Stasera a Sassari, alle 18:30, nella sala Allianz, piazzale Segni 9, si parlerà con Soru di giovani e lavoro.
È un evento organizzato da una giovane candidata, Cristina Manca.
È aria fresca.
È un occasione per parlare di cose serie. Se potessi, ci andrei.
La più forte proposta di Soru è proprio quella sul lavoro: usare la transizione digitale e verde per produrre lavoro. Ma non lavoro di sopravvivenza, lavoro vero.
Soru vuole raggiungere due obiettivi: aumentare la ricchezza dei Sardi; aumentare la libertà dei Sardi.
I suoi naturali alleati sono i 60.000 giovani che votano per la prima volta e che vivono usando App e smartphone, nonché le migliaia di sardi, giovani e meno giovani, che lavorano in Europa proprio in aziende che usano le occasioni della società digitale, che sanno che la transizione green è una grande opportunità di ricchezza perché proprio quella transizione sta generando il loro reddito. Io sono convinto che questo esercito sardo emigrato, sia il nostro esercito e che, se tornasse, farebbe una rivoluzione che darebeb senso anche alle fatiche di uno come me.
Più nel dettaglio: solo la digitalizzazione del vasto settore dei beni culturali, degli archivi e dei servizi chiama tanto di quel lavoro che il problema diviene disporre di un buon modello per far incontrare domanda e offerta e Soru ce l’ha. L’incontro mette insieme aziende, scuola, formazione professionale, Aspal. L’unico problema è saperlo fare, saperlo controllare, saperlo correggere.
L’idea di legare la cattura della CO2 a valori finanziari per giocarli poi in investimenti e lavoro nell’ambiente, mette in movimento altre competenze che vanno dalle più semplici alle più complesse. Si può fare: c’è un enorme possibilità di generare lavoro buono (quanto avrei voluto parlare di questi temi con i migliori del Pd e invece me li sono trovati a candidare i peggiori esponenti della società parassitaria sarda!).
Se i giovani sono i naturali alleati di Soru, perché non si sono arresi, perché hanno la determinazione di chi capisce che le occasioni ci sono, le generazioni di mezza età sono quelle che hanno maggiore interesse a votarlo. I quarantenni e i cinquantenni sono i più colpiti dalla transizione digitale; sono stati sorpresi da un progresso più veloce del loro aggiornamento. Sono ai margini, ma hanno studiato; sanno, ma hanno la sensazione di possedere un sapere desueto. La proposta di Soru e della coalizione sarda per questa fascia abbandonata è proprio di rimetterla in gioco non con l’assistenza, ma con una piano del lavoro che li faccia concorrere, riqualificandoli, a un grande progetto di modernizzazione.
Non è assistenza, è intelligenza.
In questa campagna elettorale il tema del lavoro viene nascosto sotto una marea di chiacchiere inutili, perché né la Todde né Truzzu hanno uno straccio di idea credibile su che cosa fare. La Todde ha avviato la fase disperata della sua campagna elettorale; i suoi troll cominciano a mandare Sms deliranti, da terrapiattismo spinto, cui mi dedicherò nei prossimi giorni perché rivelano la vera natura della candidata caratterizzata da forza prevaricatrice proporzionalmente inversa alla competenza.
Ieri Truzzu in Confindustria a Cagliari, cioè nella casa di uno degli editori della Nuova che tifa per lui, ha detto una stupidaggine colossale sulla continuità territoriale secondo la quale senza tasse aumenterebbe la concorrenza tra le compagnie aeree e i Sardi ne avrebbero vantaggio. Non so chi gli scriva queste amenità, ma deve essere lo stesso che gli ha fatto concentrare tutte le opere pubbliche a Cagliari negli ultimi mesi di mandato, triplicando i tempi di percorrenza degli automobilisti che si recano al lavoro ogni mattina.
Sugli aerei, ci sarebbe da dirgli: “Sì, bravo, fidati, poi però, se sbagli, come sbagli, fai i bagagli”. Dire queste amenità senza contraddittorio vuol dire ignorare la storia e avere una visione semplificata, infantile, di problemi complessi. Nessuno, ovviamente, ha chiesto a Truzzu come intenda scrollarsi di dosso la responsabilità di aver fatto decadere Abbanoa dalla concessione di gestione del Servizio Idrico Integrato non svolgendo il controllo analogo. Nessuno glielo ha chiesto perché nessuno sa cosa sia il controllo analogo, questo è il problema. La Presidenza della Regione è una Ferrari trattata in questa campagna elettorale come un triciclo per l’ignoranza ostentata che caratterizza la campagna elettorale.
Andate, se potete.
Tempo fa avevo già scritto che i giovani 18-20 e anche oltre, sono in generale i più incerti ad esprimere una opinione politica all’ interno delle strettoie che la politica delle elezioni impone, siano esse regionali, europee i comunali. Per questo si tratta di un grande serbatoio di potenziali astensioni e annullamenti.
Più ne parlo a scuola, di partecipazione e diritto-dovere di voto, più i miei 18-20enni mi rispondono che non capiscono, che sono disorientati. Faticano non poco a distinguere destra da sinistra. Figurarsi se potranno comprendere il dilemma Todde_Soru. Più cerco di fare comprendere l’ABC “politico” della Sardegna, più scuotono la testa e li vedo rassegnati ad astenersi. Sono ragazzi che non sanno molte cose purtroppo e che vengono costretti sempre di più a consumare digitale e a proiettarsi nel futuro solo col mito dell’elasticità del turismo (stagionale) o della fuoriuscita intellettuale dall’isola. Perché decidano di decidere, in realtà avrebbero bisogno di tutt’altra scuola e forse, oltre i 20 anni anche tutt’altra università. Non sanno chi è Biancareddu né cosa faccia il suo Assessorato. Né sanno granché su Valditara e il suo Ministero. Sanno tutto su influencer e trapper di ogni risma, sanno cos’è è la Shoah ma nessuno gli ha mai spiegato il Sionismo o la Palestina; di fascismo, nazismo e stalinismo sanno poco e vagamente. Sono sensibili ai temi dei diritti civili perché li percepiscono come cose più vicine al loro mondo.
Hanno necessità di capire ma non vengono sollecitati a farlo secondo formule che li ispirino e che soprattutto gli facciano capire quanto sia delicato il loro ruolo, se proiettati nei prossimi decenni. È vero che, disgraziatamente per tutti, essi sono e saranno sempre di meno ma è proprio per questo che ci siano candidati giovani ed entusiasti. Aggiungo anche competenti e ispirati. Io farei più che quote rosa, quote young e very young. Lo dico anche pensando alle decine di vetusti figuri che rivedo, assai più giovani in vetusti “santini” della mia collezione di “figurine dei candidati”.
Spero per queste ragioni di poterci parlare un minuto, stasera con la giovane dottoressa Cristina Manca per chiederle di andarseli a cercare muru muru i voti giovani in questi 10 giorni. Ha un’età, un volto, un curriculum ed un modo di porsi che può ispirare un massiccio voto giovane. Il mio voto anziano avevo già deciso di darglielo quando si è presentata all’Astra di Sassari qualche settimana fa proprio perché pensavo ai miei studenti e ai loro prossimi 5 lustri
Se potessi ci andrei veramente, io sono pensionato over 70, ma sono giovane nei miei pensieri, sono per i giovani perché loro sono la nuova forza, sono la nuova energia, il motore del loro futuro, mi piacerebbe che Soru riprendesse questo tema anche nel Sud Sardegna, da Oristano in giù…troverebbe spazi aperti per tanti giovani e non solo…
Su coro de is giòvonos si podet paragonare a su motore de un’autotrenu: ma bolet su “carburante” istima e volontade a serbatoju prenu, ischire ite càrrigu leare e a ue andhare, leare s’istrada giusta e guidare cun cumpeténtzia responsàbbile.
Dhue bolet no calecuna idea, o calecuna promissa, calecunu praghere, calecunu acotzu, o s’agiudu de is ladros de Pisa chi calant a dónnia votazione, ma UNU IDEALE, coro e mente, cusciéntzia, cumpeténtzia e volontade.
Si is Sardos arrennesseus a superare, ca dha podeus superare, sa depressione chi teneus, su disànimu a orrodas irgónfias e iscoragiamentu, farta de fidùcia e isperàntzia cun arraighinas in su coro e in sa terra nosta chi puru est errica de benes e possibbilidades, po èssere gente in custu mundhu!
Ma, si no arrennesseus a fàere torrare assumancu is giòvonos emigraos, ant a sighire a emigrare is giòvonos chi un’economia e un’iscola assurda e infame, e inoghe chentza guvernu chi deosi si potzat nàrrere, ant preparau a fuire.