Ieri Graziano Milia ha ribadito il suo progetto politico e lo ha fatto mentre il Pd riacquistava una certa libertà di movimento e una non banale capacità di conduzione del tavolo della coalizione di Centrosinistra. In sostanza, lo ha fatto mentre il Pd legittimava l’apertura a 360 gradi della discussione sulla scelta del candidato presidente.
Milia propone un’alleanza civica che superi il bipolarismo e sia fondata sull’autonomismo.
È una proposta che fa il paio con una delle definizioni di sé, sul piano culturale, che il sindaco di Quartu ieri ha ripetuto: comunista, riformista, togliattiano (mi sembra manchi ‘sardista’, ma il sardismo è nei fatti, quindi lo aggiungo io di ufficio. Manca anche ‘liberal-democratico’, ma anche questo lo aggiungo io, che lo conosco).
In sostanza Graziano propone un governo costituente, che abbia come cornice l’urgenza delle riforme strutturali di cui la Sardegna ha bisogno, garantite da un larghissimo consenso.
Chiamare questo programma un ‘programma civico’ è un escamotage per non chiamarlo ‘programma nazionale sardo’.
Chi non vede che si tratterebbe di un programma suggestivo? Chi non vede che si potrebbe fare in un anno ciò che non è stato fatto in cinquanta?
Eppure, ogni volta che glielo sento ripetere, mi sorge una domanda.
Posto che in diversi settori del Centrosinistra l’idea è accarezzata come suggestiva, cosa ne dicono le varie parti che compongono il Centrodestra?
Piaccia o non piaccia, la forza di questa proposta sta nella sua capacità di disgregare gli schieramenti, portandoli a nuove e inedite alleanze.
Proviamo a immaginare che il centrosinistra la sostenga (cosa che non è).
Serve la controprova che l’idea abbia un’adeguata capacità di penetrazione a Destra.
Invece i Riformatori tacciono, i vari Centri (Peru, Tunis, Cucca, eredi Oppi ecc.) tacciono, Forza Italia tace, il Psd’az e la Lega difendono Solinas.
È chiaro che il pezzo della coalizione che più sentirebbe il richiamo di questa proposta dovrebbe essere quella dei Riformatori, ma io non li vedo capaci di rompere un bipolarismo che hanno sempre difeso da Destra. Fantola ha uno scrupolo dentro di sé su questi temi; Franco Meloni sa che la scelta di Solinas è stata un clamoroso errore; ma Vargiu, Cossa e più sono liberali di Destra senza ‘se’ e senza ‘ma’; la base dei Riformatori è di Destra-Destra. Alla fine i Riformatori staranno a Destra, magari con la suggestione di fare di Milia il leader di una Destra attenuata (cosa che, per come lo conosco io, non è possibile).
Veniamo ai centristi.
Bisogna capire subito una cosa: un centrista sardo classico, non ha bisogno di un pensiero, ha bisogno solo di un posizionamento vincente.
La posizione del Centro sarà determinata dai sondaggi, i quali mostreranno a tutti che, come in molte delle elezioni precedenti, chi vincerà, vincerà con una scarto limitato.
I sondaggi non daranno la sicurezza del posizionamento ai centristi e li costringerà a fare ciò che più odiano: schierarsi con più di un rischio di sconfitta.
Il Centro è troppo ‘mercenario’ per essere affidabile.
Infine c’è il problema politico di Solinas e della Massoneria.
Un progetto ‘nazionale’ sardo non può eludere la questione del giudizio sull’era Solinas e sui tentacoli di questa bestia parassitaria che ci opprime. Sarà un mio pallino, ma, e l’ho detto con chiarezza Graziano, dove ci sono cappucci, non ci sono io.
A me pare che, se si parte dalle sigle, il disegno di Milia sia arduo da realizzarsi.
Se invece si parte dagli elettori, allora è diverso.
La proposta Milia è in grado di spostare elettori di centrodestra verso un’alleanza civica che abbia in pancia tutto o quasi il Centrosinistra, con più programma che sigle?
Il caso Quartu sembrerebbe dire di sì, ma va verificato.
Anche Massimo Zedda nelle elezioni di Cagliari ha spostato elettori di Destra a Sinistra.
Servono proposte ben comunicate agli elettori, sondaggi credibili e accordi ben costruiti. Servono ragionamenti e persuasione, piuttosto che strappi.
E qui si torna al punto iniziale di questa lunga stagione: quali caratteristiche deve avere il candidato del Centrosinistra per spostare elettorato, per catalizzare la protesta montante su sanità e trasporti, per garantire la sostituzione di una classe politica parassitaria, di gente senza mestiere che compra il consenso con le sagre e i contributi a fondo perduto, con i concorsi ad hoc, con le lauree facili, con gli acconti come prestiti, con i dirigenti senza i requisiti, con la magistratura prudentissima fino alla paralisi rispetto all’ipercinesia di quando aveva gli indipendentisti nel mirino?
Graziano sta affermando che a guidare la coalizione non dovrebbero essere le bandiere di fazione. Servirebbe una sintesi più alta, che a me piacerebbe fosse nazionale e che lui chiama autonomistica, ma che chiunque può chiamare come gli pare, purché rappresenti un punto di convergenza libero, nuovo, non di parte in senso stretto, credibile.
Ciò che personalmente aggiungo alla proposta è un requisito ulteriore: la coalizione deve essere esplicitamente alternativa a Solinas, al suo sistema e alla corruzione massonica che la caratterizza, con i quali non possono esserci mediazioni.
La frontiera per me è netta: chi è stato con Solinas, chi ha trafficato con i massoni (e con i tanti che aggiungono al cappuccio e al compasso, la toga e/o le stellette o la solidarietà pelosa delle abitudini inconfessabili o i negoziati per le proprie aziende o proprietà) non può stare con noi.
Troppo radicale?
Forse, ma in mezzo ai fumi della battaglia, ho sempre mantenuto la lucidità di distinguere gli amici dai nemici.
Alberto Arbasino, raffinatissimo intellettuale (quanto ci manca…), spesso viene ricordato per una delle sue più fulminanti battute: giovane promessa, venerato maestro, solito stronzo. Stanti i tempi, le calcolate uscite, gli escamotage e il trasformismo politico di chi, avendo già detto tutto (e dato il meglio di sé stesso) non si accontenta e non si rassegna a scendere dal proscenio, bisognerebbe aggiornare la battuta, con una nuova categoria: l’emerito bollito.
oggi ben evidenziata l’esigenza di una guida capace, seria, coerente e soprattutto preparata.
l’invito al ragionamento per tracciare da subito la strada verso una vera rinascita volta a migliorare la Sardegna e non cambiarla.
“non mi giro dall’altra parte”
una coalizione dovrebbe nascere intorno non solo alle persone o alle idee ma soprattutto alle cose che, banalmente, si intendono realizzare.
riforme strutturali? bene, di quali riforme si sta parlando? è possibile spiegarle al popolo, anche quello che non partecipa alle segreterie e magari non va a votare? non esser massone non basta
allora si dica: quali proposte sull’ambiente, sullo spopolamento, sulla organizzazione sanitaria, sulla dipendenza energetica, sulla possibilità di spostarsi, sul degrado culturale, sulla difesa della lingua sarda
quali iniziative per riappropriarsi dei poteri per i sardi
dopodichè si scelga pure il metodo di investitura, ma che non sia simil Miss Italia (il più bello o il più simpatico)
Buongiorno, parlo di una cosa semplice che conosco, come cittadino residente a Quartu Sant”Aleni ho visto ridurre l’importo della Tari, il primo anno per la lotta all’evasione! quest’anno sono stato premiato perché ho sempre pagato regolarmente, con un ulteriore riduzione dell’importo da versare, miracolo? Non credo, solo buona amministrazione.
Graziano Milia, ad oggi è l’unico politico in grado di ridare un po’ di credibilità a questa regione martoriata , dove i suoi residenti hanno perso la fiducia nei loro politici passati.
@giova
Ritengo che sia questo tipo di contrapposizione la causa della inanizione Sarda (e non della nazione).
Frasi dette e non dette, accenni, ammiccamenti e nessun straccio di proposta o critica costruttiva sul programma della controparte (qualunque essa sia)
Sforziamoci di fare un passo in più, andiamo oltre il pelonelluovismo
Rimarremo sempre il (quasi) popolo di secolare memoria?
Il PSDAZ non difende Solinas,anzi aspetta di vederlo passare e andarsene, per cancellare un periodo drammatico per i sostenitori di questo partito.
Il programma e la legge elettorale sono la chiave di tutto il movimento e avere riguardo per il sardismo.
Qui l’unico problema ..non sono ne i sostenitori di Milia e ne di Maninchedda……………
ma il PD ..già il partito democratico!!!
Egregio Giova, nell’ordine: la foto è presa dalla rete tra quelle free. Le dà fastidio? Mi dispiace, non ho pensato al suo fastidio nello sceglierla. Chi l’ha scattata? Non lo so e poco mi importa. Tutto mi si può dire, ma che io faccia il pesce in barile è un po’ azzardato, necessita di spiegazioni, non di sfoghi. Mi rinfreschi pure la memoria, si accomodi, magari firmandosi. Se vuole le mando la registrazione degli interventi della serata di ieri. Parlare a me della proprietà della Nuova è come parlare di corda a casa dell’impiccato. Sono una vittima illustre di quel giornale che leggo solo per dovere di informazione. Se l’editore di Milia fosse il suo capo di gabinetto non me ne importerebbe un fico secco.
Bella prof! La foto opportunity che ha scelto. Poi dice: “posizionarsi per opportunità”… Comunque, viste le venature popolari e gli orizzonti europei del suo pensiero, sarebbe bene indicarne la fonte. Da dove ha attinto (e scelto) la foto, tra le tante? È come penso? (https://shorturl.at/fFT39) L’ha forse chiesta a Milia? O forse a quel popolare di Zuckerberg? Ne avrei scelto un’altra, questa ad esempio: https://ibb.co/CQD0TjC . Perdonerà l’ironia. Lei è ancora uomo di spirito? Oppure – per quanto ho avuto modo di leggere – si è iscritto d’ufficio al Pib (partito del Pesce in barile)? Penserà forse che chi non ne ha tessera vada in giro con l’anello al naso? Mi creda, avrei voluto esprimere 2/3 chiose di spessore sul contenuto della sua fatica e sull’analisi politica, magari solo per rinfrescarle la memoria, però ho letto la cronaca dell’evento su Sardinia Post e ho capito che – sempre riferendomi alle fonti – avrei fatto meglio ad esercitarmi sul quel giornale. Lei non ha partecipato alla presentazione del libro di Milia, giusto? Del resto, capisco, non era opportuno rifarsi alla cronaca apparsa quest’oggi sulla Nuova Sardegna, che ha tratteggiato il Milia pensiero con fare imbarazzante. Per i lettori. E per la proprietà del giornale, che forse lei conoscerà. E se non la conosce lei, Milia ne conosce bene la compagine societaria. Tornando alla foto opportunity: sa mica chi è l’autore dello scatto e da chi – e per cosa – è stipendiato? Innocente curiosità. La saluto e riprendo a leggere il libro di Milia, su cui ho già annotato innumerevoli riflessioni già svolte negli ultimi 20 anni, in precedenti pubblicazioni. Nulla di nuovo all’orizzonte, praticamente un disco incantato, ma lei all’epoca era evidentemente distratto. A proposito: sa mica se l’editore, l’ultimo, è lo stesso del capo gabinetto di Milia?
Destra, sinistra, centro, angolisti e raccattapalle…..BASTA!!!! Milia è avanti di 20 anni, tutti gli altri viaggiano ancora a carbone. Decenni di chiacchiere e pochi fatti e ci lamentiamo dell’ affluenza decimata alle urne?? La visione di Milia è l’ unica alternativa…
Basta con i vari colori individuali….solo l’ arcobaleno può cambiare il paesaggio globale!
No, Niki, io non sono mai stato un centrista e, da ciò che dici, non lo sei neanche tu. Sei un popolare e anche io ho venature popolari nel mio pensiero che, però, ha sempre guadato al mondo azionista e federalista come orizzonte europeo.
GRAZIANO MILIA: mi paret persona e proposta in GRAZIA de Deus!
Tocat a dh’acabbare cun s’isciolóriu de sa “coalizione” matzu de bandheredhas de cambaradas/partidos de vattelapesca chi ant abbruxau fintzes s’isperàntzia de sa gente portandhodha a no tènnere prus fidùcia in nemos, tzerriada solu a giare su votu e fàere su tzacarramanu che is tifosos abbadiandho is giogadores in su campu. De su restu, de unu muntone de “siglas” iscallau ite at a pòdere cagiare? Innantis totus s’iscàgiant in is partidos de su corru mannu de sa furca e apustis tenent su solu “problema” de bínchere, issos.
Buongiorno Prof. Maninchedda,
sono un giovane centrista sardo, classico e vengo da una famiglia di tradizione orgogliosamente democristiana. La prima cosa che mi hanno insegnato è ascoltare, la seconda ragionare, la terza è aiutare i più deboli; Il posizionamento è dato dai contenuti, dalle proposte, dalle idee forti e da persone competenti. Posizionarsi per opportunità non fa parte di questa tradizione, non è politica e se non ricordo male, questa tradizione, è anche la sua.
Cordiali saluti
Buongiorno, dove posso trovare descritto il progetto politico di Graziano Milia?
Saluti
Francesco
Sono molto fiduciosa ,quest’uomo sindaco di Quartu sta dimostrando la sua capacità, un’uomo che sta facendo rinascere la terza città della Sardegna, un’intelletuale capace di creare anche nella minoranza ,un clima di serenità e collaborazione per il bene della città. Ci vorrebbero molti Milia in Sardegna.
Per quel che conta, non voterei mai una coalizione che includesse chi ha appoggiato Solinas o chi non si dichiarasse estraneo alla massoneria
Dall’analisi sembrerebbe che la strategia vincente per la nascente coalizione di Centro sinistra debba puntare quasi esclusivamente a spostare elettori di centrodestra verso il polo opposto. Non si fa riferimento alle percentuali si astensionismo che, in Sardegna, raggiungono livelli vicini al 50%. Chi si candida a governare la regione non può prescindere da questo dato.
Più che andare a raschiare percentuali da prefisso telefonico (così si diceva un tempo) all’avversario, sarebbe il caso di fare una proposta credibile che possa richiamare al seggio quella parte di elettorato ormai deluso che non crede più alle promesse stantie dei politici di turno.
Probabilmente, una buona parte degli astensionisti sarebbero disposti a dare fiducia ad una coalizione di centro-sinistra, anche allargata alla galassia indipendentista, a condizione che venga presentato un programma credibile, con candidati credibili che non siano i vecchi notabili di partito buoni per ogni occasione.
Oltre ai temi dell’economia e del lavoro, un tema di fondo da inserire in un possibile programma deve essere costituito da un preciso impegno ad adottare una legge di riforma del sistema elettorale regionale. Una legge che dia effettivamente ai cittadini la possibilità di portare in Consiglio i propri rappresentanti, anche se questi non fanno parte dell’establishment dei partiti. Serve un giusto mix di persone esperte ed oneste e persone nuove con idee nuove per dare ossigeno alle acque stagnati della politica sarda (e non solo sarda)
Mi sa tanto che servirebbe per vincere le elezioni! E poi?
Sarebbe tutto molto bello.
Molto più bello con Paolo Maninchedda dentro.
Il Psd’az difende Solinas? Ma quale Psd’az? Perché esiste ancora ?
Proposta interessante e forse l’unica percorribile per contrastare la coalizione attuale di governo. Al di là di chi sarà il candidato, anche se considero Milia un esperto politico e buon candidato.