Ho atteso qualche giorno, per vedere se ci fosse all’orizzonte una scelta significativa. Invece, è calato il silenzio.
I fatti.
Qualche giorno fa La Nuova Sardegna ha dato la notizia, in mezzo ad altre, molto in mezzo ad altre, delle avvenute dimissioni del Direttore generale appena nominato (settembre 2022) della Fondazione Mont’e Prama, dott.ssa Nadia Canu.
Dal 31 maggio l’Ente è senza Direttore generale.
Nel portale Amministrazione trasparente della Fondazione gli atti sono fermi alla data del dicembre 2022.
La cosa curiosa è che la stessa Nuova Sardegna non dedica propriamente l’articolo alla notizia: parla di nuove scoperte e poi, guarda un po’, dichiara inaspettate le dimissioni.
Con un post su FB Anthony Muroni la ringrazia e acuisce la nostra curiosità: afferma che già all’inizio del 2023 la dott.ssa Canu aveva manifestato la volontà di andar via. Perché? Impossibile a sapersi.
Queste sono dimissioni pesanti e il fatto che avvengano in silenzio rivela l’imbarazzo nel quale sono maturate.
Noi sappiamo bene che la Direzione generale della Fondazione è stata negata a figure di rilievo come i professori Raimondo Zucca e Gaetano Ranieri e nessuno si è mai preso la briga di spiegare il perché di queste clamorose bocciature.
Abbiamo attribuito la scelta della Canu alla cieca e rabbiosa competizione delle Sovrintendenze sarde (e del Ministero dei Beni Culturali della lunga egemonia Franceschini) con le Università sarde.
Nel mezzo di questo scontro, epocale e non momentaneo, che si attua a Oristano (città terribile nei rapporti competitivi, che spesso coinvolge in essi le autorità giudiziarie), sono iniziate le inchieste giornalistiche sulle manifestazioni affidate alla Fondazione dall’Assessorato al Turismo.
Adesso il DG si è dimesso.
Quali questioni possono avere un peso tale da indurre un dirigente dello Stato ad andar via?
Non certo il grande e mai accertato pasticcio del vigneto. La Fondazione allora non esisteva. Il grande disastro di sapere che sotto il vigneto sono presenti strutture rilevate nuragiche dal geo-radar e di dare il via libera all’impianto delle viti anziché all’esproprio (in altri Paesi europei si sarebbe parlato di disastro archeologico) è tutto in capo alla Soprintendenza. Da quel grave errore la Soprintendenza non può scappare: l’autorizzazione a sbancare e arare l’ha data lei e lei che una qualche autorità dovesse decidere di voler capire, non potrà che chiedere conto di questa infausta decisione.
Ci sono forse di mezzo gli incarichi sotto soglia e le rendicontazioni?
Nessuno può dirlo, ma certamente è di interesse pubblico capire ciò che sta accadendo, perché gli incarichi sotto soglia non sono stati una peculiarità della Fondazione, sono stati il leitmotiv di questa legislatura in tanti enti sardi, sono stati l’epifenomeno di una rete politica collocata a valle delle decisioni politiche. A noi interessa che venga ricostruito e illuminato il rapporto inefficace e dissipatorio tra la valle e il monte.
Vicino a monte prama c’è monte palla, perché lì non scavano? C’è molto da scoprire…