Questo inserto pubblicitario è apparso ieri sul Corriere della Sera.
L’ha commissionato e pagato la società Technital, una società di ingegneria tra le più importanti d’Italia nel campo idraulico.
È la stessa che ha l’incarico a Olbia di sviluppare il progetto alternativo al Piano Mancini che è in itinere tra l’amministrazione comunale e gli uffici regionali, sebbene con qualche dubitabile procedura in sede proprio di formalizzazione dell’incarico a questi professionisti, di cui ha anche discusso il Consiglio comunale (salvo poi far calare un tombale e complice silenzio).
La Technital è la stessa società che aveva definito pericolose le vasche di laminazione del Piano Mancini.
È curioso adesso notare che essa paghi fior di soldi per dire sul principale quotidiano della Repubblica italiana, due cose:
– che i bacini di laminazione sono, in generale, “interventi semplici, non invasivi e compatibili con l’ambiente che ci difendono dalle piene dei fiumi, sempre più frequenti e intense”;
– che la Technital ha realizzato le vasche in due comuni veneti e si sente in dovere di ringraziare le amministrazioni che hanno seguito questa strada.
Potrei ricordare male, ma forse no, la Technital sostenne che invece per Olbia, queste opere semplici, non invasive e compatibili con l’ambiente erano pericolose e quant’altro. Mi pare anche di ricordare un video che simulava la rottura delle vasche di laminazione del Piano Mancini e il suo effetto sull’abitato di Olbia. Quando si dice ‘la pedagogia della paura’! Sono sicuramente io che sbaglio, ma a me chi cambia valutazioni generali e di sistema a seconda del committente genera un dubbio di serietà scientifica. Ma sono io che sbaglio; nel mondo di oggi non conta dire la verità, conta essere creduti, quindi il più bravo è quello che sa convincere meglio: la verità non conta.
Poiché, però, per me la verità conta, dico solo per me che il progetto con il canale scolmatore (sempre che riesca a stabilizzarsi dopo almeno quattro ipotesi che ho contato fino ad oggi) è giunto a costare circa 3 volte il costo del Piano Mancini e che la popolazione oggi soggiace a un rischio residuo molto più alto, cioè al rischio di avere, mentre si sviluppa il progetto e poi lo si realizza, una piena come quella che c’è già stata, che è passato da 6% al 36% considerando il tempo trascorso fino ad oggi.
Bella pubblicità, non c’è dubbio, ma a me è sembrata una provocazione alla sorte. Speriamo di continuare ad essere fortunati e che il cielo si limiti alle piogge giuste, solo a quelle giuste, e aspetti, per quelle sbagliate, i tempi e i costi dei progetti della scienza a committenza variabile.
@ Francesco Non so chi lei sia, ma immagino perché si nasconda dietro l’anonimato. Per mettere in fila i fatti: 1) la proceduta di VIA era in capo al Comune di Olbia, delegato dalla Regione; 2) la Giunta Pigliaru e io in particolare, chiese e ottenne una proroga per la VIA proprio per consentire al Comune di Olbia di presentare proposte alternative al Piano Mancini, che vennero valutate; 3) proprio la lentezza di esecuzione del Comune di Olbia portò a non completare l’iter, posto che dal 2016 era subentrato il sindaco Nizzi al sindaco Giovannelli; 4) la Procura di Tempio ha archiviato? Buono a sapersi, ma perché LEi lo sappia, io non ho denunciato nessuno, ho presentato un esposto nel quale illustravo l’attività svolta, in modo che, se dovesse esserci nuovamente un’alluvione, nessuno mi venisse a cercare; 5) il territorio di Vicenza è diverso da quello di Olbia? Certamente, ma l’onere di dimostrare che uno strumento ecosostenibile è adatto in un territorio e non in un altro è a carico di chi le esalta nell’uno e le denigra nell’altro, non certo di chi le ritiene uno strumento di prevenzione flessibile e poco oneroso in tutti i contesti.
Giusto per riordinare i fatti.
Il progetto delle casse e dei canali larghi 12 corsie stradali fu inviato alla valutazione di impatto ambientale nel 2016 e da subito si percepì l’inadeguatezza della soluzione progettuale. Tanto carente che la stessa giunta Pigliaru-Maninchedda-Balzarini non fu in grado di deliberare la VIA entro il termine del mandato nel 2019, lasciando a Solinas l’ingrato compito e nascondendosi dietro il sindachello di turno che non dispone di alcun potere sulla procedura di VIA regionale.
Questi i fatti politici, che non a caso sono stati ben riconosciuti dalla popolazione di Olbia e archiviati dalla procura di Tempio.
Ai personaggi che in cinque anni di mandato regionale non furono in grado di concludere la VIA e adesso passano il tempo a ritagliare gli articoli dei giornali si potrebbe fare notare che il territorio di Vicenza è un tantino diverso dalla Gallura.
Egregio Lucherini, a me non pare affatto che nell’articolo che lei liquida con metodo twitter/X, si adduca a “sostanziale impreparazione” ma a ben altre questioni.
Sono certo che se conoscesse la vicenda Olbia dall’inizio (e il 2013, inteso come 18/11/2013 non è l’ inizio) anche lei amplierebbe la sua visuale e avrebbe voglia di sollevare a sé stesso, prima che ad altri, talune domande.
A Olbia le certezze non contano. Tanto meno se sono scientifiche. Ancor meno contano talune regole e in passato le regole non erano neppure conosciute ( pensi solo a quelle urbanistiche e ai Regi Decreti che regolavano i criteri localizzativi rispetto a canali e rii).
Conta il fluire dinamico e l’elasto-plasticità delle idee che trasforma la distrazione in competenza, l’ ignoranza in conoscenza e la cattiva fede in religione.
Ed è per questo che ad un Rais, con tendenze da ducetto, o capetto di vicinato, è toccato trasformarsi in legittimo delegato eletto con un pelino in più del 50% del 35 % degli elettori Ed è per questo che a costui può venir comodo, oltre che facile ergersi a dominus e sceneggiatore di questa gravissima esposizione della città. Soprattutto quando a Cagliari c’è qualcuno che glielo ha reso possibile e forse anche Roma.
Il novello Kim Jong-un ha trasformato la quarta città della Sardegna nella città Sua, la Sua popolare repubblica indipendente, la sua splandida corea, fatta di servizievole fluidità e di sudditi fluenti. Il suo rischio idrogeologico se lo giostra e amministra come vuole lui, con qualche sforbiciata e specchietto stellato per le allodole, E con quellu che a Cagliari dovrebbero amministrare centralistica mente l’ assetto idrogeologico che invece si sono piegati alla devoluzione. …Assurdo tradimento (quest’ultimo)!
Sarebbe tutto quanto estremamente grottesco e comico, se non fosse che è stato e sarà ancora per molto tragico.
In Sardegna non c’è un caso così allegro di allegra gestione. Credo, per questo, che abbia proprio ragione il signor Annunziata.
Penso infine che in una repubblica italiana consapevole e coesa (ma per ora di là da venire), un caso così non passerebbe inosservato a Roma. E invece siamo qui, ancora, a sperare che qualcuno se ne accorga.
Egregio Lucherini, qui se c’è uno che si muove come l’uomo qualunque è lei non io. Ho precisato le mie fonti; ho pubblicato l’annuncio pubblicitario; ho ricordato l’incarico professionale scivoloso; ho ricordato la strategia aggressiva messa in campo contro le vasche di laminazione ad Olbia. Lei è di altro parere? Benissimo, argomenti allo stesso modo anziché usare l’antico metodo dell’argumentum ad personam per non parlare del merito dando del qualunquista a chi non la pensa come lei. Forza, si applichi.
Non credo che scrivere su questi temi adducendo una sostanziale impreparazione sul tema possa essere un utile contributo all’informazione corretta. Su opere di questa entità, se si vuole informare il lettore serve informarsi alla fonte e documentare i propri assunti senza mascherarli da commenti del noto “uomo qualunque”
Le promesse elettorali hanno avuto la meglio sulla sicurezza dei cittadini. Questa situazione che perdura dal 2013 non viene risolta fin quando non ci saranno altri morti per cataclismi naturali.. I politici sono al sicuro e dormono sonni tranquilli.
Lorenzo, non so se lei conosce questa storia lunga 11 anni. A mio parere il problema è ben altro. Allo stato dell’arte il progetto idrogeologico della citta di Olbia dovrebbe essere ormai di natura giudiziaria.
Può un sindaco, Nizzi, lui ragioniere-medico, anche se guidato da tecnici di sua nomina, assumere decisioni -su studi idrologici? Materia trasformata da modello matematico a politichese da campagna elettorale, propedeutica per vincere le elezioni municipali.
Per affosare il piano Mancini, il Nizzi chiama in soccorso la giunta regionale amica., guidata da quella bell’anima di Solinas, e con delibere da ottovolante manda in soffitta un progetto costato all’erario un pacco di soldi, perché la soluzione delle vasce scolmatrici confligge OMISSIS e riduce le macchie edificatorie della periferia olbiese. Paese che, a mia memoria giovanile, prima della tumultuosa crescita urbanistica, era circondato da stagni. Per quel poco che ho potuto leggere, l’alternativa alle vasche laminari, dovrebbero essere dei canali-gallerie, uso il condizionale perché vedo molta fantasia idraulica nel progetto alternativo al piano Mancini. Quando finirà questa voragine di finanziamenti destinati ad Olbia per mettere le pezze con cui rattoppare le scelte scellerate degli amministratori locali. Basta guardare ai 22 milioni di euro regionali con cui è stata realizzata la stazione Fs fantasma?
Sarebbe apprezzato un chiarimento in merito da parte dell’ing. Venturini.
L,Italia finché non abbatterà questi chiari movimenti idrologici di scolmatori si ..scolmatori no..poco ne verrà a capo!!!!!!