La grande, grandissima fortuna di certa magistratura sarda è essere temuta dagli organi di informazione. Diversamente verrebbe sommersa da pernacchie sonore, labioascellari, in stile partenopeo.
I lettori ricorderanno gli arresti di qualche giorno fa, disposti dal Gip di Sassari a carico di alcune persone, per una gara, ritenuta alterata, della Azienda Ospedaliera Universitaria Turritana.
Sono finiti ai domiciliari imprenditori e medici, con il solito corredo di gogna.
Nomi e cognomi pubblicati in bella vista.
Ragione degli arresti?
Ovviamente il rischio della reiterazione dei reati.
Chi aveva chiesto gli arresti? Ovviamente il Pubblico Ministero.
Ieri si sono svolti gli interrogatori di garanzia e lo stesso Gip ha revocato gli arresti.
Perché?
Perché ha scoperto che uno degli arrestati non lavora più alla Aou perché è andato in pensione ( e ci è andato due mesi dopo la gara, quattro anni fa!) e che l’altro non lavora più nel servizio in cui era incardinato all’epoca dei fatti.
Domanda: e il magistrato e la sua Polizia giudiziaria non erano in grado di scoprire queste evidenze prima di chiedere gli arresti? C’è bisogno di pagare l’anima dei soldi a degli avvocati per dimostrare l’ovvio? Chi paga queste ardite disinvolture?
Le toghe, questi privilegiati dell’errore tanto impuniti quanto temuti, si sentano mandate dove è giusto che vadano.
Adesso mi preparo un caffè, esco in cortile e canto a squarciagola Un giudice del mio Fabrizio.
Da grande ho capito una cosa semplice ovvero che si diventa avvocati o giudiciiniziando lo stesso percorso e ho capito che la differenza non è il percorso ma quello che c’è prima.Semplicemente la Famiglia è L esempio che questa può dare o no dare.Il percorso e lo studio delle leggi e la loro applicazione che verrà fatta non tanto in base a quello che si è studiato quanto all’esempio che la Famiglia ha potuto inculcare.Per questo motivo ci sono stati Giudici che hanno dato la loro vita insieme a forze di Polizia per quei Valori e ci sono avvocati e giudici che lo fanno solo per lo stipendio che gli dà da campare ,poi se questi due tipi si incrociano esce fuori il peggio.Ma per fortuna la maggior parte ha avuto Famiglie che oltre mandarli all’università o a fare il concorso in Polizia gli ha insegnato il senso del dovere per fortuna
Gentilissimo Romano, la ringrazio per il suo intervento, però io non chiamo la Polizia Giudiziaria così per prenderla in giro, ma solo perché questo è il suo nome. So bene che le forze dell’ordine ci proteggono, ma potrei raccontare tanti episodi di come, anche, non lo fanno. Come pure, prima o poi, racconterò che cosa hanno fatto con me, non riuscendo nel loro intento solo per una congiuntura astrale di virtù personale e di fortuna. Se Lei è un poliziotto, non si senta offeso: vi rispetto, ma anche voi avete i vostri vizi ed è tempo di parlarne.
Per credere ancora nel valore della giustizia italiana ci vuole un fisico bestiale. Ciascuno di noi, direttamente o indirettamente, per piccole o grandi cose, è passato nella tramoggia di un magistrato superficiale, disattento o talora guidato ad hoc dal suo burattinaio politico. Incuranti di quanto emotivamente e pecuniaria mente provoca il loro operare dissennato, e spesso inconcludente, non imparano nulla dagli eventi che provocano. Non hanno testa, non hanno cuore, non hanno desideri di servire i cittadini ma solo un accanito attaccamento al potere. Passeranno su questa terra con il passo pesante degli orchi e saranno ricordati come sono stati: piccoli uomini senza onore.
Delle volte mi chiedo se sbaglino volutamente o per pura superficialità, spesso pescando con la rete a strascico. Basterebbe che la legge fosse uguale per tutti, anche per loro.
La responsabilità è di chi non li querela e denuncia.
A sessant’anni mi ritrovo senza lavoro,condannato a 3 anni per stalking perche’ cosi’ ha voluto un industriale dell’immondizia che non voleva pagare lo stipendio a un invalido.
L’unica cosa che voglio dire al signor Paolo Manichedda è che quella che lui chiama polizia giudiziaria a mo di presa in giro é la stessa che giornalmente lavora per la sua sicurezza e non per far del male a chiunque.. Quindi non prendete per il bavero chi lavora per voi ma guardate chi sta sopra di loro. Grazie
Il problema principale è che il legislatore NON SI PREOCCUPA MINIMAMENTE,nell approvare una legge,COME ESSA SI INSERISCE NELL AMBITO NORMATIVO PREESISTENTE, lasciando ai giudici un attività interpretativa che il più delle volte è eccessiva e contraddittoria tra gli addetti ai lavori. Personalmente cancellerei per legge abrogazione tacita,tra le norme,limitando al massimo l area di competenza dell ordine giudiziario,OBBLIGANDO LE COMMISSIONI PARLAMENTARI ,NELL APPROVAZIONE DI UNA LEGGE,di modificare/integrare/abrogare ,capo per capo,titolo per titolo,articolo per articolo,comma per comma ….tutte le normative e loro contenuti preesistenti alla norma….e venendo dall’ edilizia con il metodo di lavoro CUCI E SCUCI,per i paramenti murari così per le norme…
Più che d’accordo anch’io, nelle procure Sarde, aimeh, sembra si adotti il modus operandi dei CIRCENSI,.,
ossia fare di tutto x far divertire il pubblico, ogni qualvolta si scandalizza una sentenza emessa alla CAZZ!!!
Il fatto è però, che purtroppo assai di sovente, questi, CHIAMIAMOLI ERRORI GIUDIZIARI, ROVINANO IN MODO ANCHE IRREPARABILE, LE VITE DI CHI LI SUBISCE,.,
Mah, mi sa tanto, che mi accodo anch’io al coro e canto DE ANDRÈ al Vs pari.
Ma nel territorio che ha rubato 33 anni di vita a Beniamino Zuncheddu per la cialtroneria di una Corte d’Assise che, evidentemente, non ritenne di spremere l’unico testimone da cui dipendeva l’ergastolo (l’ergastolo!) per l’imputato (tipico dare per scontato le dichiarazioni rese a PM e PG) di cosa ci meravigliamo?
Devo ricordare Tortora ed il referendum neutralizzato un anno dopo con la legge Vassalli da una classe politica pavida e corrotta?
L’Italia, piaccia o no, resta l’unico paese sudamericano esistente in Europa.
Il giudice di De Andre’ è mitica. Io l’ho dedicata più volte 😂
Nel cuore della Sardegna, dove il vento sussurra antiche storie, circola una maledizione tanto affascinante quanto emblematica: “ancu ti currat sa giustizia”. Un “augurio” che non lascia scampo né agli artefici di misfatti né agli innocenti. La giustizia, talvolta, sembra un cammino tortuoso e impervio, dove anche le menti più sagge possono trovarsi disorientate. Le toghe, temute, rispettate e cruciali nel loro ruolo, si muovono con solennità, cercando di tessere ordine nel caos, sempre sotto lo sguardo attento di chi, dal profondo dell’isola, osserva con rispetto e una punta di ironia sarda.
A proposito dell’ironia sarda, il frastimmo “ancu ti currat sa giustizia” risuona come un campanello d’allarme che non suona mai a festa, ma piuttosto a funerale! Sembra quasi che, con una spruzzata di sarcasmo e una risata sotto i baffi, gli isolani sappiano che la giustizia si fa sempre sentire. È un promemoria che, quando meno te l’aspetti, la giustizia può bussare alla tua porta, con la speranza che non porti con sé un mandato di arresto sbagliato!
In questo vortice di eventi e decisioni, persiste in me la speranza che la giustizia possa affinare la sua precisione e giustezza. Con ogni lezione appresa dagli errori del passato, si rafforza la fiducia in un sistema che aspira a equità e verità per tutti.
Così, mentre il vento continua a narrare storie di mare e di terra, sogniamo un giorno in cui “ancu ti currat sa giustizia” possa evocare immagini di giustizia perfetta, che protegge sempre da condanne ingiuste gli innocenti assicurando che i colpevoli ricevano un trattamento giusto e conforme alle leggi.
Recentemente il mio “carissimo” giudice civile, nel corso dell’ ennesima udienza allungabrodo, con candore disatmante, ha confessato al mio avvocato di essersi dimenticato la sussistenza di una consulenza del CTU, da lui nominato l’ anno prima, che era di per sé illuminante ai fini della causa (che riguarda un minore).
Un anno buttato, si dirà semplificando, “per inefficienze strutturali del sistema”. E già! Io direi “deficienze dei singoli magistrati” calati in un sistema ridicolo e apologetico, più che deficitario (il processo civile di oggi, nel caso di minori , almeno qui da me è pura aberrazione e farebbe schiantare dal ridere se non ci fosse coinvolto un ragazzino!).
Quindi sono del tutto d’accordo con le conclusioni di P.M..
C’è poco da aggiungere, da parte mia! L’articolo e i commenti mi trovano d’accordo.
Ma permettimi prof. l’ultima frase…grande grande grande! Sto cantando anch’io!
Le solite barzellette all italiana
Infangare le persone con il vile pretesto di finire sul giornale in modo che tutti possano sapere che esistono ancora i paladini della famosissima Giustizia.
E conoscendo molto bene uno di questi tremendi delinquenti che lavora e dà da lavorare spaccandosi la schiena da più di 30 anni mi auguro che tutti questi saltimbanchi che alimentano il circo mediatico Paghino…..
Non si tratta di indagini di un certo spessore ma talvolta, in alcuni adepti emerge la breve distanza del cuore dal….…
Beh, cun cosas goi faghet a prenare prus decímetros cuadrados de iscritura in sas pazines de unu giornale e… totu triballu (pardon: lavoro) est, mancari fintzas “reiterato”.