Quando la politica viene organizzata come l’avanspettacolo, perde di credibilità e deve essere giustamente dileggiata.
Ho ancora negli occhi il cabaret predisposto fin nei minimi particolari dalla Coldiretti qualche giorno fa in Piazza del Carmine a Cagliari.
Il copione ignobile prevedeva una protesta contro il governo nazionale per il caro energia con la quale nascondere la protesta contro Argea che non riesce a pagare il dovuto a pastori e agricoltori. Una protesta contro il nemico lontano per non contestare il nemico/amico vicinissimo.
Dinanzi a arditezze simili, occorre anche il ‘buttadentro’, a suo agio con il palco e meno con la lingua italiana, nonostante la laurea. Eccolo qui, icona di stile e di assenza di imbarazzo, impegnato in un bellissimo vadino esortativo e esornativo della compagine di Kim Trimalcione. Le persone non si giudicano dai congiuntivi, ma i congiuntivi sbagliati esibiti trionfalmente parlano del pudore, o meglio, della sua assenza.
La Coldiretti aveva preparato tutto per protestare senza protestare, per far sfogare a vuoto: aveva concordato i soldini solo per gli allevamenti di suini (gli altri, trasportatori, pastori, commercianti, professionisti, famiglie monoreddito ecc. ecc., insomma tutti quelli che stanno veramente tirando la cinghia senza ricevere elemosine da Solinas, tutti questi sono stati bellamente ignorati dalla ‘componenda’ tra Coldiretti e Kim); aveva spostato il palchetto dinanzi al Palazzo del Governo; aveva organizzato la folla giusta; si era salvata l’anima invitando anche qualche esponente dell’opposizione, mancava solo il tocco finale, il comizietto. il problema è che la Coldiretti non è che studi o abbia studiato coreografia; è un’organizzazione rustica e rusticante (nel senso del rustico apprezzato) e quindi non sa gestire le ‘entrate’ e le ‘uscite dei personaggi, per cui l’ascesa (di questo si è davvero trattato) di Kim al palco si è trasformata da un’agnizione istituzionale a un numeretto da circo con abilità incerte. Sigla: ecco l’ingresso. Ora, io dico, ma Ignazio non poteva predisporre una scaletta a gradini larghi e a pendenza dolce e regale? Come si fa a sottovalutare questi dettagli estetici (notare anche la voce accompagnante di sottofondo del direttore Saba, un vero tocco musicale di classe, un fattore di armonia melodica ma anche eucologica rivolta a Kim) in uno spettacolo così ampiamente predisposto per imbonire la gente? Lo si può fare quando si sta nell’estetica del ‘vadino’, cioè dell’analogia morfologica inconsapevole, quando cioè si imita il peggio pensando di fare il meglio, come accade a chi ha potere ma non sapere.
Infine arriva lui: il discorsetto. Fare comizi è un’arte. Secondo una scuola, quella prevalente, bisogna dire esattamente ciò che la folla si vuole sentir dire. Non bisogna avere idee proprie, convinzioni, dimostrazioni, argomenti ecc. Bisogna rifuggire duramente dalla verità. Bisogna solo ed esclusivamente lisciare il pelo, ripetere ciò di cui tutti sono già convinti. I comizi sono performance dell’incitamento, non della dimostrazione.
Il problema è che, anche in questo caso, un po’ di stile non guasta. Se non si arriva preparati, e dunque ben istruiti su ciò che la folla precettata vuole sentirsi dire, si è esposti ai burloni, a quelli che interrompono, che gridano, che capiscono che il comiziante in realtà ha paura perché non crede in quello che dice ed è disposto a dire qualsiasi cosa pur di ingraziarsi la folla. E così Kim, mentre sparava contro i commercianti a favore della Coldiretti, si è trovato di fronte il suggeritore da palco che ha detto: “E la pesca? Dove la mettiamo?”. La pesca non era tra gli argomenti concordati con la Coldiretti, ma Kim non si è perduto d’animo e ha aggiunto anche la pesca, come i televenditori di un tempo: “Ma sì, mi voglio rovinare, parliamo anche della pesca, e cosa ci costa? Faremo qualcosa anche per la pesca, sicuro. Contento?”. Ecco, questo è il clima circense del dibattito politico al tempo di Kim: siamo ai suggeritori da palco.
Sarebbe stata una bella festa se non fosse passata di li Desire’ Manca che ha fatto in modo che il Nostro Eroe si scavasse una fossa per la vergogna. Se recuperate il video notate la faccia di Cualbu.
Credo di ricordare che le famiglie Sarde sono 750.000, cosa più cosa meno;
quanto costerebbe dare un buono acquisto, per ogni nucleo (magari si utilizza l’isee o altre storie), di un impianto solare?
Ad occhio e croce -se non sbaglio gli zeri- siamo sui tre miliardi e mezzo…. più una rivisitazione della rete per gestire e immagazzinare (utilizzando i nostri bacini) il surplus di energia che sarebbe enorme.
Troppo semplice?
No! è molto più complesso e costoso il tubone portametano (perché fatto il tubone + tubicini annessi va trovato e pagato il metano) o le fantomatiche centrali nucleari.
Signora Raffaella Piras, mi perdoni, ma lei confonde il lavoro onesto di chi investe nell’agricoltura e sputa sudore nei campi, con i giochi di Palazzo .
Ma lei in che mondo vive?
https://www.facebook.com/105287311720628/posts/277949337787757/
Esimio prof., i pastori, gli allevatori, gli agricoltori, i viticoltori, tutto il mondo della campagna hanno i rappresentanti di categoria che si meritano. Come può stare Cualbu da millenni a capo della Coldiretti incapace di togliere un ragno dal buco nonostante i drammi che quotidianamente si consumano in ogni mq dell’isola ? Avrei , fantasia! , che su quel palco di piazza del Carmine si materializzasse il fantasma di Bonomi ! Quanti fuggi fuggi, anche senza ‘scalandrone’, scivolo per Kim e quei mediocri epigoni.
I pastori e gli allevatori sotto processo, per aver assaltato le autobotti di latte destinate ai caseifici, OMISSIS ancora non hanno capito…. forse sono in attesa del messia Salvini che, come il coniglio dal cilindro , tiri fuori il prezzo del latte a un euro e venti e li tiri fuori dai processi!
A proposito di comizi e regia : Kim avrebbe potuto mandare il suo capo cerimoniere a consigliare la Coldiretti su come si organizza un palco-comozio . Ma questi era impegnato in Cattedrale a smistare i rappresentanti della Regione Sardegna, presenti alle esequie del cardinale De Magistris. L’unica presenza è stata quella dell’ass. al Lavoro Zedda. A titolo strettamente personale? . Era presente anche il sindaco Truzzu, in omaggio a don Paolo, fratello del Cardinale, nonché più volte sindaco della città metropolitana.
Perché racconto tutto ciò? Ho assistito ad una celebrazione unica, suggestiva: quella privata, per parenti, alti prelati e il clero arcivescovile, chiamata ‘velatio’. É seguita, dopo la piombatura della bara, la celebrazione della messa, corpore presenti, del Cardinale Luigi De Magistris, officiata da un cardinale inviato dal Santo Padre Francesco. Inoltre era presente alla celebrazione del suffragio il senatore Zanda, amico di don Luigi.
Forse, visto che di cardinali sardi non ne muoiono uno al mese, il Presidente della Regione Sardegna, invece di andare al circo della Coldiretti, avrebbe rappresentato meglio tutta la Sardegna, andando in cattedrale a salutare per l’ultima volta una figlio emerito della citta di Cagliari. Oh no ? Non me ne voglia la Zedda .
Se non fosse per la circonferenza toracica di tutti e tre, verrebbe da pensare a Pinocchio con a fianco i due carabinieri
La Coldiretti ha sempre leccato il buco del culo al potente di .
La coldiretti è oramai un partito politico che ha perso di vista, come la maggior parte delle organizzazioni di categoria, sindacati compresi, il proprio ruolo e il proprio compito. E’ un centro di potere, di voti e di affari quasi vergognoso. Miriade di piccole società caaf e quant’altro in cui fare assunzioni distribuire incarichi e prebende. Collaterale a chiunque abbia i soldi da elargire e non esente da colpe se la situazione dell’agricoltura sarda è quella che è. Anzi uno dei principali colpevoli.
… ma sa “Coldiretti” no est “ColdiLega”? E ant a fàghere sos miràculos chi ant fatu a sos pastores, zoghendhe a chi più ne ha più ne metta (no b’at bisonzu de dimandhare ne chie e ne ite chentza mancu ispetare su Salvinista pro sa pisca de sos votos).
Grazie Paolo per aver inserito i primi due video, prima appunto, del comizietto finale (con tanto di “isconchinadas” di assenso e compiacimento degli organizzatori) del leggiadro Presidente: almeno le risate iniziali compensano in parte la nausea finale.
“E lu pilu’?”
“Certo: più pilu per tutti! Qualunquemente”.