Il sindaco di Palau si dimise nel 2017 perché venne arrestato. Secondo la Polizia giudiziaria, il Pm e il Gip (quindi, non di una sola persona si tratta, ma di una filiera di persone, uniti dalla furia di ruolo) il sindaco Francesco Pala, figlio di un magistrato in pensione e da tutti ritenuto un buon sindaco e una persona per bene, nonché la sua vicesindaco Maria Teresa Pes, avevano promesso un posto di lavoro a un disoccupato in cambio della predisposizione da parte di quest’ultimo delle pagine Facebook del Comune.
Poi è accaduto che i difensori del disoccupato ottennero, durante il giudizio abbreviato, che venisse trascritta interamente l’intercettazione ambientale che riguardava il disoccupato e così il collegio giudicante poté constatare che nessuna promessa di lavoro era stata fatta al giovane, il quale non voleva essere assunto temporaneamente dal Comune per non perdere l’assegno di disoccupazione.
Avant’ieri è stato assolto da ogni accusa e siccome a chiederne l’assoluzione è stato il PM tutti fanno finta di niente: la Procura non è stata sconfitta, un innocente non è stato colpito e soprattutto non ci sono mandanti, non ci sono ambienti che hanno soffiato sul fuoco, non ci sono maldicenti che hanno deturpato il profilo politico del sindaco. Niente di tutto questo, solo un abbaglio.
Non credo agli abbagli.
Come non ho creduto all’abbaglio vergognoso che portò a Cagliari al sequestro delle navi Delcomar, oggi passato in cavalleria grazie alla genialata della giudice Ornano che, avendo assolto su richiesta del PM, non ha dovuto neanche depositare le ragioni dell’assoluzione, così da essere esentata da dover illuminare gli errori grossolani, il pregiudizio di colpevolezza che ha animato le indagini alimentate da notizie di stampa fraintese in modo inverecondo, la vergognosa debolezza delle perizie della Procura, i compensi stellari riconosciuti dal Gip – che faceva parte dello stesso ufficio della giudice Ornano – agli amministratori giudiziari, così oggi non credo agli abbagli per il sindaco Pala.
La verità è che il sindaco stava facendo il Puc e che ha pestato molti calli, forse uno, che non so identificare, troppo grosso per non infiammarsi.
La verità è che non può essere colposo il taglio di una intercettazione in modo da farla sembrare ciò che non è e farle dire ciò che non dice.
Un magistrato serio, avrebbe assolto da una parte e aperto un’inchiesta dall’altra per chiedere conto dell’errore, per capire l’errore.
In un altro procedimento giudiziario, un testimone si è rimangiato in giudizio ciò che aveva dichiarato durante gli interrogatori di Pg. Le sue dichiarazioni avevano portato all’incriminazione di alcune persone. Nessuno, dico nessuno, gli ha chiesto conto della sua ritrattazione. Cane non mangia cane e il giudici italiani non giudicano mai i loro collaboratori, come ai tempi dell’Inquisizione.
Il sindaco Pala è stato vittima di qualcosa di più grande di un finanziere zelante (a parte il fatto che in Gallura i finanzieri trovano sempre lavoro dopo che si congedano). Il sindaco Pala è stato colpito da un contesto che va ricostruito nel dettaglio. È questo dettaglio che si è temuto e che è stato nascosto sotto una salomonica quanto inevitabile assoluzione dopo sette anni.
Io fossi nel Gip del caso Pala (conosco un altro Gip che ha scritto ordinanze ridicolizzate dalla Cassazione proprio sul piano della competenza, la quale è andata felicemente in pensione con la paciosità e l’arroganza di chi ha il privilegio di sbagliare e di non essere mai chiamato a rispondere), non uscirei più per strada, mi dimetterei dalla magistratura e mi vergognerei. Ma io sono un uomo, non un privilegiato. Sono due tipi antropologicamente diversi.
Sono felice di questa assoluzione.
Ho conosciuto il compianto Giacomo Pala a Santantonio e i figli, che trascorrevano qualche mese d’estate con le zie,
Auguro a Francesco di avere i giusti riconoscimenti, dopo quello che ha subito.
Un abbraccio
Anni fa’ ho sentito con le mie orecchie le parole di un magistrato: la pena da scontare non è quella scritta nella sentenza (che, appunto, talvolta è di assoluzione) ma “IL PROCESSO”.
Che fa’ il paio con quanto detto da un meritatamente celebre Avvocato che, sulla porta della stanza del magistrato col quale commentava l’assoluzione del proprio assistito, proferì la seguente “sentenza” rivolto al P.M. “stia tranquillo, alla condanna ci ho pensato io: con la mia parcella”.
E vergognoso che nessuno paghi per la vigliaccata fatta verso delle persone che non hanno commesso il fatto. Vi dovete tutti vergognare per aver additato senza se e senza ma recando del danno moralmente a delle persone senza che loro abbiano commesso il fatto.
Da due giorni sto soffrendo di vertigine (sono meteopatico e la bassa pressione mi influenza), dopo aver letto questo buon articolo mi é venuta anche la nausea, naturalmente alle storture della giustizia…
Per fortuna che la medicina che prendo cura entrambi i sintomi, vertigini/nausea… che dire di più, che schifo ❗
Le tonache, come ogni divisa dello Stato godono del lascia passare, è sempre stato così con ammissione perfino delle parti interessate. Triste e intimidatoria realtà.
In Sardegna, i giudici sono quasi re;
essi non rispondono mai alle leggi, bensì applicano le leggi sui sudditi…..