Come spesso accade, anche le idee migliori, nei momenti caotici, possono trasformarsi in incubi. Oggi un non bene identificato dirigente Pd ha comunicato alla stampa l’avvenuta consegna della leadership della coalizione di centrosinistra della Sardegna ai Cinquestelle.
La seconda notizia, invece, in contrasto con la prima, parla dell’intenzione di sottoporre a sondaggio una rosa di candidati.
Chi ha scelto la rosa dei candidati? La logica vorrebbe che fosse la coalizione, ma così non sembra.
Io sarò anche un po’ troppo affezionato all’idea che le elezioni si vincano costruendo bene la coalizione, ma mi pare di non essere illogico nel dire che prima dei sondaggi occorre verificare che tutti i candidati lascino almeno invariato il perimetro della coalizione o, meglio, lo amplino. Se un candidato porta alla fuga di alcune forze politiche, anche se risultasse vincente nel sondaggio, vedrebbe la sua presumibile vittoria intaccata seriamente dall’indebolirsi della coalizione.
A questo punto, gli ultimi seguaci del realismo di Sancho Panza mi direbbero che se Tizio/a risultasse vincente nei sondaggi, cadrebbero tutte le obiezioni politiche. Forse sì, ma spesso è accaduto che gli elettori abbiano smentito, con la loro fedeltà ad alcune appartenenze, il cinismo realista dei loro dirigenti.
Tra il leader e la coalizione deve esserci un po’ di feeling, non tutto è calcolo.
…Prima ci dividiamo la torta del potere, Todde a me Comandini a te, poi si vedrà quali buchi tappare, quali aprire, quali palle raccogliere, con quali raccattapalle, e con quali palle giocare e che gioco giocare, tra amici, inter nos. Tutto pacifico che a su sonnu e sa mandronia fóssiles de sos inghiriagrastos chentza mai afrontare mancu a proare a cambiare carchi cosa de su raportu macu cun s’Istadu italianu, mancari solu totugantos “aspiranti in pectore” a carchi campionadu de dipendhéntzia. Custu tiat èssere su partidu demostàticu e s’ideale a chimbe istedhos (a sete no si bi proant ca bi est s’istedhu polare chi, si sunt Sardos, no podent bìdere ca sunt sempre furriados a s’àtera bandha).
Carissimo Prof., nulla di nuovo all’orizzonte e tutto sostanzialmente come previsto da qualche mese. Esiste un asse tra la segreteria regionale del PD è una parte di 5stelle che sogna la Todde candidata presidente e Piero Comandini candidato sindaco di cagliari.
Le notizie che lei riporta qui non fanno che confermare questa ipotesi.
A destra l’unico legante è la brama di potere. È un collante più forte delle forze disgregatrici indotte dagli egoismi e dalle liti dei leader proprietari dei partiti.
A sinistra tante idee, meno leader proprietari, un po’ più di democrazia interna, ma coalizioni in perenne equilibrio instabile, mantenute con tonnellate di inutile colla di pesce.
Ma è possibile mai che dopo anni disastrosi di governo sardo leghista & C. , le attuali opposizioni, osservando la penosa situazione di questa terra e di tante persone che la abitano, non riescano a trovare quel forte magnetismo che le unisca in una forte e credibile coalizione alternativa alla destra?
Utilizzare anche da questa parte la brama di potere come collante sarebbe deleterio: da quell’altra parte vincerebbero per esperienza, e per assenza di ipocrisia.
Innantis si fanno le ossa e s’iscallant e callant in totu is divisionis possíbbilis tra issus e de sa genti (circhendi bai e busca cali torracontus po sa Sardigna e is Sardus, si no su chi dhis ispurtit de prus, po pentzai bèni, po una carrieredha personali de pagu e nudha dignidadi digna de aprétziu e arrispetu) e apustis Ajó, vota a mimi! Beta a inoghe! A fai s’unidadedha de is afetzionaus.
Iant a èssi diaderus pentzendi a is chistionis e necessidadis mannas de is Sardus?! Po is iscórrius? E fintzes is iscorraus! Seus ancora a sa bidhunculia e a sa tìrria o a dónnia modu in su grofu de totu is divisionis a isperdimentu. Dh’eus a biri cras s’Unioni chi nosi serbit!…
Io un’idea me la sono fatta.
Il solo Partito Democratico ha in campo almeno quattro nomi, nel caso di celebrazione delle primarie si conterebbero le vittime sul campo posto che uno solo vince e tre perdono ( il quinto candidato, quello proposto da M5S neanche lo considero).
In buona sostanza rimarrebbero ostili al vincitore tre quarti del Partito.
Molto più facile lasciare che siano altri a decidere.
Capita che, purtroppo, il nome proposto (per buona parte dei Dirigenti del PD, ma anche per i sostenitori del M5S) sia quello sbagliato.
L’unica alternativa rimasta, proprio a causa della debolezza della proposta del M5S, è la scelta tramite un sondaggio che ha anche il vantaggio di fornire un alibi in caso – non possibile ma probabile – di sconfitta.
Ragionamento che non fa una piega. L’idea di base è che se non si vince tutto rimarrà a livello di buone intenzioni. Un leader di coalizione bello/a ma divisivo/a non serve. A mio modo di vedere le primarie sono divisive, i sondaggi spesso fallaci. Perché non una piattaforma di proposte ed un sano realismo nella scelta del leader di coalizione?