I gay non c’entrano un fico secco. In questo mondo sempre più impressionante, in cui tutti sentono il bisogno di mettere in piazza i propri costumi sessuali come se non ci sia piacere senza applausi, come se sesso, spettacolo e fitness siano la stessa cosa, questa sessualizzazione di una vicenda di potere è ignobile, volgare, sporca.
Per capire cosa c’è dietro la frettolosa rimozione del generale Vannacci e perché alcuni esponenti dell’opposizione addirittura ne abbiano chiesto il congedo, bisogna parlare di segreti militari.
Mi ero ripromesso di non farlo, ma non reggo le menzogne, i linciaggi e i raggiri di Stato.
Vannacci non è stato rimosso dal suo incarico all’Istituto Geografico Militare per le idee espresse nel suo libro Il mondo al contrario. Può essere un libro ‘pericoloso’ o ‘eversivo’ o ‘inopportuno’ quando dice che l’omosessualità è presente in natura seppure minoritariamente e poi la dichiara innaturale? Può essere pericoloso o offensivo un libro nel quale l’autore si dichiara emulo di Cesare, cioè di uno dei tanti Putin dell’antichità (con più talento militare e politico di Putin) e, contemporaneamente, fedele alla Costituzione? Evidentemente non abbiamo a che fare con un libro pericoloso, ma con un libro campato per aria come spesso a militari e poliziotti è capitato di scrivere (ne ho letto uno di recente con un plagio plasticamente esibito da Wikipedia).
Vannacci non è un fascista, né un esponente dell’estrema Destra.
Prima di tutto è un comandante, di quelli che sentono ‘il plotone’.
Questi militari di campo e di squadra hanno tutti un destino comune: servono lo Stato, ma non mentono, non fanno il lavoro sporco per lo Stato, non coprono le menzogne, i traffici, le congiure. Hanno un loro codice cavalleresco. Sono disciplinati, ma liberi. Un esempio nelle forze dell’ordine è stato Sergio Di Caprio, il capitano Ultimo, cui lo Stato dovrebbe fare un monumento e che invece ha collocato a riposo per la sua libertà e fedeltà alla Costituzione.
Vannacci è un uomo di Stato scomodo, ma non perché sia un tradizionalista e un conservatore con idee distanti anni luce dalle mie, ma perché è onesto.
Ha forse discriminato qualcuno nell’esercizio del suo comando? No.
Ha forse fatto propaganda in caserma? No.
Ha forse aggredito qualcuno? No.
È stato segnalato per comportamenti contrari all’onore e alla rispettabilità? No.
Il ministro Crosetto, però, sostiene che un alto militare, poiché esercita la funzione della difesa, non deve essere sospettabile di non essere imparziale.
Se si dovesse agire allo stesso modo in altri settori, un insegnante, poiché svolge un’importante funzione educativa, dovrebbe stare attentissimo non solo ad ogni parola pronunciata in classe, ma anche a ogni comportamento della sua vita privata. Guai se poi scrivesse un libro che potesse essere giudicato scabroso. I grandi apparati dello Stato (comprese le Asl, che hanno imbavagliato i medici) stanno facendo strame della libertà di parola nelle questioni importanti, consentendo invece l’insulto libero in rete. Nel marzo del 2017 un liceo di Olbia organizzò un dibattito sulle servitù militari in Sardegna, presente il presidente della Commissione parlamentare sull’uranio impoverito Giampiero Scanu. Tre senatori di Forza Italia, e cioè Maurizio Gasparri, Bruno Licata e il sardo Emilio Floris, presentarono un’interrogazione in Senato per chiedere al Governo«se non ritenga opportuna la sospensione degli altri appuntamenti previsti e quali provvedimenti di propria competenza intendano adottare nei confronti degli organizzatori o di coloro che, comunque, hanno permesso questo tipo di manifestazione all’interno dell’istituto». Il pesce puzza sempre dalla testa.
È evidente che il libro di Vannacci è un pretesto per un regolamento dei conti nelle Forze Armate. E allora bisogna chiedersi il perché.
L’Uranio impoverito Vannacci è stato comandante del contingente in Iraq dal 12/09/2017 e il 29/08/2018. Finito il suo incarico, ha presentato un esposto alla Procura Militare e alla Procura della Repubblica di Roma. Non lo posso pubblicare per intero, perché la legge non è chiara su queste cose, ma ne posso pubblicare le battute iniziali:
“A premessa del mio invio in Teatro, gli Organi di comando sovraordinati, omettevano di fornirmi qualsivoglia informazione e/o indicazione, in ordine alla pretesa e sottaciuta circostanza che avrei ricoperto l’incarico di Datore di Lavoro per il Teatro Operativo iracheno.
Conseguentemente, mai ricevevo alcuna formazione e/o informazione specifica circa l’incarico datoriale che avrei svolto in Iraq, circa le problematiche ambientali del contesto iracheno e relativamente alla protezione della salute e sicurezza dei lavoratori/militari ivi impiegati.
Durante il mio impiego, peraltro:
riscontravo che l’intero Contingente – per tutto il periodo precedente al mio ingresso in Teatro Operativo – era stato continuativamente esposto all’uranio impoverito, impiegato nei precedenti conflitti e massicciamente in tutta l’area sin dal 1991, senza che alcun provvedimento di prevenzione e mitigazione dei rischi fosse stato attuato sino alla data del 08/05/2018 e senza che alcuna formazione/informazione riguardo lo specifico rischio fosse stata impartita al personale del Contingente;
preso atto di quanto sopra, premettendo come anche da fonti aperte la circostanza fosse di dominio pubblico, provvedevo ad informare il personale dipendente e il Comando Superiore della presenza del pericoloso agente inquinante, implementando – sino a quel momento inesistenti – tutte le misure di mitigazione del rischio possibili con i mezzi a disposizione e richiedendo alle Superiori Autorità ogni intervento al fine di quantificare e mappare la presenza dell’inquinante e ridurre al minimo l’esposizione all’agente nocivo;
in tale contesto, riscontravo che il Comando Superiore, ovvero il Comando Operativo di vertice Interforze (COI) – Comando deputato, tra l’altro, alla pianificazione, predisposizione e condotta delle operazioni della Difesa – aveva proceduto alla pianificazione, allo schieramento e alla progressiva occupazione delle basi nelle quali si era articolato nel tempo il dispositivo militare italiano in Iraq, senza effettuare le necessarie, peculiari ed approfondite caratterizzazioni ambientali volte a rilevare l’eventuale presenza di uranio impoverito, nonché ad accertare olisticamente la salubrità generale delle aree stesse, omettendo così, contestualmente, di informare il personale militare degli specifici rischi ambientali;
lo stesso COI, nelle sue varie articolazioni, ometteva, negli ultimi anni della missione militare in Iraq denominata Prima Parthica, di pianificare e valutare il rischio conseguente alla presenza della pericolosa sostanza e di attuare le dovute misure di mitigazione, prevenzione e riduzione dei rischi;
le informazioni circa l’uso su larga scala di uranio impoverito in Iraq, come detto, erano peraltro di dominio pubblico, essendo state oggetto di numerose pubblicazioni ufficiali reperibili anche su fonti aperte, di cui, fra le più conosciute, spicca lo “Studio Impatto Genotossico Nelle Unità Militari”, meglio conosciuto come progetto “Signum”, ricerca promossa dal Ministero della Difesa in collaborazione con il Ministero della Sanità e di alcune prestigiose università italiane, pubblicato ufficialmente sin dal 2011. Inoltre, la presenza di uranio impoverito in Iraq è talmente nota da rientrare tra una delle cause e dei fattori determinanti il manifestarsi dell’altrettanto nota patologia denominata “Sindrome del Golfo”.
In ordine proprio a quest’ultima questione – avendo il sottoscritto segnalato il pericolo di esposizione all’uranio impoverito (Allegato A35) – con comunicazione ufficiale (non fornibile in quanto sottoposta dal COI a classifica “RISERVATO”), il Generale di Divisione Aerea Roberto BOI (Capo Reparto Supporto Operativo del COI), esponente di alta dirigenza dello staff dell’Ammiraglio di Squadra Giuseppe CAVO DRAGONE (Comandante del COI), firmando “d’ordine”, asseriva che non sussistevano allo stato indicazioni/informazioni e/o documenti che attestassero come certa la presenza di uranio impoverito in Iraq, nonostante il palese e comprovato uso che di tale metallo fosse stato fatto nell’area a partire dal 1991.
Noi che abbiamo visto tanti giovani militari sardi morire per l’esposizione all’uranio impoverito siamo grati al generale Vannacci per il suo esposto.
Il suo libro non ci piace per nulla, ma questo non ci fa velo sulle ragioni del suo siluramento.
Siamo grati a Gian Piero Scanu che come presidente della Commissione parlamentare sull’Uranio impoverito fece emergere le responsabilità di Stato nella morte di questi soldati. Oggi Scanu è in esilio a Olbia e Vannacci è stato rimosso, tutti i ministri della difesa invece, prevalentemente di sinistra, di quegli anni, sono tutti in dorata circolazione e oggi urlano per la messa alla gogna di Vannacci. Oggi Giuseppe Cavo Dragone è uno degli uomini più potenti d’Italia, è Capo di Stato Maggiore della Difesa della Repubblica italiana.
Non siamo stupidi. Abbiamo capito.
Cominciando con il vertice delle FF.AA., il ministro protempore Crosetto, il quale soggiagendo all’onda del ” politicamente corretto”, dopo aver letto un trafiletto su Repubblica, è partito in quarta, spinto, dice lui, da avrebbe chiesto più severità. Corsetto, la destra che scavalca la sinistra e i frikkettoni radical chic, tremante per una possibile campagna del dalli al fascista. Che strana destra, tanto a destra da toccare l’estrema sinistra nell’emiciclo parlamentare.
Tutti a gridare all’untore, il Fascismo degli antifascisti fa chic.
Vannacci, un gran paio di palle,questo generale, che ha avuto il coraggio di scrivere quello che la maggior parte degli italiani pensa ( di ogni partito). La vendetta è un piatto che va servito freddo, e, questi pseudo governanti hanno atteso 4 anni dalla presentazione delle denunce sull ‘uranio impoverito, non era bastato togliergli l’operatività e relegarlo in un ufficio,ma adesso si parla di…. ” lo mettiamo al muro”? La sinistra che ha sempre schifato ogni divisa, si erge a difesa delle FF.AA. Il massimo dell’ipocrisia. Un manipolo di sonistrorsi arricchiti e salottieri starnazzano …. libertà, libertà……. ma che sia quella libertà che tappa la bocca a chi non la pensa come loro.
Accogliere, integrare, tutelare i diritti dei ladri… e da quel di Capalbio questi cavalieri difensori dei clandestini, dei gay etc etc. sono quegli stessi che nel loro nido dorato di Capalbio ( luogo di villeggiatura riservato a mancini arricchiti) alzarono barricate e vibranti proteste contro l’arrivo nel loro paradiso di una ventina degli stessi clandestini. Vannacci? Che ne nascano altri.
Quello esposto nell’articolo non è un ragionamento logico.
È cosa certa che Paolo, o Roberto, nel corso delle loro attività, professionali, sociali, ludiche, familiari e via dicendo, abbiano fatto cose giuste (esempio denunziare ingiustizie) e cose sbagliate (esempio scrivere pillonate).
Se poi per le cose sbagliate subiscono un procedimento disciplinare o penale non si può dire che siano vittime di ritorsioni per le cose giuste. Certamente talvolta succede ma, in questo caso, non riesco a vedere il “nesso di causalità”.
Una curiosità personale, per meglio inquadrare tutta vicenda nel suo complesso.
Ma l’esposto del Gen. Vannacci alla Procura di Roma, quando è stato presentato esatto?
Se è possibile saperlo, ovviamente.
Grazie
Ci scandalizziamo ? Ricordo che,fino al tempo della leva obbligatoria, chi si dichiarava gay,veniva congedato con articolo ………..dott.Maninchedda ,nn si diventa ufficiale Generale in maniera automatica ,nel ns ordinamento, si viene proclamati dal consiglio dei ministri,sotto consiglio del ministro competente x quella amministrazione (militare /civile)…………continuiamo a scandalizzarci? Ma un Generale della Folgore ,come volete che ragioni su certi concetti?……….ma…..
#iostoconvannacci
Ho letto il libro ed i commenti.
Penso che nessuno dei commentatori abbia letto il libro o,.se lo hanno letto, non abbiano capito nulla.
Non so se i gay c’entrano o no, come non so se tutto sia dovuto all’uranio impoverito
Quello che però so di certo che il generale ha detto una serie di str…ate.
Condivido l’apprezzamento per il generale Vannacci sulla denuncia sui rischi nascosti (ai militari italiani) sull’uranio impoverito. Operazione “paraculista” da chi ha realizzato che si trova nella scomoda posizione di “datore di lavoro”? Forse. Comunque ci vogliono “palle” per scrivere la verità.
Per quanto mi riguarda, il problema di Vannacci, di cui ho letto ampi stralci del suo libro, è l’estrema rozzezza di pensiero di una persona che è assurta ai vertici di una struttura che ha la responsabilità di migliaia di altre persone. È palese, dalla lettura del testo, l’incapacità del generale di avere una visione di contesto che vada oltre la banalità più totale. Meno male che la sorte non ha mai posto questo soggetto (di cui anche la fisognomica, di cui egli, certamente sarà sostenitore convinto è in grado di spiegare molto sulle sue posizioni) di fronte a scelte strategiche e tattiche necessarie per la sopravvivenza degli uomini a lui affidati.
La sua sgrammaticata prosa, al di là dei penosi e rozzi contenuti, stabilisce senza tema di smentite il confine tra l’intelligenza cognitiva e i sistemi nervosi reattivi, ma soprattutto, ahi lui!, stabilisce i confini insormontabili tra un generale divenuto tale per anzianità e un condottiero di uomini capace di segnare la storia. Vannacci, con la sua prosopopea illetterata e la sua spadina di legno, non avrebbe comandato neanche un manipolo delle legioni del suo amato, bisessuale dichiarato, Giulio Cesare.
Siamo tolleranti e comprensivi, ma Vannacci (su questo siamo d’accordo sul fatto che nessuno ha il diritto di imporre il proprio pensiero) non esibisca in modo lubrico il suo primitivo pensiero. Si limiti a baloccarsi con le proprie, rassicuranti, convinzioni: nessuno lo disturberà.
Uno sguardo a 360 gradi.
Perché fa bene non accodarsi, non accontentarsi e soprattutto non addormentarsi. Wittgenstein diceva che ogni tanto bisognerebbe cambiare occhiali per guardare la realtà, ma sono pochi quelli che pensano ai “filtri” attraverso i quali la realtà ci raggiunge. Assorbiamo di tutto…
Fa riflettere. Grazie
Silvana, ma se anche così fosse (ma inviterei a leggere tutto l’esposto che è molto di più di una banale autotutela) è l’unico che lo ha fatto e anche l’unico che ha difeso i suoi soldati.
Sarò maligna, ma non è che il generale ha scatenato tutto quel putiferio sull’uranio impoverito giusto perché ha scoperto che gli avevano appiccicato il ruolo di datore di lavoro e quindi che sarebbe stato lui a rispondere direttamente per i danni alla salute dei militari suoi sottoposti? E che quindi l’esposto avesse in primo luogo l’obiettivo di esonerarlo dalle responsabilità personali, e solo di conseguenza quello, ben più meritorio, di preoccuparsi della salute dei militari?
Poi, che comunque lo abbiano fatto fuori per quello è più che probabile.
Egregio Gianfranco, la promozione a generale viene da meccanismi quasi automatici. Dovresti domandarmi piuttosto se e come sono andati i due procedimenti innescati dall’esposto……
Mi sembra che un generale, con un trascorso operativo su diversi teatri di guerra, che sente il plotone come lei ha scritto, messo a dirigere l’istituto geografico militare sia come un ammiraglio promosso al comando della rete dei fari dopo aver navigato e combattuto su tutti gli oceani al comando di una corazzata e di un’intera flotta. Mi sa tanto di punizione con tanto di pacca sulle spalle.
Per questo motivo non capisco fino in fondo la ragione di scrivere e pubblicare un libro come quello alle cronache di questi giorni, quando si vive in una posizione di carriera apparentemente critica, senza attaccare i poteri dello stato, ma trattando contenuti con alta probabilità di detonazione incontrollata che ti investirà per primo.
Una strategia furba da abile giocatore di scacchi o semplice ingenua ricerca di visibilità? O c’è dell’altro?
Ci mangiano la pastasciutta in testa e spesso neanche ci accorgiamo…..
Certo, non riesco a capire come i pdioti sardi abbiano digerito la mancata candidatura dell’on Scanu, dopo che egli in commissione parlamentare, ha costretto prima i vertici militari ad ammettere le loro responsabilità circa l’esposizione senza protezione alcuna delle truppe che operavano in teatri di guerra, a sostanze cancerogene, e poi ha richiamato la ministra della difesa di allora ” a evitare comportamenti gattopardeschi, non ci dicano che l’asino vola, perchè l’asino non vola”.
Anzichè premiare l’onestà intellettuale di chi non dimentica e difende la memoria dei tanti giovani ammalatisi nel servire lo stato, ci permettiamo il lusso
di esiliarlo in Gallura.
BREGUNGIA.
Bah…mi pare il classico ciurlare nel manico. Detto che i fantomatici pezzi di verità che starebbero venendo fuori oggi, e grazie al libro, sono ben noti da 3 anni. Anzi, dopo l’esposto Vannacci venne promosso generale di divisione, con .Giuseppe Cavo Dragone capo di Stato maggiore. Quindi, di quale siluramento (tardivo, evidentemente) si chiosa oggi? Dai, sollevare la questione dell’uranio impoverito è la più classica delle operazioni di distrazioni di massa. Almeno in questo caso.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/06/18/il-generale-e-luranio-in-iraq-non-posso-tutelare-i-soldati/5839026/
Vannacci ha pubblicato e venduto un libro orrendo nei contenuti, ma questo non è illegale. Quello che ha fatto sull’uranio impoverito è lodevole, magari avesse scritto un libro su quello. Sono del parere che i militari non siano insegnanti, quando iniziano con anali sociologiche e antropologiche divisive vanno riportati al giusto ruolo. Che è troppo delicato per sparate di questo tipo.
Al di là del contenuto del libro e dello stile, Vannacci non è Oriana Fallaci. Il libro l’ho letto a differenza dei suoi censori, e credo che riga più, riga meno, concetto questo si, questo no, rispecchi l’opinione comune della maggioranza silenziosa di questo Paese o perlomeno di quella parte che va a votare. La vera questione l’ha colta lei e le faccio i complimenti. Perché un Generale con quel curriculum militare, vero e certificato, anche personalmente, è stato relegato all’Istituto Geografico Militare?
No, o per lo meno, non so; ma certo Vannacci ha fornito l’ottimo pretesto perché un pezzo di verità sulle missioni all’estero non venga fuori.
Vannacci quindi personaggio perfetto per catalizzare un po’ di ribellismo e incanalarlo a sostegno di qualche progetto centralista.