Mentre provavo a ragionare sul diktat del Pd (“Lasciate perdere come è stata scelta la Todde, adesso sostenetela e basta”) e provavo a trovare motivi per farmelo bastare, mi sono imbattuto in questo video di Alessandra Todde, girato con alle spalle i simboli del solo Pd. Guardatelo e ascoltatelo con attenzione.
Aspetti positivi: la semplicità.
Aspetti negativi: l’evidente estraneità al contesto sardo.
Come fa un candidato alla Presidenza a voler circoscrivere l’analisi al solo ultimo anno della Giunta Solinas? Perché solo quest’ultimo anno, che peraltro è uguale agli altri?
Perché neanche una parola sul Centrodestra? Forse perché i Cinquestelle a Sassari governano col Centrodestra?
Sulla sanità: perché ribaltare sulla Sardegna lo slogan della Schlein che i ricchi possono curarsi e i poveri no? Il problema in Sardegna non è di ricchezza, è di strutture, personale e organizzazione (e massoneria, troppa massoneria).
La continuità territoriale è solo un’eco, una citazione fugace, roba da bignamino.
La questione autonomistica: assente.
La questione dei poteri: assente.
La questione democratica: assente.
Poi arriva il brutto vero.
La Todde esalta il metodo della sua designazione come momento democratico.
“Accidenti, mi son detto (in realtà non ho usato ‘accidenti’), allora provoca!”.
La Todde, imposta a Roma dalla Taverna a Baruffi (responsabile del Pd per gli Enti Locali), afferma che adesso è il momento di condividere il programma.
Traduco: “Essendo avvenuta a mio vantaggio, senza esami e senza valutazione, ma di forza, la privatizzazione della candidatura, ora posso concedermi alla socializzazione del programma”.
Chi diffonde il video? Il parlamentare Pd Marco Meloni, cioè l’uomo politico più ostile a Milia, colui che ha portato il Pd all’opposizione a Quartu e che ha impedito qualsiasi convergenza sul nome di Milia per la candidatura alla presidenza della Regione, colui che ha scelto i deputati Pd tra cui se stesso (in ragione della sua amicizia con Enrico Letta che lo nominò capo della segreteria). La Todde si presenta su uno dei palchi politici più faziosi tra quelli disponibili e non fa nessuno sforzo per apparire più aperta di quello che le circostanze la fanno sembrare. Ignora di proposito il clima belligerante e spaccato che si respira intorni a lei, non lo affronta e non lo risolve.
Non convince.
“Indipendenza e prosperità vanno insieme. E per creare prosperità diffusa servono politiche fiscali coraggiose, fatte dai sardi per i sardi, in modo da liberare energie e generare lavoro.
Delle azioni da mettere in campo ne parleremo nel merito nei prossimi giorni.
Intanto, anche se è tardi e la giornata è stata intensa, li mettiamo nero su bianco per chiudere la prima fase del lungo e partecipato lavoro di stesura del programma di coalizione. ”
A innantis!
Sono un elettore medio. Non mi intendo di sottobosco politico, non ho conoscenza dei trascorsi (ed odii) dei vari candidati, non sono capace di spaccare il capello in 4 nella comprensione dei fini ragionamenti dei super inseriti, non ho retropensieri, credo nella supremazia della cultura non populista, ascolto tutte le posizioni,mi piace chi parla poco e chiaro. Scusatemi per tutto questo. Scusatemi tanto. Ma chiedo: la Todde ha fatto un semplice spot elettorale, non è un discorso complesso e complicato per i pochi eletti che capiscono di politica, si è rivolta a tutti (si, anche alle casalinghe senza niente togliere a questa importantissima categoria, o a chi non ha tempo di leggere filosofia o storia politica). Non la si può accusare di pochezza o poco spessore. Tutti sanno che è tutt’altro che sprovveduta. Ma questo è il momento di parlare semplice, di farsi capire dalla gente, dalla maggioranza di chi andrà a votare che non sono politologi. Ritengo l’intervento della Todde adeguato al momento e rivolto esclusivamente agli elettori. Arriverà il momento e ci sarà la sede anche di parlare di programmi. Scusate la mia ingenuità, ma sono un elettore medio (che non voterà 5Stelle) che trema all’idea di altri 5 anni di drammatico governo Solinas. Il mio sogno? Una sinistra che discute anche pesantemente ma unita in una idea di Sardegna autonomista e fiera. Da ultimo: sig. Soru, si metta al servizio della Sua Terra. Lei è capace, innovativo, utilissimo. Non sia divisivo ed egocentrico. Pensi in grande, ma insieme a tutta la coalizione. Pensi a noi semplici elettori medi.
Al professore da fastidio l’anonimato. Purtroppo, finché viene consentito e non se ne abusa, è una delle poche difese contro i troll e i manganellatori virtuali che imperversano nella rete.
Comunque, una nota testata giornalistica online cagliaritana scrive che l’accordo di luglio tra la Schlein e Conte avrebbe già stabilito anche i posti di assessore, casualmente anche a vantaggio di due tra i protagonisti di questi giorni che si sono distinti maggiormente in negativo: Massimo Dadea, autore di esternazioni davvero poco degne di lui, e Camilla Soru, su cui è superfluo aggiungere altro.
Proprio questo rende il tutto poco credibile, perché sembra che da parte della fonte, che chissà qual è, ci sia una certa meticolosità nel porre tutte le tessere al posto giusto: chi più ha martellato su Soru e contro le primarie, chi più ha gridato il “Todde o Muerte” (manco lei fosse Juan Domingo Peron) si becca l’assessorato. Comandini addirittura la presidenza del Consiglio regionale (altro che sindaco di Cagliari …).
Se però ci fosse qualcosa di vero, avremmo toccato vette di squallore inedite nella politica sarda. Questi vogliono spartirsi anche gli uscieri come ai peggiori tempi della Prima Repubblica? Chiamate Checco Zalone!
Caro professore, sono davvero sorpreso dalla Sua risposta. Lei liquida con una battuta («esilarante commedia all’italiana») quelli che sono semplicemente dei fatti che riassumo più chiaramente:
• La Todde è nata a Nuoro, ossia nel capoluogo sardo del malessere. Vero o falso?
• Si è affermata con le sue sole forze ottenendo un riconoscimento OGGETTIVO assegnato soltanto alle 50 donne italiane considerate più influenti nel mondo della tecnologia. Vero o falso?
• Per ottenere quei risultati si è spostata servendosi dei “grandiosi mezzi di trasporto” che tutti noi conosciamo, specialmente i sardi che vivono nell’interno della Sardegna (ndr negli anni Ottanta, quando non esisteva la SS 131 DCN, gli universitari nuoresi – come la Todde- arrivavano al porto di Olbia percorrendo in pullman la tortuosa “costa orientale” per oltre tre ore e mezza di viaggio ). Vero o falso?
• Tutti quelli che vivono o hanno famiglia nell’interno della Sardegna – come la Todde-conoscono il dramma della sanità sarda (ndr proprio oggi, tanto è drammatica la situazione dei servizi sanitari nel nuorese, la Nuova Sardegna a pag. 30 dà la notizia dell’istituzione della “Consulta per la sanità” voluta dal Prefetto Dionisi). Vero o falso?
• Infine, è vero o falso che la Todde ha iniziato a fare politica scegliendo l’unico Movimento che si era dotato della democrazia diretta come metodo partecipativo alla vita politica?
A essere onesti, tutto ciò non mi sembra affatto una «esilarante commedia all’italiana» come invece l’ha definita Lei. Comunque, anche su questo libertà: “Chentu concas, chentu berrittas!”
Senta professore, scrivo queste cose non per polemizzare con Lei, ma per individuare eventualmente con Lei una plausibile risposta operativa alla vera questione che ho posto e che invece lascia per l’ennesima volta cadere:
«con chi e in che modo, nelle prossime elezioni regionali, si vuole costruire (foss’anche solo in prospettiva) una credibile alternativa per la Sardegna?»
Con i Comandini e i Meloni sardi, come mi pare Lei stesso abbia tentato di fare fino alla fine all’interno di quel campo largo ben ritratto nella citata foto pubblicata ieri dalla Nuova Sardegna?
Egregio Professore, lei domanda giustamente “Chi ha il diritto/dovere di gestire la vittoria del Campo Largo e di governare la Sardegna?”.
La risposta alla sua domanda è coloro che saranno eletti.
Gli elettori potranno scegliere tra alcuni candidati definiti, come sovente avviene in politica da tempo immemore, da una pluralità di accordi e da mediazioni varie. Certo sarebbe stato meglio con lo strumento delle primarie, ma purtroppo non ci sono state le condizioni politiche. Se poi all’interno di questi accordi e mediazioni si potesse trovare un punto di caduta che tenga insieme le forze del campo largo con quelle della rivoluzione gentile, io ne sarei lieto perché ciò renderebbe più improbabile la vittoria della destra. Aldilà del Presidente poi il peso elettorale delle forze in campo orienterà i destini della giunta regionale che verrà, come è sempre successo in passato del resto.
Spero che Lei abbia ragione sul fatto che dovrò ricredermi sulle ipotesi fantascientifiche, significherebbe che avremo una destra, una pessima destra sconfitta. Temo però che non succederà e temo anche che nessuno rivendicherà la paternità di questo disastro.
Un caro saluto
Forse un breve comunicato di pochi minuti non è sufficiente per esprimere giudizi, l’ubicazione però si, è eloquente, se fa così non la votano neppure i 5 stelle
Antonio, non capisco, in questo blog si è parlato di contenuti da quando esiste. Solo di contenuti. Ma quando si scelgono le persone, si può poter parlare di persone, oppure no? E poi: forse Lei non si è accorto che è proprio la presunta visione collettiva che viene criticata laddove si dice che alla privatizzazione del potere si pretende di far seguire la socializzazione del programma.
Dionigi, la parte sulle lance spezzate è un copione esilarante per un’ottima commedia all’italiana.
Ozymandias (non vi capisco, onestamente non vi capisco in questo presunto anonimato) i logici medievali insegnavano a stare molto attenti alle premesse che il maestro poneva agli allievi nel sottoporre loro questo o quel problema. Il problema che lei pone, nasconde la vera domanda, che è: “Chi ha il diritto/dovere di gestire la vittoria del Campo Largo e di governare la Sardegna?”. Tutti i fallimenti dei decenni precedenti sono nati o da comandanti capaci accompagnati male o da comandanti incapaci accompagnati bene o male o mediocramente. In un sistema elettorale presidenziale, come quello sardo, la scelta del presidente, sul cui voto si distribuiscono i seggi, è la premessa sostanziale dei passi successivi. Io sono pessimista: raramente si scelgono le persone adatte a determinate responsabilità, soprattutto se di mezzo c’è il consenso che ha movenze più affettive che razionali, più di pancia che di cervello. Piaccia o non piaccia, l’egemonizzazione della scelta del candidato è premessa di ciò che accadrà dopo e, per quel che mi riguarda, ciò che è accaduto con la Todde è il prologo di un copione già noto, conosciuto e fallimentare. Dovrà ricredersi sulle ipotesi fantascientifiche.
Mi permetta, Germanno, io discuto di cose da sempre in questo blog, non da oggi. Discuto proprio di programmi. Perché, quando i partiti scelgono a chi affidare il comando, dovrei astenermi dal valutare i metodi con cui le scelgono? Non le pare che non sia né corretto né giusto rimproverare a chi si è sempre occupato di contenuti, di occuparsi nel momento giusto anche di persone? Non le pare che la politica sarda abbia sempre fallito non nella dichiarazione delle cose da fare, ma nella capacità di farle? E non le pare che ciò dipenda dalal qualità e dai metodi con cui si scelgono i governanti?
Sicuramente candideranno anche lo sponsor ” Il Fatto Quotidiano” col suo direttore Travaglio . Un uomo…. che vorrebbe vedere in galera tutti quelli che non la pensano come lui
Guardando il video non capisco il concentrarsi sul fatto che parla delle condizioni dell’ultimo anno in Sardegna e non la parte del lavoro di VISIONE COLLETTIVA ed un metodo operativo di INTELLIGENZA COLLETTIVA.
Continuo a vedere che i cittadini sardi e il programma per la Sardegna realizzabile è sempre in secondo piano, per non dire “non pervenuto” come se fosse un fattore secondario, mentre imperano i personalismi vari, con l’obiettivo di far perdere il campo largo di sinistra … e quindi, a che pro?.
Come detto in una precedente risposta, riguardo il clima belligerante non posso che ripetere quanto già detto … c’è chi vorrebbe far saltare il tavolo, ma purtroppo alla fine non riesce neanche a sollevarlo,
Va bene alzare la voce e farsi sentire, ma un minimo di muscolarità ci vuole, ed essere gracili non aiuta a farsi prendere in considerazione.
Spero per la Sardegna le cose adesso possano ricomporsi e ci si concentri sui temi e i problemi dei sardi da risolvere, lasciando il tafazismo al cabaret.
Purtroppo al momento i cittadini sardi con i problemi di salute, lavoro ed economici non hanno proprio niente da ridere.
Credo che molti dei protagonisti della querelle sulle persone da candidare facciano i finti tonti. E che io sia il vero tonto. Tutti, compresi i commentatori come Lei, da settimane discutono di persone e praticamente niente di cosa si deve fare. Cioè non si discute di programmi. Di cosa salvare e di cosa rifare da capo. Sempre e solo elenchi di problemi e di propositi. Mai niente di concreto. Se questo c.d. campolargo avesse un tavolo con sedie per tutti quelli del csx e parlasse delle cose da fare per risolvere i “problemi primari” – la Todde dice che ci sono e ha ragione – sanità, continuità, energie, lavoro, istruzione, servitù e via elencando, magari PD, Soru, Milia la Todde e tutti gli altri potrebbero trovare qualche accordo sulle liste d’attesa, sull’eolico, sulle politiche agricole e del lavoro e, SOLO DOPO, parlare e accordarsi sulle persone.
Io ho una casa indipendente da ristrutturare con terreno intorno. Prima di decidere a chi affidare i lavori devo sapere se voglio una casa con domotica e zero emissioni, o una casa con piscina e ombra o una casa con stalla orto e vigneto. Solo dopo potrò parlare con ingegneri o architetti o agricoltori.
Non voglio credere che per mandare a casa un manipolo di caddozzoni non si riesca a trovare compromessi accettabili per il bene di governanti e di governati.
Certo, oltre che “vero tonto”, sono anche un sempliciotto di questioni politiche.
Buongiorno Professore,
quello che Lei definisce un diktat del Pd a me appare come un puro esercizio di ragionevolezza. Infatti, il sistema elettorale, da cui non si può prescindere, necessita la costruzione di ampie alleanze per vincere le elezioni, va da sé che per questa ragione spesso le stesse sono disomogenee rispetto ai programmi. Tuttavia, stando insieme si può provare a trovare delle soluzioni condivise. Stando orgogliosamente separati si agevola la vittoria della destra.
Sulla scorta di questo banale ragionamento Le vorrei domandare se sia più utile alla Sardegna:
1) una orgogliosa e onorevole sconfitta del Campo Largo e naturalmente dei fautori della Rivoluzione gentile (copyright Richard Thaler immagino),
oppure
2) una alleanza ampia disomogenea – che vada dal Pd ai 5S insieme anche ai Progressisti, il neonato Progetto Sardegna ecc, ecc – ma vittoriosa e che – pur con tutte le sue criticità e contraddizioni – possa tentare di dare un orizzonte di speranza per la nostra tormentata terra.
In questo secondo caso, non pensa che un buon risultato elettorale di Soru & C. nel contesto di una coalizione vittoriosa potrebbe essere foriero di cambiamenti maggiori rispetto a uno stesso buon risultato in un contesto di divisione votato alla sconfitta?
La ringrazio
ps
Non ho contemplato la possibilità che il Campo Largo o la Rivoluzione gentile possano l’uno o l’altra vincere le elezioni stando separati, solamente perché penso che sia un’ipotesi più fantascientifica che ottimistica.
un caro saluto
buongiorno a tutti, a me piace essere pragmatico, anche perchè è inutuile contiunuare a ripetere che questo accordo sulla todde puzza, l’hanno capito tutti, come l’hanno capito tutti che sarà una sicura sconfitta stando così le cose. io ho anche capito che a questi dirigenti del pd non gliene importa nulla di perdere, tanto hanno il sedere in caldo e contiunueranno ad averlo anche sconfitti per accordi già presi. anzi cavalcheranno la sconfitta dando le colpe a chi si è sfilato, se qualcuno si sfilerà o a soru…15 sigle hanno dato il loro assenso alla todde…andiamo sul pratico…tolti pd e 5s le altre 13 sigle sommate riusciranno a fare le liste e quanti voti prenderanno tutti insieme? il quasi nulla ininfluente ce lo vogliamo dire? il pd che chiamerei kamikaze si schianterà malamente, personalmente non sento altri che dicono che non staranno con i 5s e che non voteranno o voteranno soru se andrà avanti. il centrosx poteva avere qualche speranza solamente con un candidato in grado di all’argare la coalizione verso i moderati e astensionisti che vinceranno anche stavolta. ma a questi dirigenti non interessa vincere, troppi impegni e responsabilità, preferiscono tenere i sedere in caldo , tanto verranno rieletti e faranno finta di sbraitare contro i vincitori. il campo largo è ormai IL CAMPO SANTO. vinceranno gli astensionisti, seconda l’armata di centrodestra, la quale ha almeno l’intelligenza di non perdere l’occasione di poter governare con il benestare del csx. il campo santo non prenderà più del 20% e sarà un miracolo, sarà una bastonata ancora più ampia della precedente. grazie schlein..tra un pò sarai sul seggiolino di un f15 dell’aereonautica, pronta al volo e si riavvierà l’iter dell’ennesima ricostruzione di un grattacielo di sabbia
Fa quasi tenerezza .. sembra un tacchino il 20 di dicembre
Il problema non è la Todde. Tutt’altro!
Essendo nata nel territorio più depresso economicamente della Sardegna, (manco a dirlo, quello del nuorese), ed essersi affermata in Italia ed all’estero per le sue sole capacità, e non per intrallazzi di potere, in due ambiti tra più spinosi e selvaggi della “giungla globalizzata”, ossia quello dell’economia e delle nuove tecnologie, diventando membro di Governo nel ministero allo sviluppo economico con Conte e Draghi, essendo oltretutto donna (ricordiamoci il problema irrisolto delle pari opportunità esistente in Italia), direi che tutto questo basta e avanza per scagionare la Todde da qualsiasi accusa di inadeguatezza.
Problema dei trasporti? Essendo nata a Nuoro nel 1969, la Todde conosce da 54 anni, i seri problemi che i sardi incontrano nei trasporti, non solo in nave o aereo, ma più semplicemente in pullman (ndr il treno per i nuoresi resta un sogno). Non foss’altro che lei stessa per arrivare in aeroporto, oppure in qualsiasi altro porto della Sardegna, da 54 anni ad oggi, ha da sempre sperimentato di persona quale sia lo stato dell’arte dei trasporti e delle vie di comunicazione (specialmente quelle dell’interno) della Sardegna. Ergo, altra lancia spezzata pro Todde.
Problema della sanità? Solo chi vive nell’interno della Sardegna può conoscere il vero dramma della sanità sarda. Quindi? Altra lancia spezzata pro Todde.
Questione dell’autonomia e dei poteri? Domanda: secondo voi un(a) barbaricino(a) ha o non ha nel cuore del sangue che pulsa per la difesa dell’originalità della Sardegna? Domanda retorica! Ergo, altra lancia spezzata per la Todde.
Questione democratica? Per l’idealismo manifestato per la “democrazia diretta” la Todde si è coinvolta nell’unico Movimento/Partito che aveva fatto di quel metodo la sua bandiera (rinnegato per la «conclamata inadeguatezza di Conte» cit. Grillo). Quindi? Ennesima lancia pro Todde.
Metodo adottato per la sua designazione? Ahimè sì! In questo sì la Todde, sbagliando, si è affidata alle Segreterie nazionali di partito. Tuttavia, le logiche delle segreterie romane toppano in modo così clamoroso soltanto grazie agli “ascari” locali di partito (στρατηγός, stratēgós ?????), vere marionette di altri poteri.
Allora le domande sono altre:
• Chi sono questi strateghi (ascari) del “campo largo” costituitosi in Sardegna?
• È con questi “grandi strateghi” che si vorrebbe rilanciare una nuova politica in Sardegna?
• È con questi che la Sardegna risolverà il problema dell’autonomia e della democrazia giustamente invocate?
La risposta desolante la trovate nella foto pubblicata ieri a pag. 5 della Nuova Sardegna (ndr relativa all’ultima riunione del “Campo largo”). Bellissima! Oltre che per l’eloquente espressione dei volti ritratti, per il valore veramente rappresentativo (di chi, di che cosa?) degli stessi: “unu grustiu” (trad. un gruppo) di generali decaduti senza esercito.
Pertanto la vera domanda resta soltanto una: con chi e in che modo, nelle prossime elezioni regionali, si vuol fare una vera proposta di prospettiva e alternativa per la Sardegna?
In politica il coraggio della verità non consiste nel dire verità sgradevoli che riguardano sempre e solo gli altri, o gli avversari interni.
Questa non è prova di coraggio. Il coraggio della verità consiste nel riconoscere le proprie responsabilità e i propri errori.
La tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale era un ottima occasione per il PD per chiudere definitivamente con un passato e con un presente imperniato su una gestione politica: della menzogna sistematica indirizzata a diventare”Vox populis”, interiorizzata e divulgata come verità indubitabile.
Eppure nella tradizione della sinistra italiana e in quella del cattolicesimo democratico il seme giusto c’è.
Mi appare un forte dubbio che il PD è un apolide….
Quei semi non hanno portato frutto in un terreno arido e pietroso…
Quel seme, quella idea impone un attenzione alle nostre coscienze, che deve diventare principio, fondamento, che è superiore anche al partito come a ogni autorità costituita. La verità caro PD non è solo ” superiore” alla rivoluzione, è tale che essa sola è rivoluzionaria, perché essa sola è capace di cambiare il sistema, svegliando le coscienze e prendendosene cura.
Occorre superare i luoghi comuni( unità della coalizione), che generano confusione e alimentano sterili polemiche che talvolta diventano ingestibili..
Fare politica significa scegliere e distinguere nella prassi democratica e plurale. In Sardegna la storia viene tagliata a fette, la partecipazione democratica affilita e demonizzata e le logiche romane” santificate”..
Tutto questo non è accettabile come sardi ci dobbiamo oppore. Sa di vergognoso ….
Proviamo a fare altro…..
I
Te le consiglio le primarie del PD dove andare a votare anche immigrati senza cittadinanza e quindi diritto di voto, pagati 5 o 10 euro per recarsi alle urne piddine 😂
Premesso che la Todde non convince neanche me è però innegabile che le primarie negli USA siano strutturate, organizzate e pensate in ben altra maniera rispetto a quelle che generalmente si svolgono in Italia. Hanno una storia radicata centenaria e durano circa 6 mesi. Da quanto so io la segretaria PD nelle Primarie di partito (quelle maggiormente assimilabili alle statunitensi dove raramente si hanno primarie totalmente aperte) avrebbe perso. Ha vinto grazie a quelle c.d aperte in cui non vi è il benché minimo controllo (inteso come legittimazione a partecipare) sulla platea degli elettori.
Penosa? Le primarie sono meno democratiche di che cosa dentro i partiti? La Schlein delegittimata all’interno del suo partito, svelano qualcosa del partito o delle primarie? La logica, MC, la logica…….
Quello è solo un temino che avrebbe potuto fare chiunque, quanto a dire qualcosa sulla candidata è abbastanza neutro.
E che non vengano citate le grandi questioni che Lei, professore, ha evocato, forse indica che il PD, sotto questo profilo, è parte del problema, dato che ha abdicato all’autonomismo a favore di un vieto centralismo “sardignolo”, è da tempo un pilastro di quei “poteri forti” che un tempo non solo il PCI, ma anche parte della DC, tentava di combattere o almeno di contenere, e, salvo qualche coraggioso che ha firmato una recente proposta di legge di matrice indipendentista, ha difeso fino all’ultimo una legge elettorale regionale che sarebbe poco “democratica” perfino per gli standard russi. Lo sa bene lei che quando ha percorso, alle scorse regionali, una strada autonoma, ha incespicato con l’allora Partito dei Sardi sulla tagliola della soglia di sbarramento del cinque per cento.
La centralità in questa fase di Marco Meloni, braccio destro di Enrico Letta e arcinemico a Quartu di Graziano Milia, offre una chiave di lettura interessante. Meloni probabilmente sarebbe più disponibile ad appoggiare la sua omonima presidente del Consiglio che Milia, ma sta di fatto che così è stato affossato ante litteram un candidato che, per capacità amministrativa riconosciuta dagli elettori, per preparazione politico-culturale, per intelligenza nel conciliare solide e non negoziabili radici di sinistra con un salutare buon senso, avrebbe dato una pestata al centrodestra (chiedere a Giuseppe Farris per informazioni).
Comunque, Meloni non è il solo, perché va ricordato che la prima grande occasione pubblica in cui la Todde fece chiaramente capire che stava scendendo in campo fu il famoso convegno di luglio a Santu Lussurgiu, in cui si fece notare la presenza di Massimo Dadea e di Camilla Soru, ossia di coloro che in questi giorni si stanno rivelando tra i più feroci antagonisti dell’ipotesi di candidatura del padre di quest’ultima come “Spitzenkandidat” per il Campo Largo (“Tu quoque, Brute …”).
Sembra quasi che da un lato abbiamo quelle che, nel bene o nel male, e benché spesso detestate, sono le massime intelligenze di cui il campo progressista oggi disponga, Milia e Soru, e dall’altro chi preferisce l’aurea mediocritas tentando di ostacolare i tentativi di costoro di spiccare il volo. Quell’aurea mediocritas che è la sola che può non far sentire troppo a disagio una come la Todde, sostanzialmente avulsa non solo dai veri problemi della Sardegna, ma, forse, dallo stesso campo progressista (vedansi le prese di posizione pro trivellazioni, che molti ambientalisti in questi giorni le stanno rinfacciando).
Non travisare ciò che ho scritto (è più penosa questa tua interpretazione che il mio anonimato) non ho detto che chi fa le primarie è troglodida ma ho solamente evidenziato che non c’è scritto da nessuna parte che le primarie sono democratiche e i partiti invece lo sono meno.
La Schlein eletta con le Primarie è delegittimata all’interno del suo stesso partito e i risultati elettorali sono davanti agli occhi di tutti . È questo il metodo per vincere? Sono per la Libertà non per il Liberticidio
La cosa più avvilente non è sentirla parlare ma sentir parlare che è candida con il cosidetto csx??!! Cioè, dovremmo consegnare le chiavi dalla Sardegna a questi??
Pensano, per dirla con Totò comocomo cachiocacchio,di far dimenticare che è esponente di un partito patronale in cui decidono tutto i grillo/conte i cui sottoposti (casalingo taverna figo e c.)conosciamo molto bene e soprattutto nel tempo di cosa sono stati capaci (incapaci sarebbe meglio!), che avevano riempito il parlamento di gente che aveva preso 20 pref
Un partito che ha fatto della negazione della verità la sua connotazione fatto e detto tutto e il suo contrario??!!
Che si vantano ancora di aver fatto provvedimenti che a ripensarci viene il mal di testa…I cui esponenti amministratori migliori sono andati via perché avevano già ravvisato un mondo senza democrazia
Che hanno un giornale di riferimento (il fatto q.) il cui direttore ha dimenticato cosa sia il pudore e la verità il giorno che lo è diventato
E il pd (quel che resta )che fa ? C’è li vuole portare in casa…il pd che ha aveva perseguito e spesso dimostrato democrazia si allea e sottomette a questi cialtroni Perché gli hanno eletto Schlein,cioè,il ragionamento è: siccome la sardegna è disperata diamo le chiavi a questi fuoriclasse??
Ma davvero un parte di persone del cosiddetto mondo di csx si riconosce con questa roba?Chiaro la domanda retorica ha una risposta: per convenienza spartizione calcolo eccetera eccetera non certo per il bene della Sardegna.
Se uno va cercare coerenza e capacità amministrativa per paradosso c’è ne molto di più nel cxd ahimè.saluti
Quindi, MC (che pena l’anonimato), gli americani che scelgono i candidati con le primarie sono dei trogloditi? Quindi, la Schlein eletta con le primarie, è delegittimata dal metodo che l’ha eletta. L’umiltà che richiami è servilismo, è pretesa di subordinazione in nome di obiettivi superiori dentro i quali si nascondono obiettivi personali. Oggi e sempre starò per la libertà.
Se non vince è perché la stessa sua area politica gli va contro. Questa modo di fare è tipico degli aspetti negativi di chi è dentro al contesto sardo.
Spetta alla politica, ai partiti selezionare la classe dirigente; fare le Primarie come metodo democratico alternativo e prioritario alla funzione dei partiti per selezionare la classe dirigente è una delle cause del fallimento dei partiti.
Le primarie nel CSX sono state più volte FALSATE perché aperte a tutti (anche a quelli del polo opposto) e non garantiscono nessuna Vittoria . Serve UMILTÀ e DISPONIBILITÀ nel mettersi a disposizione per la collettività. Invece si preferisce far perdere l’altro perché si pensa di essere più belli, più bravi, etc…
La Sinistra è ancora una volta in balia di se stessa e della sua INTELLIGHENZIA che a mio parere è STUPIDITÀ E MIOPIA.
Ma che tristezza!!! Come imbucarsi verso la sconfitta.
Un semplice elenco dei problemi che avrebbe potuto fare chiunque. Povera Sardegna.
E chírcati sos bonos.
In 30 secondi scarsi di video su Instagram non poteva mica fare il discorso della Corona. Amos a bídere. A s’ora….