I consiglieri di opposizione del Comune di Olbia hanno presentato questa interrogazione . Essa ha smascherato un’operazione spericolatissima (è un eufemismo per non disturbare il sonno placido dei togati) che racconto in breve.
Il 30 dicembre 2016 (il giorno dopo la festività dei Ss. Innocenti, che si sono girati dall’altra parte) il Comune di Olbia ha pubblicato un bando di gara (successivo alla determinazione 4699 del 29.12.2023) con criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che aveva come oggetto la “Redazione di uno studio di fattibilità per l’individuazione di una soluzione progettuale alternativa” al cosiddetto Piano Mancini.
Come funzionava la gara d’appalto?
L’importo complessivo era di 5.800.000 euro.
Di questi:
– 208.000 erano destinati allo studio di fattibilità;
– 5.592.000 per Progetto di fattibilità, Progetto definitivo, progetto esecutivo e Direzione dei lavori.
Quindi il Bando prevedeva due fasi: la prima di affidamento dello studio di fattibilità la seconda, di affidamento dei progetti di fattibilità e dei progetti definitivo e esecutivo.
Come si legavano le due fasi?
Il Bando precisava che l’estensione dell’incarico dallo studio di fattibilità al progetto di fattibilità tecnica ed economica, al progetto definitivo ed esecutivo, al coordinamento della sicurezza e alla direzioni lavori era soggetta a una particolare condizione ovvero l’acquisizione del parere favorevole dell’Autorità di bacino regionale e degli altri Enti autorizzativi sullo Studio di fattibilità. La ragione di questa clausola è facile da comprendere: se lo studio di fattibilità fosse stato approvato dall’Autorità di Bacino, ciò avrebbe significato che nelle sue grandi linee esso sarebbe apparso congruo a difendere Olbia in modo pari o superiore al Paino Mancini per cui sarebbe stato giusto investirvi per svilupparlo. Viceversa, se esso fosse stato bocciato, sarebbe stato necessario bandire una nuova gara.
Chi si aggiudicò lo studio di fattibilità? La Techinital, cioè la società di progettazione che da anni ormai prospetta soluzioni alternative al Piano Mancini.
Cosa hanno scoperto i consiglieri di opposizione?
Hanno scoperto che il 22 aprile del 2022 un dirigente del Comune di Olbia ha assegnato alla Technital l’incarico di sviluppare il progetto di fattibilità e la redazione dello Studio di impatto ambientale per la difesa idrogeologica di Olbia, per un valore di 2.100.877 euro, senza che il precedente studio di fattibilità sia stato approvato dall’Autorità di Bacino (agli atti dell’Autorità di Bacino c’è solo, ad oggi, un atto che conferma le portate del Piano mancini, ma fa una cosa legittima e vergognosa insieme: riduce la tutela – cioè aumenta il rischio – in alcune aree di Olbia. Il problema è che di queste cose nessuno capisce niente, tanto meno magistrati, finanzieri e carabinieri, e nessuno si avvale di tecnici che sappiano spiegargliele). In un prossimo articolo entreremo nel merito dello studio di fattibilità, ma ora serve far notare questo: il contratto è stato esteso alla Technital senza che la clausola contrattuale prevista dal bando sia stata rispettata. In altri paesi europei questo è un fatto gravissimo, a Olbia no.
A questo quadro ieri si è aggiunta una clamorosa notizia proveniente dal Consiglio regionale: la Giunta ha previsto nella variazione di Bilancio in discussione in Consiglio, un incremento dei costi previsti per le opere di mitigazione del rischio idrogeologico di 100 milioni di euro. Quindi, mentre il Paino Mancini costava circa 150 milioni di euro, il Piano Technital ne costa 250 milioni. Quando ne avrò voglia, vi racconterò come, nelle pieghe di questa matassa volutamente ingarbugliata, siano lievitati anche i costi di progettazione. Per il momento, l’annunciato progetto alternativo costa poco meno del doppio del Piano Mancini nonostante ancora non ci sia lo straccio di una validazione da parte dell’Autorità di Bacino. Nel frattempo, su alcune aree di Olbia, approfittando di una novità normativa, si sono abbassati i vincoli e aumentati i rischi (se ne assumeranno le responsabilità i tecnici che hanno validato questo percorso). Insomma, si sta spendendo e programmando senza verifiche. Tutto bello? A chi piace.
Aldo, intervengo di nuovo, cioè replicò anche io, perché mi pare che lei insista nel voler ignorare alcune cosucce:
1-che Olbia “è una bestemmia urbanistica”;
2- che Olbia è il centro abitato col massimo RISCHIO idrogeologico, nel qual caso RISCHIO IDRAULICO in Sardegna;
3- che Olbia è una città di 60 migliaia di cittadini circa che in 10 anni non è sta messa nelle condizioni di affrancarsi dal rischio che interessa direttamente molte migliaia di quelle 60 e indirettamente molti di più;
4-che Olbia è un luogo dove un balente capetto eletto nel 2016(se non ricordo male, da una maggioranza di una minoranza elettorale), per ben 7 di questi 10 anni, ha scommesso sul calcolo delle probabilità o se preferisce sul fattore K che il suo destino gli riserva ancora (per quanto non lo so), per portarsi politicamente avanti e riaffermare il proprio ego a prescindere, quindi anche a discapito della esigenza prioritaria della sicurezza.
Mi trovi in Sardegna un altro luogo così lievemente, nel senso di leggiadramente, “indipendente”.
Vede Aldo, lei parla su cose riferite. Mai avuto un mio progetto. Il Piano Mancini era il progetto del Comune di Olbia e della Regione. Quando divenni assessore il progetto di salvaguardia dal rischio idrogeologico della città di Olbia aveva già la valutazione che poi tenne nel corso degli anni. Mai impedita la presentazione di progetti alternativi, anzi, chiesi la proproga dei termini per la VIA proprio per consentire la presentazione di proposte alternative, senza le quali, il Servizio regionale competente non può pronunciarsi. Il Piano Mancini non si è schiantato sul dibattito pubblico, ma su procedure a dir poco inconsuete e a dir bene utilizzate solo per il caso Olbia, messe in atto da dirigenti regionali. Quanto alle accuse e ai diktat si rivolga ad altri: io ho difeso il mio operato e continuo a difenderlo perché non voglio essere cercato dall’autorità giudiziaria nel caso infausto di una nuova alluvione.
1-A detta delle chiacchere del balente sindaco di Olbia e di chi gli sorregge il moccolo, il nuovo progetto si sarebbe dovuto appaltare entro il 2023 e dopo 3 anni completare. Ma dopo 7 anni e più dall’incarico conferito in direzione NordEst e di manovre politiche spregiudicate, nonché 10 (dieci), dall’evento 2013, Olbia rimane sguarnita.
A ciò si aggiunga che l’ambigua istituzione delle aree Hi*, spacciate come declassificazione delle aree Hi4, Hi3 etc., altro non è che astuta ma miope misura di cosmesi idrogeologica che ad Olbia ha già generato equivoci su equivoci e (non solo ad Olbia) non farà altro che preparare il terreno per altri guai futuri (vedi risibili e ambigui dispositivi prescrittivi per i locali interrati)
2-Aldo ho l’impressione che sia lei a vincere a mani basse la gara delle insinuazioni.
3-Silvio, puoi corresemente spiegarci di quale Pensiero Unico e di quale dottrina parli? E cosa intendi per “NaziComunisti bolcevici”?
Il rancore acceca.
Si ricorderà anche lei che il suo progetto parti con un budget di 25 milioni, e si dovette intervenire più volte con il mutuo regionale per adeguare il finanziamento fino a 150 milioni, che si rivelarono comunque insufficienti per colmarne le gravi lacune irrisolte..
Certi commenti poi dimostrano una visione punitiva della vostra politica contro il dissesto idrogeologico: la colpa è sempre dei cittadini che hanno costruito male, quindi devono subire i progetti elaborati nei corridoi cagliaritani senza alcuna sensibilità per gli aspetti urbanistici e ambientali, salvo poi schiantarsi con la realtà delle procedure di dibattito pubblico. Il rischio idrogeologico non è limitato a Olbia, in Sardegna interessa 470 mila persone, quasi tutti i centri urbani., L’obiettivo della buona politica è concepire progetti ben fatti, condivisi con il territorio e finanziati adeguatamente, non minacciare i sindaci che osano proporre soluzioni alternative.. I casi di Olbia, Bosa, Cagliari, Bitti, Capoterra e gli altri 370 comuni insegnano che con la politica delle accuse e dei diktat non si va lontano.
Ad Aldo non è chiaro un concetto che i mali idrogeologici di Olbia non sono colpa di madre natura, ma di scelte urbanistiche scellerate degli olbiesi che hanno voluto sviluppare, in questi ultimi 60 anni, la cittadina fra paludi, fossi e stagni preesistenti allo sviluppo in orizzontale, nato volutamente in assenza di un piano urbanistico..
Egregio sig.. Aldo, le ricordo che in virtù di quanto sopra esposto, olbia, le casse erariali della regione sardegna si sono caricate sul groppone il risanamento di 18 quartieri, ognuno equivalente ad un paese di 5mila abitanti. Vale a dire, in concreto, che le condotte idriche,le fognature, la bitumazione delle strade etc. sono state fatte con soldi nostri. Faccia di conta quante scuole, asili, ospedali, strade, si sarebbero sistemate con tutta la marea di soldi dirottata ad Olbia. Ripeto, se non le è chiaro il concetto , per le scellerate scelte urbanistiche non fatte in questi 60 anni.
Egregio Aldo, insinuazioni di che cosa? Io parlo di fatti e i fatti sono che è stato esteso un incarico a un professionista senza adempiere alle clausole di vidimazione del progetto, previste dal bando? Forse Lei non ha capito che il dirigente del Comune di Olbia avrebbe dovuto bandire una nuova gara per milioni di euro. Le è chiaro? Ma se mi rompe ben ben le scatole, potrei anche dimostrarle come il progetto sia mutato in itinere, con conseguente lievitazione delle spese progettuali previste dal progettista. Le è chiaro? Non evochi in questo caso la regolarità delle gare europee.
Finalmente un progetto così complesso e importante per la città viene affidato a una società di ingegneria specializzata attraverso una gara europea e c’è ancora chi rimpiange i tecnici a comando dei corridoi cagliaritani e gli incarichi di consulenza sotto soglia che hanno portato al fallimento del vecchio progetto.
Gli stessi consiglieri di opposizione, che giustamente incalzano la giunta sulle tempistiche delle opere, si guardano bene dal riesumare il suo progetto perché condividono nel merito le nuove scelte progettuali.
Le sue insinuazioni sono state già in precedenza archiviate, con buona pace di chi a Olbia ci vive e si aspetta che il nuovo progetto arrivi presto e sia migliore del precedente.
Per cui ben vengano i nuovi finanziamenti regionali se finalizzati alla realizzazione del miglior progetto per la città.
Prof., certamente non ha urgenza del mio sussidio per rispondere al sig. Silvio, ma mi da l’idea, almeno dalla critica riportata, che costui non ha capito di che cosa Lei ha argomentato. Ma siccome, per quel gioco di gravità, nessun raglio arriva a toccare le stelle, pazienti.
Olbia? Dove si festeggiano i 100 appartamenti? Quello della villa OMISSIS? Quella dei camions carichi di materiale edile che sbagliano strada ed arrivano per chiedere informazioni e scaricare sempre a casa di un ben informato cittadino ? Ci meravigliamo di che?
Egregio Silvio, ma cosa dice? Nazi-comunisti! Ma sta bene? Parli di contenuti, non di persone. Faccia lo sforzo di ragionare e perda l’abitudine di insultare.
Professore, di ciò che accade ad Olbia e dentro le segrete stanze del Palazzo, non mi reca alcuna meraviglia. Siamo abituati a non capire , come una cittadina , esplosa in tempi moderni abusivamente , senza strumenti urbanistici, sei volte tanto negli ultimi 6o anni, non abbia visto i suoi amministratori mai sul banco degli imputati per rispondere dello scempio del territorio intorno al vecchio nucleo, oltre ai villaggi turistici costruiti sulla costa, a nord e a due della cittadina. Eppure ci sono dieci, cento, mille storie metropolitane legate all’urbanizzazione di Olbia città è costa.
Questo preambolo mi serve per chiederci dove stanno gli organi di controllo, che lei giustamente invoca per capire come è stato gestito a fini politici il piano Mancini.
E la sua narrazione mi ricorda un episodio di tanti anni fa., capitato in un piccolo comune gallurese, esattamente a San Francesco di l’Aglientu.
C’era un sindaco che da più legislature amministrava questo borgo con il buon senso di un padre di famiglia e i suoi concittadini erano felici e contenti.
Un giorno, la giunta comunale delibera perché fossero sostituite le imposte dell’edificio delle scuole elementari. Poche centinaia di migliaia di lire.
Fra delibera, ricerca di mercato, affidamento del lavoro, passano mesi, forse anni
, tanto che divenne più urgente sostituire le finestre della scuola dell’infanzia usurate dal tempo. Il sindaco, sempre da buon padre di famiglia, ritenne
più urgente intervenire nell’edificio dell’asilo, utilizzando per i lavori necessari la delibera e la somma a suo tempo stanziate per l’edificio delle scuole elementari.
Or bene, il sindaco, a seguito di una denuncia anonima, tu rinviato a giudizio, processato e condannato per malversazione.
Con quel verdetto fini’ la carriera politica del pluri primo cittafino, che aveva “malversato” i fondi pubblici, spostando un lavoro da un edificio ad un altro, sempre di pubblico interesse.
Alla luce di quanto la minoranza del comune di Olbia ha messo sulla piazza, se tanto mi da tanto, Nizzi dovrebbe meritare almeno l ‘ergastolo e le chiavi della cella buttati nella fossa delle Marianne. Ma siccome chi dovrebbe sentire è vedere, continua a dormire.
Non vi smentite mai, chi nasce e cresce con il paraocchi, ha solo uno scopo nella vita. Crearsi un nemico da combattere per giustificare la propria esistenza. Vi mascherate da democratici ma in realtà siete NaziComunisti bolcevici. Indottrinati al pensiero unico non accettate altre soluzioni. fatevene una ragione e smettete di tagliare.