in sé una sorpresa sarda piccola piccola, che non sarà mai eletta, che sta dentro una sorpresa siciliana, che invece sarà eletto. A noi!
Lega
Nella lista della Lega il primo posto è per la siciliana, eurodeputata uscente, Annalisa Tardino; al secondo posto, c’è lui, il generale Roberto Vannacci e dopo di lui altri due; Michelina Lunesu è quinta. Bisognerà andare a cercarla nella lista, prima c’è Vannacci. Ma certo, la posizione in lista non conta nulla, conta la propria forza, la propria notorietà, l’intensità della proposta politica. Sì sì……..
Forza Italia e Noi moderati
La lista di Forza Italia e Noi moderati si apre con la figlia di Rocco Chinnici, l’eurodeputata uscente Caterina Chinnici, che, come capolista, è un’ottima scelta non solo in Sicilia. A seguire c’è Michele Cossa e poi Maddalena Calia. Questo è stato il vero obiettivo della tanto osannata insularità in Costituzione: Cossa all’europarlamento, ma giacché non è che tutta la Sardegna abbia riconosciuto in lui un nuovo condottiero, si cerca almeno di piazzarlo secondo. Un putiferio di retorica per una semplicissima ambizione personale dovuta, anche, a una certa indisponibilità a riposarsi dopo circa trent’anni di presenza nelle aule parlamentari regionali e nazionali.
Partito democratico
Capolista del Partito Democratico è Elly Schlein la segretaria, quella che ci ha imposto la Todde sperando di svendere la Sardegna per acquistare vittorie altrove, ma che anche ha portato a casa solo smacchi durissimi da parte di Giuseppe Conte e dure sconfitte in altre regioni. Lei come Giorgia, si candida a fare il candidato civetta, in sardo cuccumiao. Pochi ricordano perché si dice ‘lista civetta’. Questo uccello è cerimonioso ed è usato per attirare altri uccelli. Quindi, le candidature civetta servono per uccellare gli elettori. Per trovare una sarda nella lista del Pd si deve arrivare in quinta posizione, e si trova Angela Quaquero, psicologa, che io conosco e stimo, ma che a molti sardi è assolutamente ignota.
Verdi e sinistra
L’Alleanza verdi e sinistra (Avs) presenta una lista unica per l’Italia. Capolista Leoluca Orlando (io non lo avrei candidato, dopo aver letto i libri del generale Mori), dietro al quale sta Ilaria Salis. Ora, personalmente non condivido chi ha criticato i Verdi per questa candidatura, ma mettere la Salis seconda dopo Orlando sta a significare che la si vuole usare più di quanto la si voglia liberare (cosa sacrosanta come fece Pannella con Tortora). Ma la cosa ancor più grave è mettere terzo Mimmo Lucano che merita interamente la candidatura, questo proprio non lo capisco. Infine troviamo Francesco Muscau, bravissima persona, ma non proprio noto ai più.
Lascio perdere, per carità di patria, le altre liste.
Si capisce perché la gente non andrà a votare?O avete ancora qualche dubbio? Finché non si cambierà legge elettorale io penso di no .Altrimenti qualcuno.mi illumini
Domenica sera ho fatto l’errore di guardare il servizio di Report sul sistema delle lobbies che condizionano pesantemente le decisioni di parlamento e commissione europea. Nello specifico sì parlava di allevamenti intensivi e benessere animale. Un film horror!
Poi, ieri, per iniziare bene la giornata, leggo sul Corriere l’articolo della Gabanelli che racconta il malcostume tutto italiano di candidare come capilista i leader politici, con il risultato di mandare a Bruxelles perfetti sconosciuti al posto dei primi che rinunceranno al mandato. È democrazia questa?
Ci raccontano che le democrazie occidentali sono sotto attacco da parte dei regimi autoritari, in primis Russia e Cina, quando invece il sistema si sta decomponendo al suo interno. Il pesante astensionismo ne è la prova. In più, anche in occidente, l’Italia ne è l’esempio, assistiamo alla personalizzazione dei partiti, che spariscono sostituiti dai nomi e dai volti che per qualche tempo arredano le nostre città impressi nei cartelloni come dei murales temporanei.
Rimane il vuoto dei programmi e il pericoloso senso di inutilità del voto.
In Italia a nessuno interessa delle elezioni europee. A cominciare dagli stessi politici che usano le elezioni europee come un mega sondaggio per il governo di turno. E infatti l’Italia non conta nulla in Europa, malgrado sia paese fondatore e sia uno dei più popolati, quindi teoricamente con più peso. Teoricamente, perchè i ministeriali non sono in grado di seguire i durissimi lavori istuttori delle commissioni tecniche a Bruxelles perchè pigri, abituati alle liturgie romane e perchè spesso non sanno parlare inglese. E quindi passano il testimone agli europarlamentari che sono ancora più pigri e ignoranti. Risultato? Piccoli stati come Olanda, Repubblica Ceca o Lituania contano più di noi e decidono per noi.
l’unica vera speranza è che la fiammella che si è accesa a marzo con GENTE VERA,SARDI VERI non si spenga ma venga alimentata.A questi politicanti di mestiere nulla importa dei Sardi e della Sardegna: importa solo del loro lauto stipendio,il quale checchè ne dica Fassino è esagerato per quello che fanno e solo proporzionale ai danni cha fanno.Non ci meravigliamo di tutto questo: siamo in Demoicrazia e siamo con il proporzionale.Questo,in parole povere,significa che tutti debbono essere rappresentati.Anche quelli come Vannacci e &….giusto per fare un esempio a portata di mano.
Facciamocene una ragione e alimentiamo la fiammella: così da dare a chi non si riconosce in questi tromboni ,una ragione per andare a votare..almeno in Sardegna.
Niente di più azzeccato di Schlein = Cuccumiao 😂😂😂
Caro Paolo,
le liste sono fatte dai partiti e se i rappresentanti sardi nelle segreterie non contano ne punto ne poco, dobbiamo prenderne atto. Quando contano (quel tanto che basta) si spendono per se stessi e per la propria banda. A questo si aggiunga anche che fintanto che il sistema elettorale applicato resta questo vigente, la Sardegna ha poche probabilità di vedere un proprio candidato eletto. E’ vero, è successo in passato ma l’elezione è risultata per lo più derivata da incroci fortunosi, rinunce, ricorsi e premature scomparse. Raramente è successo perché i candidati erano sufficientemente forti da farcela da soli come Soru, più di 180 mila voti, di cui 40mila circa raccolti in Sicilia, Salvatore Cicu che nonostante la percentuale bassa raccolta dal partito (il 16,4 %) riuscì con 51mila voti ad andare a Strasburgo e infine Moi trascinata dal risultato del m5s che raccolse circa il 31%.
Podeus istare trancuillos is Sardos: allenaos meda a dignidade miseràbbile ischeus acapiare su molente inue narat su mere e assumancu onore de molentes acapiaos ndhe teneus.
De su restu, in mesu a Tzivetas…, mica male!
Epuru no acabbo de tènnere isperàntzia de arrennèssere a èssere gente is Sardos puru (innanti de mòrrere).