Siccome un supporter del sindaco Nizzi mi ha sbeffeggiato secondo la tecnica di non parlare del merito ma di tentare di distruggere le persone, adesso, per il gusto (e per non dimenticare che lo stesso sindaco iniziò la sua crociata contro il Piano Mancini dicendo che esso era pericoloso per la città – «portava l’acqua in città», si diceva – costringendoci a difenderci dall’accusa, grave, di aver difeso lo sviluppo di un progetto in danno dei cittadini) racconto l’ultimo gioco di prestigio messo in atto da un ufficio regionale per accreditare, con procedure innovative che scivolano nel comico, il Piano Technital patrocinato dal sindaco.
Lo faccio non perché ne abbia voglia, ma costretto dalla dignità e dal timore, insomma sempre onde evitare culum meum ac filiorum meorum a malo percussurum esse.
Istituzione dell’Ufficio del commissario per l’emergenza idrogeologica A partire dal Decreto legge n.91/2014 art. 10 il Presidente della Regione Sardegna è il Commissario straordinario delegato dal Governo italiano «per il sollecito espletamento delle procedure relative alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico individuati negli accordi di programma sottoscritti tra il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e le regioni ai sensi dell’articolo 2, comma 240, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, e nella titolarita’ delle relative contabilita’ speciali».
Pigliaru, di fronte a questa responsabilità, ha istituito l’Ufficio del Commissario per l’emergenza idrogeologica. Cito dal sito istituzionale della Regione: «Con l’Ordinanza n. 36/16 del 23/12/2014 il Presidente della Regione, in qualità di Commissario Straordinario Delegato, ha istituito la struttura di supporto per l’attività commissariale che opera presso la sede del Servizio opere idriche e idrogeologiche della Direzione generale dei lavori pubblici, coordinata dal Direttore del Servizio medesimo. Con l’Ordinanza n. 206/6 del 27/02/2015 il Presidente della Regione ha nominato l’Assessore regionale dei lavori pubblici soggetto attuatore dell’Accordo di programma».
In sostanza, Pigliaru incardina sul Servizio regionale competente nelle opere idrauliche – che sta da sempre all’interno dell’Assessorato ai Lavori Pubblici – la struttura di supporto all’Ufficio del Commissario e nomina il suo assessore ai Lavori Pubblici come soggetto attuatore.
Come vogliamo chiamare questa linearità di struttura di comando e di competenze? Chiarezza? Trasparenza? Rispetto delle competenze? Ognuno scelga, ma un dato è certo: è un’organizzazione logica delle funzioni in ragione delle competenze. Teniamola a mente.
Elaborazione del Piano Mancini: date e soggetti coinvolti. Vediamo ora quali sono stati i soggetti coinvolti nell’elaborazione del Piano Mancini.
Ricordiamo che l’alluvione di Olbia avviene il 18 novembre 2013. Tutta l’elaborazione del Piano Mancini avviene all’interno delle istituzioni coinvolte e all’interno degli uffici competenti. Questo un primo riepilogo.
Il primo soggetto istituzionale è il Comune di Olbia, come è giusto che sia, il quale in primo luogo, e bisogna ricordarselo per ciò che andremo a raccontare, il 13 dicembre 2013, con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 96 del 13.12.2013, e con successiva Deliberazione n. 19 del 22.1.2014 della Giunta comunale affidò l’incarico per la redazione della variante al Piano di Assetto Idrogeologico- P.A.I., (come previsto dall’art. 37 delle Norme di Attuazione – N.A. dello stesso P.A.I., nel caso di “nuovi eventi idrogeologici o emergenze ambientali, dichiarazioni di stato di emergenza”) e per la individuazione delle soluzioni progettuali più idonee a garantire la sicurezza nell’abitato, definendo, per ciascuna di esse, l’ordine di priorità. La Variante al Pai e il Quadro delle opere di mitigazione predisposti dal professor Mancini è approvata il 6.11.2014.
Il secondo soggetto istituzionale è la Regione Sardegna, la quale il 27 maggio 2014 (delibera Giunta regionale n. 19/8) istituisce un Tavolo di Coordinamento Interassessoriale con compiti di supporto e assistenza al Comune di Olbia per la definizione della variante al PAI e per l’individuazione di misure ed interventi di messa in sicurezza e di mitigazione del rischio idrogeologico e delle relative priorità .
Il terzo soggetto istituzionale è il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Regione Sardegna, il quale il 18.12.2014 (Delibera n.2) approva, in via preliminare, il “Quadro delle opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio comunale di Olbia”, presentato dal comune di Olbia e, al fine di assicurare idonee garanzie procedimentali, stabilisce di assoggettare il suddetto Quadro degli interventi a idonee procedure di evidenza pubblica. Il Comune, il 22 maggio 2015, approva in via definitiva, esaminate le controdeduzioni emerse in sede pubblica il quadro delle opere di mitigazione. Il Comitato approva in via definitiva il 26 maggio 2015. Il dirigente del Comune di Olbia approva i progetti definitivi il 15 giugno 2015.
Il quarto soggetto istituzionale è il Governo della Repubblica italiana che attraverso il Ministro dell’Ambiente il 4 novembre 2015 firma con il Presidente della Regione Sardegna, in quanto Commissario all’emergenza idro-geologica, l’Accordo di Programma per il 1 Lotto dei lavori su Olbia.
Bocciatura “esterna” del Piano Mancini L’arrivo del governo del Presidente Solinas rompe questa trafila tutta interna alle istituzioni e tutta trasparente rispetto agli interessi coinvolti. L’unico percorso normativo incompleto al momento del suo insediamento è la procedura di Via. E che cosa succede? Succede che i responsabili degli uffici istruttori, quelli normalmente preposti a giudicare i progetti, danno parere favorevole al Piano Mancini e allora un dirigente di Servizio, in procinto di andare in pensione, non soddisfatto dell’istruttoria normale, chiede un parere a due consulenti esterni e in ragione di questi pareri esprime parere contrario. Il Progetto è bocciato. Teniamo bene a mente questo ricorso agli esterni, perché è una costante di un preciso modo di fare politica. È come se, desiderando una determinata sentenza, non si vada dal giudice naturale, ma ci si scelga il giudice, ma questa è l’italietta in cui viviamo.
Disprezzo dell’Ufficio del Commissario Dinanzi a una bocciatura così ingiusta e senza precedenti nell’amministrazione regionale e statale, l’Ufficio del Commissario ha scritto al Presidente, in qualità di Commissario, per chiedere di controdedurre alle ragioni della bocciatura e di rifare la Via alla luce della nuova normativa, più speditiva e rapida rispetto alla precedente. Invece non è accaduto nulla. Nessuno ha risposto all’istanza. Ma nell’atto di nomina del nuovo Soggetto attuatore si trova una furbata degna di Bisanzio. Si vada alla fine della pagina 4. Si scrive che dopo il 31 dicembre 2020, data nella quale la Giunta boccia il Piano Mancini, l’Ufficio del Commissario ha espresso il proprio dissenso sulle ragioni del diniego, alle quali argomentazioni, secondo l’estensore del decreto di nomina, aveva già risposto l’Assessorato dell’Ambiente quando? Udite udite, il 27 agosto 2020, cioè mesi prima che venisse adottato l’atto di bocciatura contro cui l’Ufficio del Commissario ha manifestato il suo dissenso. Quindi, secondo un atto della Regione Sardegna, si può rispondere ad agosto dell’anno prima a una istanza del febbraio dell’anno dopo che obietta su un atto del 31 dicembre. Siamo alla burocrazia suinicola, non c’è dubbio, cioè, detto altrimenti, alle suinate (vogliamo essere delicati).
Nomina del nuovo soggetto attuatore Il 21 settembre scorso il Presidente della Regione, nonché Commissario governativo per l’emergenza idrogeologica, dotato e affiancato dall’Ufficio per l’emergenza idrogeologica incardinato sull’unico Servizio dell’Amministrazione regionale che ha sempre seguito le questioni dei fiumi e delle alluvioni, ha nominato la persona dell’amministratore delegato della società regionale Opere e infrastrutture della Sardegna (Ois-Opere pubbliche) Soggetto Attuatore dell’Accordo di Programma di Olbia. Il presidente, dopo aver di fatto delegittimato le competenze della sua struttura tecnica specializzata in materia di sicurezza idrogeologica e preposta per tali attività, ossia l’Assessorato regionale dei Lavori Pubblici, e con essa tutti gli organismi tecnici regionali e statali che si erano espressi favorevolmente sul progetto sui rilevantissimi aspetti idrogeologici e paesaggistici, affida all’Amministratore Unico di Ois (un avvocato) il compito di …«individuare le strategie da adottare ed i procedimenti da porre in essere finalizzati alla definizione degli interventi per la messa in sicurezza della città di Olbia, pervenendo a proposte operative efficaci e coerenti con i termini perentori stabiliti dall’articolo 8 del DL n. 56/2021».
In altri termini il Presidente, con altissima interpretazione dell’attività igienica per la quale si rese famoso il celebre Pilato, ha chiesto alla giovane società di servizi OIS srl ( costituita da un ristretto numero di giovani ingegneri e geometri, i più qualificati dei quali con esperienze di lavoro in campo acquedottistico in Abbanoa) di definire cosa fare (… individuare le strategie ed i procedimenti …) per consentire di realizzare le opere per salvare la vita dei cittadini di Olbia dalla prossima alluvione (… definizione degli interventi per la messa in sicurezza della città di Olbia) in modo da ottenere il conseguimento dell’obbligazione giuridicamente vincolante, cioè l’appalto delle opere entro il 31.12.2022 per non perdere il finanziamento di 150 milioni di euro già disponibile (… proposte efficaci e coerenti con i termini perentori previsi dall’art. 8 del DL n. 56 /2021).
Saponetta paraesterna Ma quali elementi sono stati forniti alla giovane società per operare, senza ragionevoli dubbi, una scelta così importante?
Sicuramente il progetto strutturato sino al “livello definitivo” del Piano Mancini, seppur non condiviso dalla Giunta regionale in carica per alcuni aspetti di compatibilità ambientale (oltre che dal sindaco del Comune di Olbia). Sicuramente anche (e se ne fa cenno nell’incarico presidenziale) il fatto … che il Comune di Olbia ha manifestato la sua opposizione al progetto elaborato presentando soluzioni progettuali alternative , pur considerate in sede di Via (Progetto sviluppato a “livello di studio di fattibilità” da blasonati progettisti incaricati dal Comune di Olbia).
Esaminare e non tifare Ebbene (per quanto può dedurne uno sguardo non professionale sulle valutazioni fatte) la giovin società, esaminati gli atti (ma anche con qualche superficilità, visto che si trascura che il Piano Technital non è legato ad alcuna variante al Pai), incontrati anche i professionisti esterni del Comune, pare aver sviluppato uno ‘snello’ (voglio essere educato) confronto tra il “progetto Mancini” e lo “studio Technital” concludendo che, non essendo nessuna delle due soluzioni in condizioni di rispettare il termine previsto per consentire la salvaguardia del finanziamento (appalto entro il 31.12.2022), sarebbe opportuna la “cessione del contratto” dei professioni incaricati dal Comune di Olbia (cioè il progetto Technital ancora a livello di fattibilità e senza che il Comune abbia proposto alcuna Variante al Piano di Assetto Idrogeologico) alla società OIS per consentire, agli stessi, gli approfondimenti e lo sviluppo dell’incarico professionale, sino a collaudo delle opere.
La prima impressione, probabilmente errata, è che si sia scordato l’obiettivo principale del tutto e cioè la salvaguardia dell’abitato di Olbia e dei suoi cittadini, attraverso l’impiego (e non la perdita) dei finanziamenti disponibili, rivestendo invece, lo sviluppo dell’ incarico professionale, un aspetto secondario. Ma la prevalenza dell’esterno, per l’appunto, prevale.
La scelta poi risulta apparentemente stupefacente (anche questa con tutti i dubbi e le perplessità che sorgono leggendo le parole) laddove la OIS nel valutare lo “studio di fattibilità” dichiara che… «persiste un apprezzabile grado di incertezza relativo agli elementi geologici, idrogeologici , ambientali che potrebbero condizionarne il giudizio di fattibilità». Cioè, in altri termini, e in un estremo e disperato tentativo di pararsi il fondoschiena, la Ois afferma che il “tutto” potrebbe non andar bene se gli approfondimenti, per i quali avvalersi dei professionisti, portassero a risultati diversi da quelli ipotizzati nello studio! Quindi, prima l’opzione e poi le verifiche. La logica si dissolve.
Pur da profano delle progettualità ingegneristiche non si può non rilevare come lo sviluppo del “progetto definitivo” del progetto Mancini abbia richiesto, nel complesso, alcuni anni per completare le numerose diverse attività che ne hanno consentito la definizione, quali la Variante al Piano di Assetto Idrogeologico, culminato con il parere favorevole dell’Autorità di Bacino, gli appalti per indagini geologiche e geotecniche per la caratterizzazione dei suoli, le bonifiche ambientali dai relitti bellici con accesso alle aree private, le elaborazioni di calcolo e computistico a livello “definitivo”, etc.
Tutte attività che devono ancora essere eseguite dai redattori dello “studio” Technital e che sicuramente porteranno a “sfondare” la scadenza del 31.12.2022, e i cui esiti potranno portare a soluzioni ancora sconosciute per un’opera la cui complessità (galleria sotterranea di rilevante diametro di circa 10 chilometri), ha dimostrato rilevanti limiti e criticità in altre città d’Italia (Genova). Come si fa a far equivalere uno studio di fattibilità arretratissimo progettualmente, con mille verifiche ancora da farsi, con un progetto definitivo? Mistero.
Viceversa, dalla seppur superficiale lettura delle valutazioni dell’Ois sul “progetto definitivo” del Piano Mancini, il cui avanzamento sembrerebbe poter consentire un certo grado di successo per il mantenimento del finanziamento, non pare risultare che ci si sia soffermati sulle criticità ambientali rilevate in sede di Via, e sulle modalità del loro superamento anche procedurale, in modo da risolverle e giungere all’appalto serenamente.
Ma quanto serenamente sono stati comparati i progetti incomparibili dalle competenze degli ingegneri dell’Ois?
Un dato indicativo dell’analisi dell’Ois è che il costo del progetto Mancini è valutato secondo il nuovo prezziario regionale, quello del progetto Technital, per le opere in galleria idraulica, è valutato secondo il prezziario Anas. Una genialata che trova la sua motivazione in un precedente ligure, che evidentemente è ritenuto un indiscutibile precedente normativo per i tecnici Ois. Quindi secondo l’Ois, il progetto Technital, ancora a livello di Piano di fattibilità, con mille verifiche ancora da farsi, comunque dovrà essere realizzato con due prezziari, uno regionale, per le opere in superficie, e l’altro Anas per le gallerie. Giustificazione? Perché così si è fatto in Liguria. Chi lo dice? La Technital. In logica è una mostruosità, in filologia si chiama errore congiuntivo, che si realizza quando copiando da un manoscritto si copia anche l’errore che vi compare perché non si è in grado di riconoscerlo. La conferma di un parere molto adagiato sulle posizioni del Comune di Olbia e della Technital viene proprio dall’assenza di valutazioni su tali posizioni e, invece, dalla loro assunzione come dati di fatto, con un maldestro tentativo di far apparire il Piano Mancini più oneroso, perché calcolato sul prezziario regionale aggiornato, rispetto allo studio Technital calcolato a prezzi Anas. Pensare di comparare i due progetti secondo un unico prezziario era troppo difficile per l’Ois, troppo normale.
Conclusione La questione di Olbia sta diventando un pasticcio che gioca con i temporali e le alluvioni.
Io voglio solo difendere la buona fede e l’impegno profusi per difendere Olbia durante l’intero quinquennio della giunta Pigliaru.
Non ho alcun interesse né piacere a litigare, né alcuna fiducia nelle istituzioni di controllo della Repubblica italiana.
Ma non si dica che il Piano Mancini non difendeva Olbia o, peggio, che la danneggiava.
Il Piano Mancini, ad oggi, è ancora l’unica cosa seria progettata e realizzabile in campo; è l’unica vera difesa pronta per Olbia.
Ci si vuole rinunciare?
Legittimo, ognuno si assuma la relativa responsabilità e poi siamo tutti sereni.
Ma non si facciano giochi di prestigio sulle vite e sulla libertà delle persone.
Da tecnico redattore di alcuni studi del Piano Mancini, dico che conoscendo la realtà dei luoghi e le difficoltà procedurali per far fronte a tutto quanto detto per redigere il progetto a livello definitivo, questa storia infinita rischia di produrre altre morti sia per i ritardi e sia per le premesse degli studi alternativi!
Come è noto, la politica comincia con l’esaminare in modo obiettivo la condizione sociale ed economica. Quando però la logica si dissolve nel nulla, la realtà ci presenta tali giochini …la drammaturgia della distruzione del denaro. Grrrrr!
Spero per i nostri corregionali che non diluvi.
Propongo una soluzione nel contempo semplice, drastica e risolutiva: dichiarare Olbia Repubblica Indipendente di Terranova. Indipendente dalle leggi ordinarie, dal buon senso e dal pudore. E che ciascuno si prenda le proprie responsabilità di fronte ai cittadini e a Giove pluvio