Ieri i giornali hanno dato notizia di un incontro tra il prefetto di Nuoro, il comitato promotore della ferrovia a scartamento ordinario Macomer-Nuoro, istituzioni e imprenditori. Al termine dell’incontro, si legge sui quotidiani, il prefetto avrebbe annunciato una sua lettera prima alla Regione, nella persona dell’assessore ai Trasporti, poi al Governo, nella persona del ministro Salvini, per interpellare entrambi sulle intenzioni delle due istituzioni rispetto alla realizzazione dell’infrastruttura, senza la quale, a dire del prefetto, verrebbe negata la libertà di movimento.
Abbiamo a che fare, dunque, con un rappresentante del Governo nazionale italiano, nominato con decreto del Presidente della Repubblica, sulla base di una precedente designazione del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro degli Interni, che si occupa di vigenza dei diritti nella circoscrizione territoriale a lui affidata e che pensa di interpellare l’assessore dei Trasporti della Regione Sardegna, prima, e il ministro delle Infrastrutture (uno dei ministri che lo ha nominato) poi, sulla realizzazione di una ferrovia.
Quali sono i compiti dei prefetti? Questa è una brochure esemplificativa della prefettura di Padova che li illustra in modo semplice.
L’iniziativa annunciata dal prefetto di Nuoro rientrerebbe nelle ‘funzioni non codificate’, nelle funzioni di ‘mediazione sociale’. Sono le funzioni ‘spiritose’, quelle che i prefetti esercitano perché qualcuno li chiama e non perché possano realmente fare qualcosa. D’altra parte, se i Sardi individuano i prefetti non per quello che sono ma per altro, perché i prefetti non dovrebbero prendersi questo ‘altro’ e gestirlo? Costa poco e rende molto in termini di immagine e carriera.
Il nostro prefetto pensa di condurre la sua opera di ‘mediazione’ interpellando il governo regionale sulla vigenza dei diritti alla mobilità.
Interessante.
Allora avrei da suggerirgli di rivolgersi prima al Governo italiano, di cui è rappresentante nominato, per protestare sulle politiche nazionali del dimensionamento scolastico che desertificano l’istruzione in Sardegna.
Poi avrei da suggerirgli di rivolgersi al Governo italiano, di cui è rappresentante nominato, per protestare sugli effetti infausti sul territorio sardo del DM 70 rispetto all’organizzazione sanitaria.
Poi avrei da suggerirgli di rivolgersi al Governo italiano, di cui è rappresentante nominato, per protestare vivamente per l’incapacità del ministro Salvini di regolare il mercato dei trasporti aerei e marittimi in modo che i Sardi non siano strozzati dai prezzi assurdi praticati dalle diverse compagnie.
Poi avrei da suggerirgli di rivolgersi al Governo italiano, di cui è rappresentante nominato, per protestare vivamente, per la prevaricazione dello Stato sulla Regione in materia di Beni culturali.
Insomma, se il prefetto ha voglia e piacere di fare cose spiritose, ce ne sarebbero tantissime che riguardano casa sua, cioè il governo, prima che la nostra, cioè la Regione.
Però potrebbe fare una cosa utile: un giorno, d’improvviso e senza preavviso, potrebbe viaggiare sulla tratta Macomer-Nuoro, quella sulla quale la Giunta Pigliaru aveva collocato i treni nuovi, usati per pochissimo tempo e immediatamente sostituiti con i soliti treni giurassici che sono tipici di questa linea da sempre. Poi potrebbe chiedere all’Arst di visitare l’officina di manutenzione di treni e pullman che doveva sorgere a Macomer e che non è mai sorta, col pretesto delle verifiche dei residuati bellici che per legge possono fare solo imprese napoletane legate al Ministero della Difesa. Poi potrebbe chiedere, se volesse ancora fare cose spiritose, perché l’Arst sia amministrata da personale in pensione, e come l’Arst altri enti regionali, con arzilli pensionati che percepiscono sia la pensione che l’indennità di carica.
Se lo facesse, dopo, forse si dimetterebbe per sconforto dalla prefettura e dall’Italia.
No, no, non di benaltrismo si tratta, ma di un modo di dire che se si dovesse occupare della vigenza dei diritti, dovrebbe dimettersi, perché il governo che lo ha nominato ne mina la vigenza alla radice.
Tutto giusto, però è un articolo che sa un po’ di “benaltrismo”. Il prefetto si occupa di mobilità ferroviaria? si, ok, ma i problemi sono ben altri: deve protestare per la sanità, per la scuola, per gli aerei, per questo e per quest’altro!
E le Cavallette? Le cavallette onorevole.. il grande prefetto ha convocato regione , assessore, e sindaci. E poi li ha pure sgridati per non aver fatto le ordinanze, che lui poteva Fare.. Le cavallette!!!
…i Prefetti …una eredità dei tempi che furono.