Questo è il documento della Direzione del Pd approvato avant’ieri .
È un testo duro e ostico, ferrigno e, di conseguenza, scintillante di bellicismo, corrusco.
È il testo di un soggetto che si sente minacciato e si dispone a testuggine, dentro un carapace: “Noi siamo noi, nessuno ci disturbi”.
Esteticamente è un documento che esplicita la chiusura in se stesso: cita documenti PD pregressi, si richiama a cose già decise dal PD, è assertivo di sé.
Ripulito delle buone intenzioni dichiarate (l’unità della coalizione, che non c’è), il documento ha un cuore: il no a Soru, mai nominato, ma accusato di intaccare l’unità della coalizione con la sua pretesa personale, e il no alle primarie.
Qui c’è un punto critico della tenuta logica del discorso del Pd.
Si vorrebbe far credere che il Partito non ha avanzato sue candidature per non turbare l’unità della coalizione.
Non è vero.
Il PD non ha avanzato sue candidature perché non sarebbe stato in grado di gestire quelle potenzialmente presenti al suo interno. Una competizione tra Silvio Lai, Romina Mura, Renato Soru, e, incombente dall’esterno, Graziano Milia, avrebbe messo a dura prova la tenuta degli equilibri del partito, perché inevitabilmente avrebbe coinvolto settori della Sinistra esterni ad esso, un po’ come è accaduto a livello nazionale con la candidatura della Schlein.
Il documento dichiara di prendere atto delle “candidature finora avanzate, sia nelle dichiarazioni pubbliche che nei dialoghi tra le diverse forze politiche”.
Le candidature pubbliche finora avanzate si riducono a una (posto che Milia ha dichiarato di non volersi candidare): quella di Soru, il quale è l’unico, finora ad aver svelato all’opinione pubblica la sua intenzione di candidarsi.
Quali sono le altre candidature e perché non sono pubbliche?
Perché si negano le primarie e si legittimano trattative di fatto segrete?
Dobbiamo dunque prendere atto che la Todde non è una candidatura pubblica, ma negoziata segretamente tra le forze politiche?
È proprio così; è ciò che diciamo e denunciamo da tempo.
Il Pd con questo documento ha esplicitato la sua ostilità al formarsi trasparente di una volontà collettiva.
È un’ostilità da oligarchia.
È un abuso di potere da parte di un ceto che ha un ruolo nella società solo perché ha un ruolo politico e non viceversa. Si avverte come le preoccupazioni della conferma di ruolo di taluni vengano mascherate con un posticcio slancio per le ragioni del popolo.
Infine, l’uso della pedagogia della paura contro il pericolo della conferma della Destra è anch’esso appiccicaticcio, posto che l’opposizione, in questa legislatura, è stata fatta da pochi e, tra questi, pochissimi esponenti Pd.
Il Pd spera che, avendo chiuso definitivamente alle primarie, nessuno ne parli più.
Invece se ne continuerà a parlare, ma con una novità per il Pd: ci sarà chi costruirà un’altra coalizione (Progressisti, Progetto Sardegna, Più Europa, Azione, Italia Viva, Forza Paris, Liberu ecc.) a partire dalla richiesta di primarie, ma conclusivamente contro l’arroccamento di potere di Pd e Cinquestelle.
Poi si diffonderà la paura (certezza) della sconfitta dell’alleanza Pd-Cinquestelle (il Pd la considera al 36%, io penso che non superi il 25%).
Poi il Pd o i Cinquestelle romperanno l’alleanza e il Pd andrà a bussare all’altra alleanza, nata dalla richiesta di primarie, per non rimanere isolato.
Il tempo c’è: le elezioni saranno il 3 marzo.
con l’arroganza tipica di chi è iscritto e fedele al partito (ed evoca i vecchi iscritti al PCI per i quali le parole del lider maximo di turno era dogma) qualcuno ci ricorda che non fare le primarie è stata un scelta, giusta o sbagliata che sia va accettata. punto.
non abbiamo bisogno di soru. punto.
i legittimi rappresentanti del partito hanno stretto alleanze con movimenti, associazioni, etc. punto.
i nomi che si fanno non appartengono mica a gaglioffi. punto.
e i programmi?
votate pure il vostro candidato. punto
Carissima Silvana è stata troppo buona. Il documento del PD, sembra ricopiare una determina direttoriale , fa lo slalom tra tenuto conto , sentiti, considerato che, preso atto, in un linguaggio che se dovessi fare una similitudine tra come scrivono e come vogliono governare la Sardegna ………. Ma perdindirindina neanche un correttore di bozze . Oppure devo pensare che è un documento scritto, come dice Paolo ” noi siamo noi nessuno ci disturbi”, con la rabbia e la presunzione di chi è al vertice e pensa di godere dell’impunità totale? che delusione la mia sinistra, e non parlo della mia mano che in questo periodo deve sopperire alla mancanza della destra che è infortunata. Ma soprassediamo e non dilunghiamoci nei dispiaceri personali, piuttosto Paolo le vorrei fare una proposta, smettetela di parlare di candidati, tutti quanti, e rendete pubblici i programmi ( sempre che ce ne siano) seri per la sardegna, le idee innovative di salvezza del popolo sardo, le analisi serie sulla situazione della sanità, della scuola, basterebbero questi due pilastri per far ripartire la macchina. Voglio dire che non ci dovrebbero interessare i vari Milia, Soru, lascio fuori la Todde, e compagnia cantante, ma persone con una visione, che possa essere condivisa, analizzata, sviscerata, criticata al di fuori delle becere logiche di partito e una volta ripulita dalle spigolature , fatta NOSTRA , identitaria, SARDA per i sardi. ( forse sto sbagliando strada e mi sto dirigendo verso Utopia? ai posteri l’ardua sentenza).
P.S. un piccolo appunto sulla scuola caro Paolo, non la usi come bandiera elettorale, sopratutto lei che seguo da tempo e ammiro per la sua capacità di estraniarsi dalle idee degli altri, nessuno e dico nessuno dal 2009 ad oggi ha fatto sua la potenzialità di essere Regione Autonoma e legiferare in merito e nel merito. Grazie dello spazio che condivide con noi.
Da cosa deriva la disaffezione dei più da tutti i partiti?
Chiedetevi questo.
L’ego ipertrofico di Soru … ma non è in questa personalizzazione la ragione della morte della politica, della dolorosa perdita di potere di chi effettivamente lavora e conta sempre meno?
Antonio, le dico che cosa a mio avviso le sfugge: il fatto che l’accordo tra Pd e Cinquestelle non è stato pubblico e verificabile, sottoposto al giudizio delle parti e dei singoli. Non è che quando non si china la testa al Pd si viene tacciati di ‘personalismi’ e invece quando si acconsente ai loro diktat ci si sente leali. Sono maschere. A lei Soru non Piace e mi pare non le piaccia anche Massimo Zedda. Legittimo. Amen. Ma non ci costruisca sopra una teoria con troppe falle logiche.
” Non farle e’ stata una scelta, giusta o sbagliata (per me giusta). Punto”. Una scelta di chi?
“Da ultimo: chiunque debba essere il candidato presidente, i nomi che si fanno da PD e 5 stelle (ancora non noti) non mi sembrano comunque gaglioffi irresponsabili incapaci di dialogo con tutti, anche con i su nominati paladini”. Il candidato di Pd e Cinquestelle è notissima ed è stata sottratta a qualsiasi confronto. Se a lei questa sequenza di decisioni imposte sta bene, a me no. Punto.
A commento di questo “dispacciò”brutto, nella sostanza e nella forma,dal sapore burocratico/marchese del grillo,la direi con f.battiato:
Povera patria
Schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame, che non sa cos’è il pudore
Si credono potenti e gli va bene quello che fanno
E tutto gli appartiene(…).
Sottoscrivo parola per parola quanto scritto da Antonio. Sembra che le primarie risolvano ogni problema. No, le primarie i problemi li moltiplicano, sono divisive per definizione, in particolare ora ed adesso. Non farle e’ stata una scelta, giusta o sbagliata (per me giusta). Punto. Non abbiamo bisogno di un Soru che ricompare dopo un silenzio-assenso durato anni o di altri rappresentant/capetti con gran ego da saziare. O facciamo gli offesi perché, piaccia o non piaccia, rappresentanti legittimi del PD hanno stretto alleanze con le quali, e con l’aiuto di movimenti, associazioni e dello stesso Soru, si rischia di VINCERE. Qualcosa impedisce a Soru o a chiunque altro di partecipare alla vita politica regionale da non presidente? O presidente o niente? Da bambino c’era sempre qualcuono che diceva: il pallone è mio e quindi tiro io il rigore altrimenti me lo porto via (che in questa circostanza vorrebbe dire teniamoci Solinas altri 5 anni, in altri termini la scomparsa definitiva anche di tutti questi paladini delle primarie) . Da ultimo: chiunque debba essere il candidato presidente, i nomi che si fanno da PD e 5 stelle (ancora non noti) non mi sembrano comunque gaglioffi irresponsabili incapaci di dialogo con tutti, anche con i su nominati paladini.
Possibile che alcuni signorotti del PD e non capìscano come stanno cambiando i giovani sardi e si accontentino delle briciole e di vivacchiare sotto i tavoli del potere?
Non lasciamo che siano ancora loro a decidere.
Nel leggere questo passaggio:
“..individuare …una candidatura capace di offrire agli elettori sardi un elevato tasso di novità, competenza e autorevolezza, riscontrabile anche in ragione delle esperienze istituzionali svolte e dei ruoli politici attualmente ricoperti”,
la sensazione è la stessa che provo spesso nel leggere i bandi pubblici miranti a selezionare imprese, professionisti o dirigenti pubblici.
Le chiamino selezioni, gare di appalto o ricerche di mercato, quantunque siano trasparentemente ineccepibili, con infinite e stucchevoli sequenze di VISTO, RITENUTO, DATO ATTO, CONSIDERATO, TENUTO CONTO, etc., sempre più spesso mi capita di avvertire un dolciastro odore, se non proprio di marcio, almeno di conveniente cammuffo. Che sarebbe a dire, orchestrare “a valle” la scelta di un soggetto che ci piace e ci tranquillizza di più già “a monte”.
Infine, poiché a me pare anche vagamente contraddittorio, al PD (o a chi ha scritto questo ORDINE DEL GIORNO, chiederei garbatamente di spiegarci cosa sia, su quali parametri si basi e, dunque, come si calcoli il TASSO DI NOVITÀ, soprattutto se “in ragione delle esperienze istituzionali svolte e dei ruoli politici attualmente ricoperti”.
bene…l’argomento ormai è ben noto a tutti i lettori e non lettori da tempo. è evidente che questa testardaggine del pd nasconde altri accordi tra pochi oligarchi del partito (alcuni di scarso valore) per garantirsi altro…fin qui ho scoperto l’acqua calda o tiepida…ma a 5 minuti dal termine della partita quali sono i giocatori che scendono in campo? uno sembra essere soru, nome discutibile, ma valido anche se con uno stiramento muscolare…milia si sta riscaldando a bordo campo rischiando di farsi venire i crampi ancora prima di calciare il rigore…bene, Todde non è gradita anche perchè a mio modestissimo parere i 5 stelle nelle ultimissime tornate elettorali locali hanno contato meno di zero ed hanno avuto difficoltà a chiudere le liste. degli stessi 5s non se ne parla più neanche nei bar, dopo l’accantonamento del reddito di cittadinza, il quale non è argomento di competenza regionale, non hanno più nessuna presa e non sono nominati da nessuno se non dai vertici del pd. chi scende in campo oltre soru? fuori i nomi seriamente altrimenti è una discussione inutile e il triplice fischio dell’arbitro è in arrivo
Caro Paolo,
il PD in questa vicenda dimostra la sua strutturale inconsistenza politica. Da tempo manifestava serie difficoltà: organizzative, di elaborazione politica, di opposizione (anche quella basica, la strumentale), di consenso. Segretari regionali che, ottenuto lo scranno parlamentare, scappano con il bottino lasciando il partito in braghe di tela è o non è un segno dei tempi?
Oggi abbiamo un nuovo segretario che teme il confronto con la base, sia con coloro che non l’hanno votato ma anche con coloro che teoricamente lo hanno votato ed eletto. E’ paradossale ma lui stesso è stato eletto con primarie aperte ed oggi è diventato il vessillifero del NO alle primarie. Dal giorno della sua elezione non si è vista un’assemblea pubblica, un dibattito aperto sui temi dell’attualità e che potesse evidenziare una proposta per il futuro. Tutto si consuma nelle “segrete” stanze degli organi (a bene andare) o nelle catacombe. Un partito ridotto a loggia e che sprofonda nel ridicolo diffondendo documenti che certificano la definitiva rinuncia al proprio ruolo di proposta in una coalizione degna di questo nome. Prende atto della propria debolezza politica e si consegna alla protervia altrui in nome di una unità di facciata che in realtà camuffa accordi di bottega, scambi inconfessabili a tutela delle carriere dei singoli cacicchi di quartiere. E’ l’epitaffio di una dirigenza fatta di capibastone il cui prestigio deriva dalla capacità tattica di fregare il compagno di viaggio e non certo dal pensiero, dalla visione. E’ propio vero che meno idee si hanno e meno si è disposti a cambiarle (cit. michelangelo). Non solo: a garanzia della presunta bontà delle proprie ragioni sbandierano l’unanimità nell’assumere le decisioni. In realtà confermano le parole di Abramo Lincoln: Quando in una riunione sono tutti d’accordo è chiaro che ha pensato uno solo.
La signora Silvana è stata fin troppo benevola sul piddinese involuto in cui è scritto il documento licenziato dalla direzione regionale di Oristano, senza che peraltro la lingua impiegata, a metà strada tra i celeberrimi “ragionamendi” del compianto Ciriaco De Mita e il peggior funzionariese tardo-comunista stile documenti di Achille Occhetto riescano a nasconderne, tra mille ipocrisie, il senso: “O Todde o morte, e anche presto”.
Purtroppo tante persone di valore, dallo stesso segretario Comandini a Massimo Dadea, su questa vicenda stanno rimediando magre figure.
E il problema non è neppure la posizione personale della Todde, che è un’ottima manager e che, a parte il fatto che è deputata in carica, potrebbe sicuramente trovare un’ottima collocazione fuori dalla politica.
Il problema è che il Movimento 5 Stelle, dopo averci fatto la testa a pallone con le votazioni On Line anche per la scelta dei consiglieri comunali, se non passa il suo candidato pare si ritirerebbe dalla coalizione, e gnegnegné.
Insomma, senza la Todde c’è odore di sconfitta a tavolino, dato che il centrodestra, anche scalcinato dopo i disastri di Solinas & co., un quaranta per cento comunque lo prende, e sono in tanti ad essere disperati. Non lei, professore, non Renato Soru, che un’occupazione fuori dalla politica ce l’avete, e neppure Graziano Milia, che da persona intelligente ha capito che finché fa il sindaco di Quartu fila tutto liscio, ma che se si candidasse alla guida della Regione riceverebbe un agguato (giornalistico o giudiziario) al giorno.
Il problema sono i tanti “cacicchi” che gravitano soprattutto intorno al PD, tra cui molti che non hanno mai lavorato un giorno in vita loro fuori dai partiti e dagli incarichi istituzionali (e, quando stanno all’opposizione, devono barcamenarsi tra lavoretti e improbabili fondazioni) e anche tanti professionisti di quart’ordine annoiati dal loro mestiere – che non fanno neanche troppo bene – e terrorizzati dall’idea di dover continuare a svolgerlo. Per questi vincere le elezioni purchessia, anche alleandosi con Casa Pound o con Hamas, è questione di vita o di morte!
E così, si rischia che la destra, pur non vincendo a tavolino, vinca comunque, perché gli incentivi all’astensionismo sono fin troppi.
Caro professore, siamo in tanti a non poterne più di Solinas, dei fratellini d’Italia e di tutto il cucuzzaro, ma perché abbiamo lo stomaco di mandarli all’opposizione nell’unico modo efficace dovete aiutarci. E non fare le primarie non è certo l’aiuto migliore.
Il documento del PD è l’ ennesima supercazzola degna del Conte Mascetti.
“Continuiamo così, facciamoci del male”.
5 anni di Solinas non sono bastati, per tutti per capire che è necessario cambiare.
La politica sarda é finita in Calabria e nessuno fa una piega!
Non vedo la Politica ma solo personalismi variamente assortiti.
Sono degli irresponsabili.
Compreso Soru, che dopo avere avuto tutto ed essere stato zitto per 5 anni adesso si sveglia, fischiettando come se nulla fosse, armato del suo ego ipertrofico da bravo profeta del passato.
Ah dimenticavo, Soru ha dichiarato di far più parte del PD ma di riconoscersi nel Partito Progressista di Zedda ed al tempo stesso di voler rispolverare Progetto Sardegna.
Se avesse messo tutta questa energia contro la Destra in questi anni -mai mezza dichiarazione contro Solinas ed i suoi- Solinas sarebbe andato a casa ben prima!
La voglio proprio vedere una sua candidatura alla Mauro Pili……..
Compreso Massimo Zedda, che dopo aver abbandonato il Comune di Cagliari alla Destra con le sue improvvide dimissioni, quando si poteva gestire l’amministrazione con la vice sindaco fino alla naturale scadenza delle elezioni, adesso pensa che tutti aspettino lui quando è lui che aspetta qualcosa.
E poi perché lui e non Francesco Agus che almeno
in questi anni si è sentito in Consiglio Regionale ?
A torto o a ragione, pur non condividendo molte delle cose cose del PD, mi chiedo se oggi un un partito può fare il partito, stringendo anche legittimi accordi con altri partiti, per di più con la quasi unanimità del consenso dei suoi organismi dirigenti?
Mi sfugge qualcosa?
Prof. Maninchedda, è un’occasione unica per creare una coalizione che rifiuti gli ordini di Roma. Non lasciatevela scappare, si potrebbe dare vita ad una Giunta di grande spessore
Perché suscita stupore questo modo di agire? Le trattative segrete? La legittimazione di sé e dei propri atti con riferimento a proprie disposizioni?
Premesso che non ho alcuna simpatia per l’attuale PD sardo e molto a che lagnarmi di esponenti del passato, mi pare evidente che le tecniche indicate siano tipiche del potere in qualsiasi situazione oggigiorno. Non vi è grazia, riconoscimento della ragione altrui in questo potere.
Soru, poi, Milia e gli altri non hanno alcun valore in sé. Hanno importanza i valori e i progetti che sostengono. Non li conosciamo. Questo si è un problema.
Il modo in cui nel documento viene maltrattata la lingua italiana mi pare manifestazione delle difficoltà ad argomentare le posizioni espresse.