La Corte Costituzionale ha bocciato l’interpretazione autentica del Piano Paesaggistico che il Consiglio regionale, su iniziativa della Giunta e dell’assessore regionale all’Urbanistica Quirico (Imbirgu, in sardo antico) Sanna, aveva giustificato (e qui siamo all’infantilismo motivazionale) con la necessità del completamento a quattro corsie della Sassari-Alghero (oggi già autorizzata per giusta prevalenza della legge e del buon senso sulle paturmie del Ministero dei Beni Culturali). Si tratta della legge regionale 21/2020.
Oggi i giornali dedicano a questa vicenda un francobollo in prima, con lo stesso rilievo delle nozze del presidente della Regione. E c’è da ragionare su questo Casamonica Style degli organi di informazione sardi, su questo sgraziato senso delle proporzioni.
Fatto è che la bocciatura dell’interpretazione (para-culautentica o paracula-autentica a seconda dei livelli di sincerità) del Paesaggistico è il coronamento di una legislazione nota in giurisprudenza sotto la tipologia “a fottere”.
Secondo l’anatomia e la tradizione napoletana, l’organo maschile è insidioso perché privo di spalle, per cui risulta capace, una volta anche leggermente inoltrato, di farsi spazio con estrema facilità.
Questa tattica della punta a scomparsa è la prediletta di Imbirigu: per esempio, a febbraio del 2020 aveva provato a garantire la privatizzazione delle spiagge con chioschi e ombrelloni (legge 3/2020); poi dopo l’appoggio di luglio, bloccato con agile mossa diversiva dal Governo con l’impugnazione della legge oggi bocciata, Imbirigu l’aveva messa distrattamente lì con la legge 1/2021 finalizzata agli incrementi volumetrici sulle coste e nell’agro. Insomma, un’ansia di conclusione senza corteggiamento che appare troppo rozza nel suo essere esplicita. Oggi i giornali vestono l’orgia urbanistica col tight del Presidente e torniamo all’effetto Casamonica di cui si diceva.
Nel merito, ciò che fa rabbia è l’incompetenza.
Il Piano Paesaggistico è giustissimo nelle sue parti portanti, ma anche tragicamente folle, prevaricatorio e autoritario in tanti aspetti di microdettaglio che vanno modificati senza secondi fini, senza furbizie, alla luce del sole e dunque con la copianificazione statale.
Il Piano casa è utile se pensato realmente per le piccole ristrutturazioni, ma è dannoso se lo si vuole usare per modificare surretiziamente il Piano paesaggistico.
Le Giunte della Sardegna devono mandare definitivamente in archivio i mega progetti giacenti nei cassetti dell’Urbanistica per gli interventi nella fascia dei 300 metri.
Devono dimenticarseli, non farsene suggestionare.
Devono invece concentrarsi sulle migliaia di pratiche ingiustamente bloccate dalle follie procedurali del Paesaggistico e devono discuterne con i portatori di interessi legittimi tra i quali, se lo ficchino in testa, stanno legittimamente e fortunatamente, insieme a tantissimi cittadini, piccoli proprietari e piccolissimi costruttori, anche le associazioni ambientaliste. Bisogna discuterne a interessi legittimi esplicitati, con il senso del limite, della sostenibilità e della ragionevolezza.
Una politica giusta è sempre una politica faticosa, mai una politica esibizionista. Le giubbe galluresi o i tight cagliaritani ci fanno ridere ma, anche, un po’ di pena.
A un convegno svoltosi a Carbonia qualche anno fa, Sanna si presentò così: «Sono di Monti, sono avvocato e sono anche un po’ rozzo», e dallo studio è tutto. Quanto alle nozze dell’anno, siamo nel genere OMISSIS.
tight , cilindro & bastone…e fa anche la scarenata di tal Frank Sinatra ( de noantri in questo caso )….ma Paolo , cosa chiedere e pretendere di più ad un tal presidente regionale ?? che magari da quel cilindro tolga fuori qualche bel coniglio grasso ?? ( se possibile già cotto , grazie )…ma ppo caridade…che pochezza di classe dirigente…
p.s. …ah , e niente viaggio di cozze…che da oggi si torna al lavoro , per la Sardegna e per i sardi..ma che ci vada in viaggio di nozze..e che ci rimanga qualche decina di anni magari..
Mi scusi prof. se la correggo, Monti e la sua giubba non sono proprio galluri, visto che non c è più l’alibi della provincia…e meno male. Idioma e cultura di Monte acuto.
Relativamente all’urbanistica e ai tentativi di aggirare il ppr, resta sempre valido il principio maddalenino che ‘a muzza non può essere lasciata in manu ai ziteddi! Se ne può abusare e far male.