Tra i potenti va annoverata con assoluta certezza la Guardia di Finanza. Non è più un corpo di sicurezza dello Stato che si occupa di evasione fiscale e reati finanziari. È un potere e come tale va guardata.
Ieri sono state pubblicate due ordinanze che la dicono lunga sulle cantonate della Gdf pagate dai cittadini, cioè dai deboli, quelli su cui sarebbe fondata la sovranità dello Stato, ma che in realtà sono trattati come sudditi.
La prima è quella emessa dal Gup di Cagliari sulla vicenda Delcomar (mi limito a riportare ciò che è già stato riportato dai giornali sardi).
Vi si legge: «Da un lato, gli accertamenti disposti dal Pubblico Ministero hanno risentito sotto alcuni aspetti della scelta di affidare gli accertamenti in via esclusiva ad un corpo specializzato nel settore dei reati economico-finanziari, quale è a Guardia di Finanza – Nucleo di Polizia economica-finanziaria di Cagliari, ma non dotata di competenze specifiche nel settore della navigazione e del trasporto pubblico marittimo. Tale originario limite non ha trovato compensazione nella selezione dei professionisti incaricati della consulenza tecnica, i quali non appaiono, alla stregua del loro stesso curriculum, aver maturato competenze specifiche e qualificate nel campo di cui ci si occupa, essendosi le stesse formate esclusivamente nell’attività di consulenza in ambito giudiziario, peraltro essa stessa, a quanto sembra, non particolarmente intensa o qualificante».
Traduzione: la Gdf non aveva le competenze per condurre l’indagine e anche il perito nominato dal Pm non era propriamente all’altezza del compito. Nel frattempo? Nel frattempo gli imputati si sono inghiottiti la pena del processo, si sono pagati gli avvocati, si sono caricati sull’anima e nel colon la gogna dei giornali; viceversa la Gdf ha continuato ad essere il potere impunito che è e il perito continua a fare il perito. Chi sta pagando indagini siffatte? Risposta: chi le ha subite, non certo chi le ha fatte. Amen!
La seconda non è propriamente un’ordinanza, ma una richiesta di rinvio a giudizio, da parte della Procura di Tempio, di 14 indagati per una presunta truffa ai danni di Argea. Chi ha ipotizzato la truffa? Ovviamente la Gdf, esperta di silvicoltura e di finanziamenti regionali.
Il dato incredibile è che il Pm ha chiesto il rinvio a giudizio dopo due pronunciamenti del Tribunale del Riesame di Sassari e della Cassazione che hanno dato ragione alle difese.
Vediamo i fatti. Il Consorzio Calangianese Sughericultori si aggiudica nel lontano 2013 un finanziamento a valere sul PSR pari a circa 600mila euro su un progetto di circa 1 milone di euro (il 40% a carico dunque dei soci).
Il bando consentiva al Consorzio di valersi per le lavorazioni di imprese esterne.
La Gdf indaga nel 2019 e ipotizza una truffa così organizzata: le imprese esterne sarebbero state pagate per lavorazioni non fatte e avrebbero poi restituito parte delle somme con acqusiti di legname dal Consorzio. Il Gip crede a questa ricostruzione e sequestra 300mila euro al Consorzio, nonché somme di diversa entità alle ditte ritenute coinvolte nella truffa. Gli avvocati delle difese si rivolgono al Tribunale del Riesame per ottenere il dissequestro delle somme. Il Tribunale dissequestra e osserva che:
1) un imputato era stato sentito degli investigatori senza l’assistenza del suo legale;
2) i lavori erano stati realmente eseguiti per la totalità degli importi ed erano stati collaudati da Argea;
3) il bando consentiva che i soci coprissero la loro quota con lavori in economia;
4) le fatture emesse erano regolari, semmai risultava opinabile che la Gdf ne abbia sospettato perché, a suo parere, «le fatture riportavano in modo eccessivamente generico e sintetico la descrizione delle prestazioni eseguite»;
5) l’acquisto anticipato del legname «corrisponderebbe a un sistema in uso nel settore, caratterizzato da un elevato livello di domanda rispetto all’offerta, ragione per la quale le imprese tendono a garantire il proprio approvvigionamento, prenotando il taglio anche per gli anni a venire e pagando anticipatamente»;
6) «non appare decisiva la considerazione degli inquirenti secondo la quale sarebbero emerse delle perplessità con riferimento alla reale capacità delle ditte esecutrici (…). Invero non è ben chiaro come tali perplessità siano emerse, posto che nelle informative non si rinviene una compiuta esposizione dell’esito di eventuali accertamenti specifici svolti in merito»;
7) che la valutazione delle capacità operative delle imprese coinvolte è stata sbagliata, come pure lo è stato il calcolo del valore del legname trasportato.
Ecco, dopo questa devastante e minuziosa decostruzione dell’ipotesi accusatoria, il PM ha formulato comunque la richiesta di rinvio a giudizio e la Gdf ha continuato a cara manna a fare la Gdf occupandosi anche di silvicoltura, seppure con i deficit culturali evidenziati dal riesame. Amen! Intanto gli imputati si sono bucati fegato e milza per lo stress, hanno pagato gli avvocati e hanno cercato di non leggere più i giornali. Viva lu Re e puri la Regina, cazzu!
Ormai siamo solo sudditi e dobbiamo eseguire, grazie alle forze di Polizia che abbiamo in Italia. Nessuno li controlla, fanno di testa loro e il più delle volte, anziché essere puniti sul penale o amministrativo che sia, vengono premiati con degli encomi. Ciò vuol dire che, anche per chi sbaglia, che li stanno istigando a continuare a operare in quel modo. Quindi, anziché essere indagati dalla magistratura vengono premiati. In Italia ormai si ragiona così.
A me sembra una persecuzione. Non è normale che le stesse navi che svolgevano il servizio con Saremar, e tutto era a posto, il giorno dopo il passaggio di proprietà non siano più regolari. Le certificazioni delle autorità marittime , addette al settore dei trasporti, sono le stesse . Il Giudice ha colto questa anomalia e ne chiede conto agli organi istruttori. È comunque da ricordare che in precedenza la GDF contestava l’IVA al 10 per ipotizzando IVA esente che avrebbe annientato una quindina di anni di appalti della Regione. Questa vicenda sotto il profilo del diritto tributario è incomprensibile.
Drammatico.
Sempre peggio. Chi non ha votato i referendum è complice di questo aberrante sistema