Ieri L’Unione Sarda ha annunciato con una certa enfasi (richiamo in Prima pagina e svolgimento a pag.42) che il Museo Archeologico di Cagliari, articolazione del Ministero dei Beni Culturali della Repubblica Italiana, avrebbe attribuito a quattro illustri scienziati, studiosi e artisti, il titolo di Sardus Pater.
Ero in Consiglio regionale quando venne votata la legge regionale n.2 del 29 maggio 2007, art. 28, comma b, che istituì il premio “Sardus Pater” «per il riconoscimento dell’onorificenza regionale denominata “Sardus Pater” da assegnare a cittadini italiani e stranieri che si siano distinti per particolari meriti di valore culturale, sociale o morale e abbiano dato lustro alla Sardegna».
Si tratta dunque di un premio regionale, un premio istituito e voluto dalla massima istituzione sarda, il Consiglio regionale della Sardegna.
Ora, non capisco come, ce lo ritroviamo assegnato per iniziativa del Museo Archeologico di Cagliari. È come se il titolo di Cavaliere della Repubblica italiana non venisse più concesso dal Presidente della Repubblica ma dal Comune di Pabillonis.
La forma è sostanza nei rapporti tra istituzioni.
Il Museo Archeologico di Cagliari è un’articolazione della Repubblica italiana, è espressione politica della gestione Franceschini (quella che ha portato alle stelle Pompei e alle stalle Mont’e Prama), e oggi sembra essersi appropriato di ciò che una legge regionale assegna alle istituzioni sarde non a quelle italiane.
Qui trovate le immagini dell’assegnazione del primo Sardus Pater al prof. Giovanni Lilliu. Come potete notare vi erano l’allora presidente della Regione Soru e il Presidente del Consiglio Spissu, come è giusto che fosse.
È vero che ogni vuoto di potere viene colmato da un altro potere, ma non c’è potere che possa fermare un’ansia da prestazione, un bisogno di palcoscenico quotidiano che giunga a questi livelli di esibizione incontrollata. Se il direttore del Museo Archeologico ha bisogno di una scarica di adrenalina al giorno, potremmo suggerirgli altre pratiche, più efficaci e meno invasive delle poche, ma preziose, prerogative dei sardi.
Se invece il presidente sardista Solinas ha delegato a un’articolazione dello Stato italiano, come il Museo Archeologico, la procedura di individuazione dei candidati al Sardus Pater, allora potremmo invitarlo ad andare a farsi friggere insieme al suo falso sardismo.
questa vicenda di Solinas mi ricorda di quando giocavo a calcio: avevo un compagno che rivestiva l’ingrato ruolo di portiere.
il problema era che non parava.
quando il mister dopo la prima partita lo fece fuori, protestò vivacemente, e all’osservazione “ma tu non pari!” replicò “però dirigo bene la difesa, non è che posso fare tutto quanto io!”
così è per Solinas
se uno fa il presidente della regione non è che deve conoscere tutte le leggi
la colpa è del suo segretario particolare che le leggi le dovrebbe ben conoscere
e anche il suo staff dovrebbe conoscerle
e anche il suo ufficio di presidenza
poi ci vorrebbe una persona (una sola però, perchè troppe fanno solo casino) che le leggi gliele spiega
non è che può fare tutto tutto lui
Questo blog è una continua fonte di ispirazione!
@ medardo di terralba. Lista che mi permetto di completare. All’esilarante ” se ne ultra arci – ultra – super – extra- iper – sovra – stra-” metterei un cata. Non so perchè, ma quando leggevo i libri di Andrea Camilleri e mi imbattevo in un “me ne catafotto” mi sembrava che l’effetto rafforzativo raggiungesse livelli incommensurabili. E siccome qui li abbiamo abbondamente raggiunti, mi permetto il suggerimento.
@Ignazio s’Antigu, interessante puntualizzazione. Forma e sostanza, nel mondo della cosa pubblica, non possono essere slegate con la faciloneria di chi pensa che il diritto sia una delle opzioni del gioco del tennis. Sul punto, se un provvedimento (attribuzione di un titolo a qualcuno) fosse adottato da qualcuno che non ha titolo per farlo (e qui a occhio e croce scommetterei su un difetto assoluto di attribuzione) si configurerebbe un vizio tale da determinarne la nullità.
Ma ci deve essere un inghippo! Secondo me, dopo aver deliberato sui riti funebri per i notabili della Regione, devono aver pensato che una bella interpretrazione del principio di sussidiarietà al contrario sarebbe stata utile per evitare deliberazioni sui vivi.
Gentile prof Maninchedda, la vicenda che lei racconta è paradossale. Da una parte potrebbe essere configurato come un vero e proprio furto con destrezza (da ruba galline): una iniziativa regionale viene fatta propria da una emanazione provinciale del ministero della cultura nazionale. La riconosciuta autonomia amministrativa del museo archeologico assurge a espressione di potere viceregio che elabora, dispone e se ne ultra arci, ultra, super, extra, iper, sovra, strafotte (io sono io e voi non siete un c…o).
Dall’altra, qualora davvero la regione avesse delegato allo stato una propria iniziativa meritoria, premiare i propri figli o quanti di oltre mare hanno dato lustro alla Sardegna, affidandolo a quello stato che la nostra cultura e le sue espressioni nelle migliori occasioni trascura ma in quelle (solite) peggiori mortifica, ha una sapore pessimo, di prostituzione intellettuale, di ascaro comprato con le perline colorate.
Un Consiglio Regionale degno del proprio ruolo e delle proprie prerogative dovrebbe battere un colpo e chiedere conto della vicenda.
Per un attimo ho pensato: Paolo ha commesso un errore definendo Solinas sardista. Poi andando all’ultima frase ho letto: falso sardismo. E allora ho capito. Solinas sta cercando di tenersi a galla, ma, ormai non lo vuole più neanche la sua ombra.
FORMA E SOSTANZA
Egregio Paolo Maninchedda
Il concetto espresso relativamente al rapporto tra Forma e Sostanza può essere implementato?
Non credo di ripetere il concetto se affermo che nell’ambito della Pubblica Amministrazione la Forma è funzionale alla Sostanza.
Quanto è importante questo avvenimento istituzionale se si ritiene di delegarlo a quel soggetto che doveva esser escluso per esplicita volontà politica di quella maggioranza consiliare che lo aveva istituito con Legge Regionale?
La risposta è tutta nella testa di questa sgangherata maggioranza sardo-leghista.
Mi interrogo: Legge Regionale si modifica con Legge Regionale oppure con Delibera di Giunta?
Sarà possibile accedere a questi documenti?
Continuo a domandarmi cosa ci salverà da questi individui.
Molti saluti.