Per noi tutti, l’intelligenza è una virtù distribuita a caso dalla natura.
Col tempo, invece, si capisce che è come l’energia atomica: a seconda di ciò di cui si occupa, può essere tossica o benefica.
Prendete il caso di una celebre università italiana che doveva scegliere per estrazione il membro di una commissione di concorso. Prima estrazione Tizio contro Caio; Tizio viene estratto, Caio no, ma Tizio rinuncia; allora l’Università intelligentissima cosa fa? Procede a una seconda estrazione: Sempronio contro chi? Sempre contro Caio, non si sa mai che non si capisse chi l’intelligenza universitaria voleva che fosse il commissario. E chi viene estratto? Sempronio. Ma Sempronio rinuncia. Terza estrazione. Calpurnio contro chi? Ovviamente contro Caio e finalmente Caio viene estratto. Ma questa è intelligenza o ostinazione? Se lo avesse fatto un Rup della Regione lo avrebbero arrestato insieme a Caio, ma siccome l’università è il tempio dell’intelligenza, la Guardia di Finanza è da giorni che si chiede se segnalare il caso all’Accademia di Svezia o alla Autorità Giudiziaria.
C’è però un luogo più intelligentemente finto-tonto ed è la sanità sarda.
Sentite questa.
Si parla di risorse per le prestazioni aggiuntive. In sostanza, soldi per incentivare i medici a lavorare di più, posto che c’è una carenza cronica di personale.
Inventiamoci un ospedale, così non si offende nessuno. Mettiamo che esista l’ospedale di Borore.
La Regione Sardegna si è accorta di avere sguarnito negli anni gli ospedali periferici di personale, e dunque che cosa fa?
Si inventa un fondo per le Risorse aggiuntive, destinate a incentivare i medici che vogliano lavorare di più per smaltire la domanda di salute che affoga i nostri ospedali di campagna. Quindi i soldi in più sono solo per gli ospedali della periferia sarda, non per quelli di Sassari e di Cagliari che sono pieni di personale per scelta politica.
Un medico dell’ospedale di norma non dovrebbe fare, in orario di servizio, più di 4 turni notturni al mese e gli viene corrisposta un’indennità di 100 euro lordi a turno.
La Regione, però, intelligentissima, per incentivare lo stesso medico a lavorare di più che fa? Se il medico in questione fa solo tre turni, non interviene; invece se ne fa quattro, cioè quelli che ordinariamente dovrebbe fare, premia tutti e quattro con 400 euro a turno in più. Se li fa oltre l’orario di servizio, oltre al premio paga anche 60 euro l’ora per 12 ore= 720 euro.
Ma anche così facendo, gli ospedali non stanno riuscendo a soddisfare i bisogni. Perché?
Perché per incentivare i medici di Cagliari e di Sassari (che sono numerosi per scelta politica di depredazione della periferia) ad andare a fare prestazioni aggiuntive negli ospedali periferici, la Regione ha pensato bene non di pagarli in più esattamente quanto paga i medici in servizio in quegli ospedali, ma la bellezza di 600 euro in più a turno se svolgono il servizio entro i 50km dalla sede di lavoro, e 750 euro oltre i 50 km, nonché 80 euro l’ora (a fronte dei 60 euro dei medici residenti) per le 12 ore del turno.
Quindi mentre un medico dell’ospedale di Borore guadagnerebbe in un turno premiale 400 euro + 720, uno di Cagliari guadagnerebbe: 750 euro di attività premiale + 960 euro di compenso orario (80 x 12), + rimborso spese per il viaggio. In sostanza, facendo 4 turni al mese, il medico residente guadagna 1600 euro lordi in più al mese; il medico non residente ne guadagna 1740 + rimborso spese in un giorno. Ovviamente, i medici residenti non accettano di essere pagati di meno dei pendolari per fare le stesse cose.
Ovviamente la Corte dei Conti non ha capito una cipolla di questo meccanismo infernale che paga la stessa attività in modo differente e che consente ai Dg delle Asl di avere un costo aggiuntivo considerevole (80 euro a ora + rimborso spese). Paradossalmente, se le stesse condizioni fossero offerte ai medici residenti, la Regione risparmierebbe almeno il rimborso spese, ma la retorica sanitaria non consente queste finezze.
Lucifero è caduto dal cospetto di Dio per l’uso perverso dell’intelligenza.
Mary, te lo dico io di cosa abbiamo bisogno in materia di sanità:
di genialate tipo i numeri sempre più chiusi e restrittivi nelle università di indirizzo medica, così le famiglie di coloro che comunque vogliono percorrere quel tipo di studi possono finalmente spendere cinquantamila e rotti euro per mandare i giovanotti sardi (evidentemente indegni dell’università italiana) a laurearsi in Bulgaria, Portogallo, Romania, Spagna, Germania e via dicendo
e magari ottenere che non ritornino, quei piccoli bastardi di giovanotti indegni di studiare in italia
peccato che al mio paese migliaia di cittadini si ritrovino però senza medico di famiglia.. o con la scelta obbligata verso un unico medico di… sfiducia.
ci sarà qualcosa che non funziona?
La Guardia di Finanza agisce se vi è denuncia firmata. Come potrebbe saper tutto? Può anche agire se vi sono segnalazioni multiple anonime.
Nelle Università si trova senz’ altro molto materiale su cui indagare, ma in quest’Italia del merito non meglio definito e dei misteriosi algoritmi, in quasi ogni campo di un qualche prestigio.
Io so solo una cosa: che la geografia della Sardegna e i pessimi collegamenti impongono ospedali piccoli attrezzati per la stabilizzazione di pazienti gravi e il primo soccorso. So che i medici di base non effettuano quasi più visite domiciliari, e che, non dico a caso, vi è anche chi muore vicino a toccare la meta dell’ambulatorio. So che alcuni sono stanchi al punto che difficilmente potrebbero dare assistenza. Tutto questo lo vediamo.
Chi ha presentato buone piattaforme per L’università e la scuola? Chi per la sanità? Chi per la sicurezza e tutela dei lavoratori?
Ecco, di questo abbiamo bisogno.
Benvenuto professore! Questo meccanismo è oramai in voga da prima del covid, e consente ai medici cagliaritani di divertirsi a Muravera, Isili, Lanusei per dirne alcune più comode e per uscire dall’adorata e ridente Borore. Il covid ha accentuato questo meccanismo perverso, la invito a vedere incentivi e prestazioni anche del personale amministrativo e medico sanitario in tempo di vaccini. Ma perché anziché accusare mamma cagliari non cambiamo orticello? La invito a verificare organici e carichi di pazienti, quindi lavoro, di ospedali pseudo periferici come San Gavino. Provi a vedere reparti, o meglio Servizi, come l’oncologia medica. Poi la metta a confronto con i succitati Isili, Muravera o Lanusei. Oppure, si verifichi il rapporto medici/oncologi -pazienti con l’oncologoco-businco. Si renderà conto di come la programmazione è completamente slegata dal fabbisogno di cure. Ma tutto questo lo sappiamo già.