Mi è giunta all’orecchio l’ennesima modalità vigliacca con la quale taluni dell’attuale maggioranza pensano di colpirmi con solito vento leggero e anonimo della calunnia.
C’è un consigliere regionale sardista e un suo collega di partito con alti e larghi incarichi, di cui taccio i nomi per l’indisponibilità dei testimoni ad essere pubblicamente esibiti (fatta salva, però, la loro certificata disponibilità a deporre nelle aule dei tribunali) che vanno a dire in giro per spuntini, perché non riescono a parlare se non mangiando e a mangiare se non parlando, che io da consigliere regionale sarei stato la disgrazia dei miei colleghi condannati per i fondi dei gruppi. Il profilo suggerito a bocca piena va dal delatore al collaborazionista, ma non di meno.
I fatti sui fondi dei gruppi sono agli atti della cronaca e dei verbali giudiziari.
L’inchiesta partì da un esposto di una dipendente. Io sono stato controllato e rigirato come tutti i miei colleghi di allora, ma con una differenza.
Sono stato l’unico a dire, nell’aula giudiziaria e sui giornali, che il 90% delle persone imputate e poi condannate era in assoluta buonafede e che la decapitazione di un’intera classe dirigente è stata un atto sommario e ingiusto.
Sono stato l’unico a dire nell’aula giudiziaria che il regolamento del Consiglio regionale che disciplinava l’utilizzo delle risorse era a dir poco equivoco ed esposto ad essere frainteso.
Sono stato l’unico a contestare la tempistica con cui la magistratura ha aperto le indagini sui diversi gruppi e a evitare così un processo complessivo e unico che avrebbe garantito in modo molto più trasparente l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Sono stato l’unico ad essere stato colpito, da assessore in carica, da un avviso di garanzia – poi ritirato – per una carica mai ricoperta e per una firma mai apposta, il tutto accompagnato da un’indegna campagna di stampa condotta da un ex direttore di giornale in grado di sapere in anticipo l’invio dell’avviso di garanzia farlocco (oggi l’ex direttore è ampiamente valorizzato da questa maggioranza).
Sono l’unico uomo politico sardo ascoltato al telefono dalla Polizia giudiziaria per almeno quattro anni, con diverse procure impegnate ad aprire fascicoli incredibili (che ad uno ad uno adesso sto ricostruendo) secondo la tecnica dell’iscrizione al registro degli indagati con capi di imputazione nuovi ogni sei mesi, così da non inviare mai un avviso di garanzia e continuare a spiarmi.
Sono l’unico uomo politico sardo a non avere amici né tra i magistrati (esco anche dalla pizzerie al taglio se ve n’è uno dentro, ne saluto cordialmente solo uno), né tra la Polizia Giudiziaria (ne temo l’imperizia culturale e l’esibizionismo tribunalizio), né tra la Guardia di Finanza, tra i Carabinieri, tra la Polizia e neanche tra i Vigili del Fuoco.
Sono l’unico uomo politico sardo, ormai in pensione, a contrappormi allo strapotere giudiziario, agli errori giudiziari esibiti come medaglie, alle vite rovinate con indifferenza, alla prepotenza dell’accusa, agli arresti realizzati per attirare l’attenzione e far carriera. Sono l’unico, senza potere, a contrastare il più forte dei poteri. Forse per questo non trovo un avvocato sardo che mi dia una mano, solo romani e solo insostenibilmente onerosi.
Questo sono io.
Invece i potenti di oggi, tra i quali questi due pidocchi gozzoviglianti e ciarlieri, sono tutti ingaglioffati con relazioni a dir poco strane per un uomo politico che si rispetti.
Chi ha riempito i vertici dell’amministrazione regionale di parenti di magistrati? Non certo io, ma sicuramente questa maggioranza. E perché? Chiediamoci “Perché?”.
Chi a ogni pie’ sospinto cerca il modo di nominare ex esponenti delle forze di polizia nell’amministrazione regionale? Non certo io, ma sicuramente questa maggioranza. E perché? Chiediamoci “Perché?”.
E come mai questa corrispondenza di amorosi sensi?
Chi ha fatto il maggior numero di leggi ad personam della storia autonomistica protetto da un’impunità impenetrabile? Non certo io, ma sarò io nei prossimi giorni a farne un breve elenco.
Chi ha fatto concorsi che al solo primo sondaggio, volto a incrociare i nomi dei commissari e i nomi dei partecipanti, fanno venire i brividi e i conati di vomito, ma non hanno mai acceso l’intelletto e la fantasia né di un poliziotto né di un magistrato? Non certo io, ma sarò io a parlarne, posto che la stampa ha una paura imbarazzante.
Tutto questo per dire al nido pidocchiato, che io reagisco alle calunnie accendendo ancora di più la luce, così da mostrare a tutti da quale abisso di sporcizia morale essi vengono.
Però il termine buonafede .nn te lo passo, si parla di classe dirigente che maneggia danaro, con discreta superficialità, insomma , sdoganare e derubricare in tale maniera buonista mi pare chiedere troppo, ..
Grazie per continuare a pensare e a reagire, Non credo nei processi fatti attraverso i giornali e credo che ci vorrebbe maggiore discrezione ma so di magistrati disinvolti che si inventano l’associazione a delinquere per poter procedere a intercettazioni, a organi di polizia che per fare numeri si inventano reati, di persone comuni costrette a vivere per oltre sei anni col conto corrente bloccato e senza poterne aprire altri in attesa di un processo che non arriva mai. E so che purtroppo molti di noi hanno le pietre in mano e lapiderebbero senza nessuna esitazione gli indagati, non i processati. Credo che molto non vada e che le persone che provano ad andare in direzione ostinata e contraria siano preziose per la comunità. Ho paura però che ai sardi piacciano di più altro tipo di politici, buona serata
Grazie per il suo impegno, io a leggere i suoi articoli mi sento meno sola. Grazie di cuore
Grazie per quanto hai scritto
Grazie per come hai fatto politica, l’ho visto con i miei occhi e posso dirlo
Prof., ancora di più mi rammarico che tutte le sue doti politiche, culturali ed umane finiscano in un binario destinazione “sito web” !
Mille volte mi sono chiesto e ancora mi chiedo, perché essere andato via dal PD e non aver combattuto le sue giuste battaglie all’interno? Troppo orgoglio?
Sono certo che il tempo le avrebbe restituito ragione ed onore…anche se ragione ed onore li difende con grande coraggio, a cara a ventu ! Guardando negli occhi il nemico. Tutta la mia stima.
A qualcuno per offendere basta dire la verità ad altri serve usare la calunnia. Ad alcuni per emergere basta crescere lavorare e migliorarsi ad alcuni serve elevarsi sui cadaveri degli altri. Detto ciò ancora una volta colgo un deleterio sguardo verso il passato. Veramente pensiamo di poter dare un futuro ai nostri figli se il nostro sgurdo è ancora rivolto indietro? È importante capire che il passato, anche il più duro e ingiusto, non può e non deve determinarci. Con tutto quello che dobbiamo fare, cambiare, programmare davvero abbiamo tempo per tutto ciò?
Quindi… “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”
concordo con aldo lobina e aggiungo che le schiene dritte non hanno mai suscitato simpatia, specialmente in quei personaggi che legittimano la propria esistenza assecondando il proprio tubo digerente e usandolo anche come organo pensante (specie nel lato esodo)
Questi mezzi uomini (e sto facendo uno sforzo nel riconoscirgli il 50% di umanità residua, solo per pietà) privi di strumenti intellettuali e con la lingua disconnessa dal cervello e dal cuore dovrebbero essere banditi dalle istituzioni democratiche, continuamente indebolite, screditate e danneggiate da questi indegni mezzucci rivolti contro le persone perbene.
Le montagne, specialmente quelle più alte, sono difficili da scalare e quand’anche qualche scalatore riesca a raggiungerene la cima non potrà mai stabilirsi su di essa. Anzi, più alta è la montagna e minore sarà il tempo di permanenza sopra la sua cima. E lei, Professore, è una di queste montagne.
C’ è un limite sottilissimo fra pettegolezzo e calunnia. Penso che si possa parlare di calunnia quando si spargono notizie false al solo intento di danneggiare qualcuno. Penso che talvolta lo si faccia per distrarre l’attenzione da ciò che si è fatto.
È una pratica, in ogni modo, assai usata e proprio non si sa come uscirne. La cosa migliore sarebbe che chi ascolta dica:”non credo. Lo conosco, non è da lui”. Ecco l’isolamento spezzato. Ecco la verità ristabilita.
Li lasci perdere non meritano la sua incazzatura
Solidarietà.
Coraggio, professore. Quello che dà più fastidio è la sua intelligenza e la sua competenza. Esse sono una miscela esplosiva. Non si stanchi di esibirle. La ringrazio anche io per questo.
Hai la stima di tantissime persone che apprezzano quanto scrivi e che vorrebbero cambiare questa disgraziata Sardegna grazie agli orrori che vengono a sapere da queste pagine. Se esiste giustizia, come dicono chi dovrebbe amministrarla, speriamo che si faccia sentire anche se la speranza è minima.
Vai tranquillo Paolo: Orrios de ainu non artziant a chelu!
Sos ideales políticos (o sos políticos ideales?) inoghe parent prus argas de muntonarzu, mancu cosa de riciclare, “secco indifferenziato”: ant a serbire nessi a fàghere “energia pulita” (de emigrare) in sos “termovalorizadores” e a fàghere, ancora!, chisina inoghe?
Epuru, sa Sardigna, e sa nazione sarda, sa zente, sa parte meda prus manna de sos Sardos, no est totu unu muntonarzu! Antzis antzis!… Su male est ca pagu bi creimus, ca no creimus mancu a sos ogros nostros (o ca istamus abbaidendhe tropu a ogros a fora?) E semus perdindhe e nos sunt faghindhe pèrdere fintzas s’isperàntzia, disanimendhe, irgonfiendhe sas rodas, isporados.
Epuru bi at isperàntzia. Ca sa vida est isperàntzia e donzunu tenet sa responsabbilidade de su chi faghet o podet fàghere.
Tandho, ite faghimus?
Grande coraggio
Magari,averlo in tanti
La società civile ha bisogno di Lei e di questa “luce” sul torbido. Massima solidarietà e vicinanza per quanto patisce ingiustamente.