Primo: un abbraccio a Renato Soru.
Secondo: chiedo scusa a DiBiMedia. Il loro sondaggio era pertinente.
Ne ho dubitato pubblicamente e, evidentemente, ingiustamente. Era il mio che era stato calibrato sulle mie attese e io non me ne ero accorto.
Con oggi si conclude il mio impegno politico organizzato.
Questa è l’ultima elezione cui partecipo attivamente.
È evidente che non sono sintonizzato con i fenomeni di massa.
Oggi per fare politica serve più uno skipper che capisca i venti che un uomo di studi.
Sono distante anni luce sia dalla Destra sarda che ho combattuto quando la Sinistra negoziava i finanziamenti alle sue associazioni di riferimento in finanziarie vergognose.
Sono distante sideralmente dal Movimento Cinquestelle, lo trovo un movimento di Destra temporaneamente collocato a Sinistra. Non mi piace il suo giustizialismo, il parassitismo della sua classe dirigente, l’aggressività del suo agire, la superficialità delle sue competenze e il rancore che porta verso la borghesia che sa, che produce e che giudica.
Temo il camaleontismo cattopopulista di Conte.
Oggi il Movimento 5Stelle ha vinto.
Ha conquistato la Sardegna.
Tutta la Sardegna, ma non casa mia.
Come dice spesso un caro amico mio, a casa mia si suona e decido io se aprire. Magra consolazione, ma in un luogo dove tutti apriranno l’uscio e cospargeranno il cammino di rose, un uscio chiuso dove si entra dovendo chiedere permesso e con incertezza di apertura sarà un presidio di civiltà, di libertà e di educazione. Quando iniziai a porre la questione della giustizia giusta in Sardegna ero solo e reietto, moltissimi strisciavano ai piedi dei PM, oggi siamo qualcuno in più a non temerli, a guardarli per ciò che sono, a denunciare i loro errori. L’esercizio della libertà contagia: qualche altro uscio monterà piano piano un campanello.
Ho sempre ammirato la dignità di Dante nel resistere, nel vivere l’esilio con un’altezza di ingegno e uno sforzo morale che lo portò a concepire una visione del mondo così intensa che comportava anche un suo radicale e profondo cambiamento interiore. Petrarca, invece, fece di sé stesso un modello e un universo di riferimento e per questo non mi è mai piaciuto.
Chi resiste quasi mai resiste per sé e quasi sempre deve diventare altro da sé.
Do conto del mio stato d’animo attuale pubblicando uno scambio di sms con un amico:
Amico: “Tu devi uscirne verticale… a risultati acquisiti spiega il punto”.
Io: “Io sono feritissimo, perché col mio cristianesimo cui non posso rinunciare per ragioni che nessuno crederebbe, con la mia cocciutaggine a tentare di rappresentare sempre una nobiltà superiore alle mie miserie, con questa maledetta idea di dotare la Sardegna di poteri statuali, sento la responsabilità di chi mi ha seguito in cose forse troppo piccole per il mio cuore ma troppo grandi per la storia. Sono affranto e stanco”.
Devo trovare un modo di vivere la politica più compatibile con le mie forze attuali e con la volontà di non sottrarmi a testimoniare ciò che l’intelligenza mi porta a vedere di questo tempo.
A me pare che siamo in una fase ateniese delle democrazie occidentali, cioè con tutti i bug della democrazia in forte espansione verso ciò che ad Atene la distrusse. Non è in crisi il suffragio universale, è in crisi la forma dello Stato, l’equilibrio dei poteri, il rapporto tra i singoli e gli apparati, con una compressione progressiva delle libertà individuali a favore dell’efficienza e della forza delle macrostrutture. Il potere si sta rapidamente verticalizzando proprio mentre si mostra più incline a ogni sussurro popolare. È così dai tempi antichi; fu così all’epoca dei totalitarismi europei e ci fu chi, dopo la guerra, predisse che sarebbe riaccaduto non appena la paura della guerra sarebbe passata, cioè quando la guerra silenziosamente sarebbe stata di nuovo preparata. L’abuso del linguaggio e della credulità per manipolare tutto e tutti, la faceva allora e la fa da padrone oggi.
A me questo pare e questo da solo continuerò a dire.
Mi è sempre piaciuta l’immagine di Mandela che rompe pietre e continua a pensare di aver ragione.
Spaccherò le mie pietre, da solo.
Continuerò a dire che la questione sarda è una questione di poteri e che non la si può risolvere se si conquista la rappresentanza politica per concessione dei soggetti politici italiani. La logica ha ancora una sua forza.
Tuttavia bisogna prendere atto che i Sardi vivono nel mondo globalizzato e seguono i messaggi che hanno forza planetaria, quelli che hanno la stessa suggestività dei brand della moda.
Ne prendo atto.
Ma io la bandiera della Sardegna continuerò a non sventolarla inutilmente negli stadi e nei concerti e a piantarmela bene nel cuore, insegnando e rivendicando che noi abbiamo bisogno di tre cose: libertà, potere e responsabilità. Nessuno le concede. Si conquistano. E come ho sempre combattuto l’uomo politico sardo più intelligente dopo Gramsci, che fu Cossiga, così continuo a combattere chi cerca il potere in Sardegna per concessione di soggetti politici italiani, perché sempre dovrà renderne conto. Sono quelli che danno ragione a Pili contro Lussu. Sono i cosiddetti realisti, quelli che sanno dire tutto del presente, ma che si spaventano se irrompe una novità così vera da sconvolgerlo. E la respingono. Sempre.
Questo sito continuerà a parlare di politica, a raccontare criticamente il potere, a riferire di cultura.
Sono un uomo sconfitto, è vero, ma sto in piedi, dritto, nell’unico modo che conosco, cercando verità e nobiltà.
Si dispensa dalle visite.
@ Francesco Masia Guardi, io avrei scelto Soru anche con sondaggi molto negativi, l’unica avvertenza che avrei osservato è che lo avrei detto ai miei lettori. Ma, per favore, non mi invilisca con chi sceglie il vero in base al forte.
Prof., ammissibile che valori e libertà abbiano dettato la scelta iniziale (trascurando che lo stesso Soru ha dichiarato, onestamente, di aver ragionato anche su sondaggi, in quanto “non sprovveduto”).
Penso però che, almeno alla fine, la corretta lettura di corretti sondaggi avrebbe dovuto portare a scelte e comunicazione differenti.
Bisogna reagire, andare avanti, non sprecare il capitale culturale, politico e umano formatosi durante la bellissima campagna elettorale condotta da Soru, Una cosa che la sinistra ha smesso di fare da tempo immemorabile. C’è un grande bisogno di rifondare la politica, le sue pratiche, le sue parole, il suo senso. Quindi avanti, avanti.
Francesco, non si è scelto sulla base dei sondaggi, ma per valori e libertà.
Prof., sul sondaggio “calibrato sulle sue attese”: non ci dice più di questo, perciò è inutile proporsi di capire a fondo. Ma il problema sta nei sondaggi cui ha dato credito l’anche mio Soru: se erano gli stessi suoi, Prof., allora sarebbe come essersi attrezzati per il polo con le infradito, contando su previsioni calibrate sulle proprie speranze.
Se fosse così, ci sarebbe poco altro da dire.
Se erano invece sondaggi diversi, ma altrettanto ingannatori, verrebbe da approfondire e magari chiedere i danni, oltre che i soldi indietro.
Perché a ragionare su sondaggi attendibili si sarebbe magari maturata la scelta, almeno in coda alla campagna elettorale, di orientare al voto disgiunto, spiegandolo bene, per non mancare quel 10%.
Resta che abbiamo una legge elettorale che sembra scritta dagli Inglesi per l’India; invece ce la siamo scritta da soli (e, fin qui, ha trasformato in Inglesi tutti quelli che ne hanno beneficiato).
Un consiglio (non richiesto) per un’altra battaglia che meriterebbe di essere condotta anche a perderla? Promuovere una legge di iniziativa popolare per cambiare questa legge (se prima la Presidente non si guadagnasse davvero questa medaglia).
Buongiorno, ho conosciuto da poco questo spazio ma so già che diventerà parte fondamentale della mia informazione. L’ho conosciuta grazie a mio figlio, uno dei tantissimi giovani che hanno sostenuto e partecipato attivamente alla campagna elettorale di progetto Sardegna. Continuiamo a chiamarli giovani anche se ormai nei loro… enta!!!
Ho toccato con mano il loro entusiasmo e il loro riconoscersi in un movimento che, finalmente, ha dato loro il ruolo di protagonisti. È difficile scardinare l’ignoranza e l’arroganza di chi ripete che i “giovani” sono superficiali e qualunquisti, solo perché non si riconoscono nei vecchi partiti o rivendicano un ruolo attivo al loro interno.
Mi auguro che persone come lei continuino a sostenerli.
Destino cinico e baro. Non è la prima volta, non sarà l’ultima.
@Ozimandias Eccoti servito. Non condivido una sola parola di ciò che dici, ma siccome sei un anonimo, non ho voglia di risponderti.
@ Peppino Ma che dici? Ma che dici?
Ho scoperto questo blog pochi minuti fa, e mi accorgo piacevolmente che forse non sono solo a pensarla in un certo modo. Sono ritornato a votare dopo un paio di tornate elettorali che avevo disertato perché mi sembrava inutile. Lo ho fatto solo per votare Soru e la sua idea di Sardegna, capisco lo scoramento ma una sconfitta era largamente prevedibile, ma come dice qualcuno il seme ha bisogno di tempo per crescere e questi pochi mesi non erano sufficienti, ci vuole pazienza. Questa esperienza può essere la partenza di una nuova stagione, bisogna riuscire a fare da catalizzatore delle diverse anime del sardismo, che da sole fanno solo folclore, e farle convivere, in questo momento solo Soru può riuscirci. Il progetto deve continuare, e bisogna essere presenti alle prossime amministrative, anche dentro le liste civiche.
Paolo , vuoi solo commenti conformi ? Eppure la citazione di Hamelin dovrebbe piacerti.
In realtà non ho amato mai alcuni del suo parterre, i Chicago Boys in salsa sarda, il suo padronalismo non di rado maleducato nei confronti di chi si trovava più giù di lui nella scala sociale.
“Oggi per fare politica serve più uno skipper che capisca i venti che un uomo di studi”. Lasciamo da parte la frustrazione della sconfitta, tra le tante cose queste elezioni (e la giornata di ieri) ci dicono piuttosto che serve piuttosto più informazione “sul pezzo”, ieri è un po’ mancata, insieme al coraggio di uscire dai paletti dei “dati ufficiali”, del compitino da non pasticciare. Ecco perché serve l’uomo di studi, colui che conosce l’apprendista stregone e aiuta gli altri a riconoscerlo, anche e specialmente quando il vento ti confonde.
La mia stima per lei e il suo impegno culturale e politico,la sua lealtà Prof. Maninchedda.
Di queste elezioni mi rimane:
La certezza della crisi della politica in Sardegna.
I punti interrogativi, su una legge elettorale sfavorevole al pluralismo (impossibile pensare a un terzo polo)
La tristezza, che In Sardegna si sia condotta l’ennesima guerra elettorale per procura.
La convinzione che le idee di Soru per l’isola, siano le migliori ,ma lui non è adatto a governarle (non l’ho votato per questo).I Sardi credo, abbiano bocciato l’uomo, non le sue idee. Sbagliato? Forse: ma questo e quanto.
La speranza che il “Progetto Sardegna” vada avanti e sia un progetto inclusivo, con il contributo di Soru e insieme ad altri; per creare una mentalità nuova ,resiliente e che non duri uno spazio elettorale. Lavoro lungo, difficile, che richiede tempo ma principalmente : contatto con la realtà.
Pianterò i miei alberi da solo.
Grazie anche alle persone che si sono impegnate e continueranno a farlo con la stessa onestà che ho riscontrato in questa occasione. Siamo donne e uomini liberi.
A te Paolo un grazie immenso e non smettere di illuminarci.
Ogni volta che ti leggo mi sento irresistibilmente attratto dalle tue teorie, dalla tua passione, dalla tua visione. Ti ammiro, sinceramente. Poi penso a quanto è successo e da buon cristiano, spero di esserlo o almeno ci provo, non riesco a perdonarti.
Nessun problema, tutti sbagliamo, l’importante è rendercene conto e non ripeterlo nuovamente.
In bocca al lupo per tutto
ps: è BiDiMedia ;)
caro G. di Olbia, “Io, come tanti altri giovani, ci rifiutiamo di combattere una battaglia impossibile da vincere. Andremo all’estero e probabilmente ci rimarremo, finché non torneremo per goderci la vecchiaia” è un ragionamento da vecchio, te lo dico con affetto, come lo dicessi a miei figli che hanno la tua età.
quali battaglie dovremmo combattere, quelle già vinte? o quelle dove non si deve combattere?
usciamo da questo stereotipo che la Sardegna non sia una terra che non dà niente, perchè non è vero. è vero l’esatto contrario!
vai pure all’estero e fai le tue esperienze. ti renderai conto dei valori e della gente che abbiamo e che siamo. tornerai, mi auguro, ancora giovane per combattere le battaglie giuste per la tua terra e per quelli che come te meritano il meglio.
Buongiorno Professore
Ricorda cosa le ho scritto una settimana fa?
I nodi vengono al pettine prima o poi.
Oggi è il giorno della verità.
Oggi è chiaro a tutte e tutti chi ha mentito in questa campagna elettorale. Chi ha avvelenato i pozzi. Chi ha sparso illusioni a piene mani. Chi ha manipolato la realtà per asservirla ai propri fini. Oggi è evidente la differenza tra chi ha fatto propaganda e chi ha fatto Politica.
I numeri sono numeri Professore.
Era vero affermare che ogni voto a Soru equivaleva a un voto a Truzzu con siffatto sistema elettorale.
Era vero dire che la coalizione sarda non aveva alcuna possibilità di vincere, il voto dice che non l’ha mai avuta.
Era vero dire che ci sarebbe stato molto voto disgiunto, sì ma è stato verso Todde.
Era falso affermare che ci sarebbe stato un testa a testa Soru Truzzu. Era falso dire che il Pd si stava svuotando, che Todde sarebbe arrivata terza. Era solo propaganda, la più becera, la più arrogante, la più falsa.
Si renda conto del fatto che siete quasi riusciti a consegnare la Sardegna alla peggior destra che si ricordi in democrazia.
Vi era stato consigliato di entrare nella coalizione di centrosinistra, di portare sotto un unico cielo le vostre istanze le vostre idee i vostri valori, di unirvi e guidare la Sardegna verso un domani migliore. Portare quel consenso all’interno della coalizione di centro sinistra avrebbe consentito a quegli elettori che vi hanno scelto di ottenere una rappresentanza nel consiglio regionale, avrebbe consentito alle vostre istanze di poter partecipare alla costruzione della giunta regionale e invece niente di tutto ciò accadrà. Avete sacrificato una ragionevole alleanza sull’altare di un leader del passato. Aut Caesar aut nihil.
Nihil appunto.
Avete detto di no, avete mentito ai vostri elettori illudendoli del fatto che la vostra coalizione potesse essere autosufficiente. Avete parlato di vicerè mandati da Roma, evocato complotti, sbugiardato sondaggi veri, tacciato di incompetenza Alessandra Todde unico vero bersaglio della vostra campagna elettorale.
Avete millantato certezze per settimane, certezze che si sono sgretolate dinanzi al voto. Ci faccia vedere i suoi sondaggi così perfetti Professore!
Avete fatto una campagna elettorale arrogante e violenta alla quale non abbiamo replicato per settimane tollerando le vostre falsità, preferendo il dialogo con i cittadini e le cittadine.
Sapevamo che era la cosa giusta da fare e così oggi, nonostante la vostra mendace narrazione, i Sardi e le Sarde hanno deciso diversamente.
Per fortuna i SARDI e le SARDE non Roma, non i presunti viceré , non le multinazionali, non Terna, non le basi militari, non Draghi, non i leader nazionali, non Batman, non Mickey Mouse ma i SARDI E LE SARDE
I SARDI E LE SARDE HANNO VOTATO, i SARDI E LE SARDE HANNO DECISO. Ha deciso la Sardegna. E questa decisione della Sardegna merita rispetto.
È una vergogna che Soru abbia detto che è stato ingannato dalle urne, le urne non mentono, non ingannano, le urne hanno detto la verità, una verità che era sotto gli occhi di tutte e tutti. Non l’avete vista perché era ricoperta dalle vostre menzogne.
Ps
Può decidere di non pubblicare questo post come ha già fatto per altri, può negare la verità a se stesso ancora una volta. Non mi importa, come ho avuto già modo di scriverle, mi basta che lo legga lei.
“Dove lo tocchi suona”
Così si dice dalle mie parti per elogiare un un galantuomo, e questo è ciò che penso io di Soru.
Non l’ho votato perché non riesco a digerire calenda, cucca e tantomeno renzi. Sarà una coincidenza ma la sua parabola si era eclissata quando sposó il giullare piduista: errare fu umano, perseverare catastrofico.
Una lista unica avrebbe introdotto un semino in regione che sarebbe stato pianta al momento opportuno, peccato.
Sono nato Sardista, rimango Sardista e continuerò a rimanere Sardista, jeo bi soe e bi abarro bintzas a cando sas fortzas mi sustenent e sico a gherrare inintro de su PSd’Az.
P.s: in s’urtimu Cussizu Nazionale de su Partitu Sardu fipo solu a narrer chi depiamus sustenner a Soru!
Fortza paris e a nos bider sanos!
Immaginavamo un risultato diverso, ma a costo di apparire testardo preferisco perdere con le mie idee che vincere con quelle prima impacchettate e profumate da qualcun’altro, poi servitemi come panacea.
“Grazie, inizio a sentirmi parte di qualcosa”. Continuo a credere in queste parole che ho potuto dire a Soru dopo l’incontro di Macomer, ringraziamento che vorrei estendere anche a lei per il tempo e le parole che ha speso durante gli ultimi mesi.
Mi piace pensare che nonostante la sconfitta sia stato piantato un piccolo seme che germogliando, in futuro, potrà dare realtà alle tante voci che si sono levate durante le decine di incontri in tutta la Sardegna, riunite sotto un’idea comune di crescita e rinnovamento collettivo.
Sconfitti ma forti di una nuova idea di Sardegna.
Egregio Dott. Maninchedda,
Spero che legga questo commento.
Durante questi mesi ho letto con piacere i suoi post, mi rammarico di non aver scoperto prima questo blog.
Su Renato Soru ho opinioni ambivalenti: da un lato ne riconosco la fine abilità politica nonché imprenditoriale, dall’altro devo ammettere che non si tratta di un individuo senza macchia. Ha già governato la nostra Isola e ha commesso numerosi errori, inserendosi nel sempreverde sistema di corruzione e clientelismo che conosciamo bene. Questo è innegabile.
Eppure ho votato lui per la presidenza della Regione. Impossibile per me, un elettore di centrosinistra, moderato e progressista, votare il Movimento 5 Stelle.
Personaggi senza ritegno e pudore alcuno, qualunquisti e trasformisti della peggiore specie. A destra e a sinistra a seconda della convenienza, senza morale, senza lealtà. Anni passati ad insistere con la democrazia diretta, con la piattaforma Rousseau, per poi sottrarsi alle primarie, ai dibattiti pubblici. Ho visto e sentito la Todde al Teatro Verdi di Sassari e mi ha dato l’impressione di una incompetenza ai limiti della comprensione.
Ho 26 anni, fresco di laurea in giurisprudenza.
Abbandonerò l’Isola. Non ci sono prospettive, rimane tutto in mano ai massoni, ai latifondisti, agli imprenditori divenuti tali in quanto appartenenti a dinastie. Nepotismo, clientelismo, malaffare, ignoranza, provincialismo.
Io, come tanti altri giovani, ci rifiutiamo di combattere una battaglia impossibile da vincere. Andremo all’estero e probabilmente ci rimarremo, finché non torneremo per goderci la vecchiaia. Questa non è una terra per i giovani ed il Partito Democratico ci ha tradito, ancora una volta. Non li perdoneremo.
In ogni caso, spero di incontrarla un giorno ad un evento politico. La speranza è l’ultima a morire e forse un giorno ci sarà terreno fertile per una riscossa. Non si abbatta e continui a scrivere, con coraggio. Sa bene che la grillina vorrà deturpare il territorio con migliaia di pale eoliche ed impianti fotovoltaici, qualcuno dovrà pur combatterla.
Un affettuoso saluto.
G. di Olbia
la delusione, parlo per esperienza personale, fa si che par di risvegliarsi in un mare di letame
ma come cantava De Andrè “dal letame nascono i fior”
non abbiamo perso, perchè è nato un progetto; in cinque mesi, come dice Soru, si è rivelato non abbastanza comprensibile e condivisibile, ma è nato
facciamolo crescere
..c’è un tempo per tutte le cose. Questo è il tempo del silenzio e della riflessione. Lei rimane per me, e tutti noi, una guida imprescindibile di saggezza, umanità e coerenza per riprendere il percorso dal quale non torneremo indietro. Stiamo uniti. Un grande abbraccio, professore carissimo.
Ci abbiamo sperato e ci siamo illusi ma non siamo sconfitti e sconfitto colui che non combatte non è sconfitto colui che perde se non viene meno la causa per cui combatte e quella causa oggi è più evidente di ieri caro proff invecchiando ho capito tante cose e tra queste quella che le buone idee hanno bisogno di buone gambe ma anche di tempo non ci credo a quello che scrive quando dice che per lei sarà L ultima volta L ultima è solo per chi muore con stima.
Non sei solo
Pàulu, Sursum corda!
Bi at carchi política e carchi políticu chi potat nàrrere (e meda prus pagu bantare) de aer bìnchidu?
Meda prus de “cantare vittoria” sos “binchidores” tenimus totu de contare sa “sconfitta”, ma no comintzendhe de cudhos chi no ant votadu ca no crent prus in nudha e e a nessunu (sos mortos de sa ‘polìtica’) e prus pagu de cudhos (e pessamus cantos sunt!) chi mancu si podent mòere pro andhare a votare, tra malàidos, betzos, andicapados e fintzas sanos e bonos e però emigrados), ma comintzendhe de sos “bonos” chi ant fatu sa “campagna” e ant fintzas leadu prus votos.
Innantis de ischire su resurtadu a votos depimus ischire si e ite semus faghindhe e sighindhe a fàghere.
Sa vitória est si semus andhendhe a s’ala zusta e sighimus.
A PRESTO
Professore, con mia moglie cerchiamo di inculcare a nostro figlio il coraggio di affrontare le sue piccole sfide, che si tratti di una verifica scolastica o di una sua partita di calcio. Le nostre frasi motivazionali sono “per poter vincere non bisogna aver paura di perdere” e che “si sbagliano il 100% dei tiri che non si calciano”.
Bene, tutti noi che crediamo nel progetto sardo di Soru abbiamo perso una competizione ma non siamo sconfitti. Sconfitto è il centrodestra che ha mal governato una regione e il suo capoluogo; che non ha calciato tanti di quei tiri fondamentali che ora stanno facendo perdere alla Sardegna tante competizioni in questo mondo veloce e inquieto.
In questo deserto culturale che avanza abbiamo bisogno come l’aria degli intellettuali come lei. Forse non percepisce quante volte le sue riflessioni ci hanno migliorato la giornata. Se non è alta politica questa!
Grazie di cuore.
Condivido tutto ciò che ha scritto. Non sempre in politica le idee migliori trovano il consenso.
Soru è certamente un politico illuminato, forse il solo che avrebbe potuto tirare fuori la Sardegna dalla melma in cui si trova e si troverà ,perché la Todde non ha la competenza, la forza e la capacità di fare uscire questa meravigliosa terra dalle paludi di cemento, servitù e pale eoliche..Truzzu anche meno.
Purtroppo, per mera invidia delle sue capacità Soru viene odiato. Ma chi lo odia è solo perché non si arriva a comprenderlo e queste persone livorose e invidiose sono solo meno intelligenti di lui.
Spero solo che il nuovo Presidente non sia peggio di Solinas, ma per questo non ci vuole tanto.
I migliori auguri a tutti.
Buonasera Paolo.
Mi dispiace sinceramente sentirla così afflitto ma ci sta, la delusione è pari all’impegno profuso.
Da NON elettore di Soru (ma del cdx turandomi il naso) provo (ma da decenni) lo stesso Suo senso di desolazione.
Senso di desolazione che ho manifestato l’altro ieri commentando un Suo post. Lo riporto pari pari.
Voglia accettare un sincero ed affettuoso abbraccio da chi, pur non condividendone le scelte di campo, ama la propria terra quanto Lei.
“Egregio, hai voglia a fare appello alla dignità dei Sardi.
Esiste solo la dignità individuale (e non è poca roba), quella collettiva è scomparsa da decenni, interminabili, di sopraffazioni che avrebbero dovuto portare a fare un buon uso della autonomia.
Abbiamo la classe politica che ci meritiamo.
Più che di dignità avremmo bisogno di indignazione, che non vedo.”
Rispetto per Soru, più che mai dopo questa delusione, meritava di piu molto di più, sembra poco votare senza doversi tappare il naso?Grazie Renato e grazie a questo sito per l’entusiasmo che mi ha trasmesso.!
Caro Paolo come combattente tra i combattenti di questa gherra ovvero “rivoluzione gentile” hai tutta la mia stima ma dissento quando manifesti il proposito di ritirarti nel momento in cui la nostra battaglia politica trae origine dai gravi problemi sardi, quelli di ciascuno di noi e dei nostri figli. Abbiamo i piedi ben poggiati su questa terra e non obbediamo ai diktat che provengono dal Continente. Questa campagna elettorale ha visto (per me insperatamente) la partecipazione di tanti giovani preparati e motivati che hanno trasmesso passione ed è appena iniziato (anche se i sardi sono più di altri refrattari) quel processo di passione collettiva che porterà se non verrà interrotto, come in passato più volte è accaduto, a ben diversi risultati. Intanto non giudico negativamente il risultato di oggi, perché vanno fatte su di esso le giuste considerazioni. Un vecchio sardista di Scano Montiferro mi disse una volta che la politica (soprattutto quella sardista) è un pane a lenta cottura e poi ho sperimentato che la cottura è lentissima e richiede molte attenzioni e soprattutto non va interrotta. Quindi ti invito a continuare la lotta, siamo uniti da un vincolo di giuramento e quanto a Renato Soru devo dire che ho apprezzato un salto di qualità tra il Soru di prima e quello di oggi: ha dimostrato le qualità di un leader con dettagliata conoscenza dei problemi della Sardegna e ha trasmesso passione da un capo all’altro della nostra isola. Se queste per qualcuno sono le doti di un pifferaio, allora ben vengano i pifferai a risollevare le sorti di questa terra. E verranno.
questa campagna elettorale l’ho seguita prevalentemente tra le righe di questo blog, ed è qui che ho maturato i convincimenti per la scelta che poi ho espresso nella mia cabina elettorale. Tra gli elettori sardi siamo meno di uno su 10, ed è per me motivo di orgoglio aver fatto parte di questa piccola minoranza.
Una sincerità e una coerenza sempre più difficili da trovare nel nostro mondo.
Trovo la tua lettera molto condivisibile. Sono anche io molto dispiaciuto del poco credito riservato alle idee di Soru. E sono piuttosto depresso dalla incapacità dei sardi di reclamare un’identità che non si manifesti solo con patetiche lamentele contro i continentali, ma con una visione e un programma di vera autonomia sardista che, dei candidati, solo Soru aveva. Concludo dicendo che anche il mio uscio non si aprirà spandendo fiori per ingraziarsi personaggi catapultati da contezelig.
DX e SX ,,, mio nonno vecchio sardista diceva: “de kunnu a kulu passada pagu trettu”.
O si fa la battaglia di raggruppare tutti gli indipendendisti o si continua a camminare a capo chino. (so che è utopia, ma ……)
Grazie Professore! Io , se me lo permette, continuerò a seguirla ! Proprio in notte senza luna servono le stelle ed i fari …..
Caro Paolo, non hai perso tu: purtroppo hanno perso i valori che tu hai sostenuto.
E che giustamente continuerai a difendere, vista la tua onestà intellettuale..
Un abbraccio
Continuerò a leggerti con molto piacere
Hai combatuto una battaglia sui valori. Perciò non sei tu lo sconfitto. Sono i valori che perdono, gradatemente e inesorabilmente.
E su questi che dovrai continuare la tua battaglia e lo farai, malgrado tutto. La tua onestà intellettuale te lo impone. Un abbraccio
Coraggio profeso bisogna ricominciare
SORU non raggiunge il 10%, come sono convinto che i più dei Sardi, in generale, sono destinati (per loro vigliaccheria) ad essere sempre stretti nella morsa del potere italiano, è il loro destino… da loro stessi voluto, come un harakiri, basti vedere i dati dell’astensione; credo che i media isolani abbiano avuto un ruolo importante aiutando il potere italiano… questo è grave e fa più male… aspettando i dati definitivi , mi sembra inutile dire che sono molto ma molto deluso, non mi aspettavo che i Sardi arrivassero a questo livello😠
Onestà intellettuale esemplare. Anche dalle sconfitte si può uscire vincitori!
Semper liveru e barrosu ti kerjo. Su benidore no iskimus ite pratu nos porridi, b’at aere semper de gherrare. Animu dimo’.
Grazie di tutto, poter continuare a leggerla mi rasserena
Daje Paole’ i miei sentimenti di infinita stima e amicizia nei tuoi confronti sono e restano inalterati.
Schiena dritta e testa alta sempre. ❤️💙
@ Carlo Augusto Auguri. Iniziamo bene. Bei toni.
ti fa onore l autocritica, ma nessun rispetto per il pifferaio di Sanluri