Noi universitari abbiamo gravissime responsabilità: per due spicci siamo in grado di ingoiare elefanti, digerendoli lentamente come fanno i boa. Non ne voglio ancora parlare nel dettaglio per riguardo al mio Rettore, ma davvero il professore universitario modello 5G, tutto progettini, incetta di denarini, con un articolo pubblicato ogni 15 giorni altrimenti non può più far parte delle commissioni di concorso, tutto attività e superficialità, tutto azione e poco pensiero, diciamolo chiaramente non è un modello da imitare. È una forma laureata del rampantismo.
Per non parlare di taluni professori di diritto, un tempo schierati sul difficilissimo crinale della ricerca della giustizia, oggi teorici della legittimità scrotesca delle consulenze giuridiche, che si piegano e si allungano a sostenere e costruire soluzioni calzanti alle più evidenti nefandezze.
I soldi sono belli (uno dei più ricchi di Cagliari è un vero imbecille, ma poiché è ricco, si sente anche bello), ma hanno una caratteristica: non riescono a entrare nel baule, in quel cappotto di legno che ci dà l’estremo saluto.
I soldi servono a tutto fuorché dinanzi alla morte e ciò che non serve dinanzi alla morte è sospettabile di non servire a nulla. Ma questo nelle università non si insegna.
Date queste premesse, non sono riuscito a capire lo scritto su Facebook del Capo di Gabinetto dell’Assessore all’Industria, intervenuto ieri a difesa della scelta nobile dell’Assessore dell’Industria di preparare una delibera (quella di Cenerentola incarrozzata), affidarla come propria all’Assessore dell’Ambiente e uscire dalla Giunta al momento del voto, a suo parere elegantemente, per evitare un conflitto di interessi.
Intanto ho capito che l’ironia non viene capita dalla maggioranza al potere.
Io scrivo per divertirmi e per resistere a questa dittatura dell’ignoranza forchettona divertendomi.
Mi sarebbe piaciuto che qualcuno si cimentasse sullo stesso registro ironico, e invece nulla, tutti a salire in cattedra a dare lezioni di diritto. E che cos’è? Non sapevo che dietro la stizza verso la Giunta dei professori di veneranda memoria ci fosse non il giusto disprezzo riservato agli snob, quali noi – ahimè – siamo, ma addirittura l’invidia per la competenza giuridica! Siamo al rosicamento spiro-laringo-colico! E su, rilassatevi poco poco.
Tuttavia, poiché io vengo da un ramo cadetto del compianto Cavaliere Nero, mi trovo costretto a rispondere al tentativo di tesi di laurea del Capo di Gabinetto dell’Industria, il cui ragionamento è così risolvibile: poiché gli stanziamenti di 300.000 euro per Sarroch e di 100.000 per Siamaggiore erano previsti in una legge regionale, l’Assessore non poteva ma doveva dar corso alla norma e solo per buon gusto si è astenuta da approvare la delibera da lei stessa predisposta e in suo nome presentata.
Il problema è che non c’è alcuna norma.
Esiste una tabella con dei numeri e dei beneficiari, che è cosa diversa da una norma.
Gli interventi nuovi – cioè non riferibili né riferiti a una norma già esistente – disposti nelle tabelle non possono essere classificati norme di legge perché non contengono alcuna disciplina.
A questa maggioranza banchettante parrà strano, ma non si potrebbero fare le leggi con lanci di soldi a destra e a manca senza alcuna disciplina di riferimento.
In un paese normale, queste tabelle dovrebbero essere impugnate dal Governo.
In assenza di impugnativa governativa, però, se io fossi un funzionario regionale, mi rifiuterei di applicarle, perché sarei certo dell’intervento della Corte dei conti nell’ipotesi venissero applicate.
E dunque, come si vede, e qui non scherzo più, la scelta politica è stata dar corso alla mancia senza norma, cioè è stato predisporre la delibera, una scelta che non diviene meno imbarazzante solo perché ci si astiene dal votarla. Non so chi abbia dato il visto di legittimità alla delibera, ma sarei curioso di leggerne le motivazioni.
Infine, abbiamo la spiegazione etica del Capo di Gabinetto: nella legge omnibus tutti i Comuni hanno avuto qualcosa (non è vero, ma si può dire che molti hanno avuto qualcosa) e dunque era più che giusto che una mancetta giungesse anche al comune dell’Assessore dell’Industria. Ragionamento impeccabile. A tavola.
Cenerentola è piuttosto azzeccato. Io la chiamerei ESCHEA BUBU… Ma del resto quell’ Assessorato chi lo vuole?
Molto azzeccato anche il ritratto del professore universitario (neomoderno) modello 5G, infestans, come la Phytophthora all’ orto o all’ uva.
Ho letto da qualche parte che sulle proposte di delibera occorre il parere di legittimità di un organo amministrativo. Immagino di un dirigente.
Mi chiedo: se la delibera è stata bollata come legittima, perché ci si astiene dal votarla? Questa questione dell’opportunità politica e della trasparenza, personalmente, la ritengo un’offesa allo stato di diritto. Altrimenti, ogni Comune che ha la sfortuna di essere residenza di un Assessore o Ministro potrebbe, di contro, avere riconosciuti meno diritti degli altri, e tutto questo solo per non destar sospetti?
Ritengo che sia proprio l’astensione dal voto l’elemento che leggittima al sospetto. Quindi, almeno dal punto di vista politico, un tale comportamento lo ritengo censurabile. Vorrei di nuovo una politica capace di assumersi le responsabilità delle proprie decisioni. Dopo la “Bassanini” fare politica è un gioco da ragazzi (con l’esclusione dei sindaci). Io decido, tanto la responsabilità è ribaltata sulla struttura amministrativa e sul sedere del dirigente di turno. Anche per questo, i poteri legislativo e, soprattutto, quello esecutivo si stanno impoverendo di donne e uomini di spessore.
Egregio Professore, perché non basta più il lanternino per trovare al giorno d’oggi uomini e Politici , probi, integerrimi,altruisti, e devoti all’altruismo verso le persone che confidano e che crede in loro?
Giusto.