Oggi il presidente dell’Associazione Stampa Sarda, ci diletta sull’Unione con la sua arguzia, bacchettando il Papa e dissuadendo i citazionisti, quelli che coprono il vuoto delle loro idee con una citazione ogni due per tre. La tesi è: se citi qualcuno, devi citare tutto. E dunque difendere Bergoglio come leader della sinistra significa anche prendersi il Bergoglio che invita alla castità prima del matrimonio.
L’invito alla castità prematrimoniale era un boccone troppo facile per non essere colto da una sensibilità che esalta tutto in battuta per non essere sopraffatto dalla tragedia della vita. Tuttavia, a me vien da dire che il presidente dell’Assostampa avrebbe altro di cui occuparsi. Per esempio della qualità dell’informazione. Per esempio del Tg3 Sardegna e delle cavallette. L’edizione di ieri delle 19.30 era un capolavoro di manipolazione nei titoli, un esercizio di equilibrio nel testo e una clamorosa censura nello svolgimento.
Il titolo è stato questo: “L’emergenza cavallette. La richiesta di aiuto delle associazioni in Consiglio Regionale. La maggioranza pronta agli indennizzi ma l’opposizione attacca”.
Questo titolo è una cosa seria o è una porcheria giornalistica?
L’ascoltatore coglie, nell’ordine, che:
1) l’emergenza cavallette è una calamità naturale senza colpevoli, mentre tutti sanno che è un disastro naturale scoppiato per incuria delle istituzioni; 2) la maggioranza vuole ristorare i danni;
3) l’opposizione è contraria.
Il testo del servizio, poi, è un controsenso.
La notizia dovrebbe essere che le associazioni dei produttori sono riuscite (per la seconda volta, ma la prima è stata dimenticata) a portare l’argomento in Consiglio regionale, ma le associazioni non vengono intervistate.
Vengono invece intervistati due esponenti della maggioranza che, niente di meno che, fanno dichiarazioni senza rispondere a domande, non sia mai che si infastidiscano, non sia mai che rispondano della loro incapacità.
E dunque questi due leggiadri personaggi si pongono dalla parte di quelli che chiedono, e si sfilano da quella, che è loro propria, di quelli che non hanno fatto.
Poi, a bilanciare questa intervista inginocchiata, due dichiarazioncine dell’opposizione, alla fine.
Esito?
L’ascoltatore pensa che anche su una tragedia naturale la politica litiga.
I fatti, invece, sono chiaramente altri: la Giunta e la maggioranza non hanno fatto nulla e adesso che la situazione è sfuggita di mano cercano di nascondersi. La Rai si è schierata con chi gioca a nascondino.
Celestino Tabasso potrà dirmi che non ci può fare nulla e forse direbbe una sacrosanta verità. Ma il problema è di tutta l’informazione, tutta l’informazione è a tesi precostituite. Purtroppo mi è stato chiesto di non occuparmi di un dibattimento in corso in un tribunale della Sardegna, ma le cronache che vengono da lì sono a dir poco vomitevoli per quanto sono manipolate. Lì accadono dei fatti, ma ne vengono raccontati altri per rafforzare sulla stampa e nella testa della gente la tesi della colpevolezza e tutti continuano stancamente per la loro strada.
E allora la domanda è: perché ironizzare su Bergoglio (con un argomento legittimamente del cazzo) e non ragionare su se stessi? Risposta: perché è più leggiadro, più comodo. Continuiamo così, facciamoci del male.
Una domanda semplice: quali sono i requisiti per essere assunti nella RAI?
E nelle emittenti private?
Visto che questo blog parla di verità, parliamo di verità. Ieri una rappresentanza del comitato spontaneo formatosi per chiedere alla RAS che si faccia seriamente carico del problema si è recato in audizione presso la commissione IV e V. Erano presenti gli onorevoli di tutti i partiti di maggioranza e minoranza, compreso i rappresentanti di Provincia, Assessorato all’Ambiente e Assessorato all’Agricoltura.
La Rai era presente prima dell’audizione e non approfondiamo il come, perché ci sarebbe da scrivere un lungo poema su eleganza, rispetto e professionalità da dedicare a chi oggi ha perso tutto (e sottolineo tutto) quello che ha seminato e coltivato. Giusto per far capire ai non addetti al settore è come se ad un dipendente tagliassero lo stipendio del 90% chiedendo lui di vivere e continuare a lavorare con i risparmi dell’anno precedente, perché quest’anno è andata così.
Tornando al punto, le interviste son state fatte prima dell’audizione e senza sapere nemmeno quali fossero i contenuti della discussione di opposizione e maggioranza sulle proposte fatte dal comitato. Essendo presente in prima persona mi preme ribadire ad onor del vero che tutti (e sottolineo tutti) hanno compreso e capito le richieste. Gli onorevoli hanno ringraziato il comitato e a loro detta “è la prima volta che viene approfondito e sviscerato un argomento così complesso in sede di audizione”. Il primo risultato che il comitato si era prefissato è stato raggiunto, ovvero quello di far capire agli interlocutori che il problema in questione non ha colori politici e non è frutto di ideologie di nessun tipo. Le locuste che infestano la Sardegna sono un fatto catastrofico che va affrontato con la massima serietà (al pari della piaga degli incendi e dei dissesti idrogeologici) e per chi non l’avesse capito ne avrà contezza appena invaderanno il loro orticello.
La cosa giusta quando si è davanti ad un incendio sarebbe armarsi con il proprio secchio d’acqua e aiutare a spegnere, ma sappiamo bene che ci sarà sempre chi rimane a guardare, chi butterà benzina e chi organizzerà bellissimi convegni durante gli incendi per parlare di cosa si abbina meglio al colore rosso fiamma o al nero bruciato. Decidete voi da che parte stare.
Il degrado dell’informazione, come scrivo da anni, è anche conseguenza dell’atteggiamento col potere delle istituzioni professionali dei giornalisti. In particolare
i Presidenti Tabasso e Birocchi ignorano consapevolmente la realtà sarda. Comodamente appollaiati nelle loro poltrone. Utili ai poteri politici. Sono salottieri e bravi gestori del loro orticello. Che Birocchi, ad esempio, cura da oltre 20 anni.