La cronaca restituisce, anche oggi, l’acuirsi della crisi dell’ospedale di Oristano, con parallela festa dei privati (sulle relazioni politiche tra il mondo oristanese e il mondo della sanità privata la Procura di Oristano non ha mai capito nulla), con un profluvio di promesse del mondo politico e gestionale, puntualmente disattese.
In termini politici è molto chiaro ciò che sta accadendo a Oristano e a Nuoro: c’è un disegno regionale, che parte da lontano, che non gradisce eccellenze periferiche, che incentiva l’esodo dei più capaci dai luoghi con pochi residenti e pochi pazienti, e che intende trasformare la fascia centrale della Sardegna in una grande area di reclutamento sanitario per gli ospedali urbani, Mater compreso.
Il sistema Hub and Spoke (nodi e raggi) , insegnato nelle università e applicato senza criterio in Sardegna da politici scimmieschi, cioè che copiano ciò che funziona altrove senza chiedersi perché altrove funzioni, ha prodotto una Sardegna periferica tutta “spoke” e una urbana tutta “Hub”, come era inevitabile, dato il modello, con progressiva trasformazione degli hub formalmente previsti in area rurale in ospedali disagiati.
Ora, però, una domanda si pone, senza entrare nel merito del processo Ippocrate in svolgimento in questi mesi, accompagnato da ripetuta ferocia della stampa che ad ogni udienza declina ossessivamente le accuse della Procura e non anche i primi scivoloni dei suoi testimoni e dell’impianto.
Come mai la Asl di Oristano, durante la gestione che a detta della Procura sarebbe stata viziata da una subordinazione degli aspetti gestionali agli interessi politici di parte, risultò essere la prima in Sardegna rispetto alla griglia valutativa dei Livelli Essenziali di Assistenza, ad avere ottimi bilanci senza passività, a scalare le posizioni di eccellenza nel Piano nazionale esiti a partire dal 2013 (chissà perché?) specie nei settori chirurgici? Evidentemente solo occhi pregiudizialmente formati fino al fraintendimento e alla non conoscenza di importanti leggi di settore potevano deformare un’eccellenza in un nido di corruzione e delitto.
Evidentemente non si è capito che la rottura di pessime consuetudini aveva rotto antichi equilibri capaci di ogni reazione e ci si è resi strumenti di chi voleva tornare rapidamente a su connottu. Così è accaduto che l’eccellenza generasse il sospetto e la persecuzione e oggi il degrado venga percepito come naturale condizione.
Oggi, però, i fatti dimostrano che venuta meno una visione politica competitiva con i poli urbani sardi, una visione severa nella tenuta dei conti, una pratica attentissima alla soddisfazione dell’utenza, il ritorno del vecchio non si è fatto attendere: la medicina pubblica oristanese è in declino, quella privata alle stelle, i meritevoli in fuga, i rassegnati consegnati a un declino a scartamento ridotto. La sanità di Oristano è tornata ad essere quello che è sempre stata: una palude il cui fetore non irrita evidentemente nessun graduato di Polizia Giudiziaria, infoiato, invece, alla sola vista di un appartenente al Partito dei Sardi, non eccita il fervore di nessun togato.
Per questo, agli oristanesi che ancora legittimamente pretendono aria pulita, è lecito dire di rivolgersi in Procura per le liste d’attesa infinite, per le sale operatorie ad attività dimezzata del 75% in un anno, per la fuga dei cervelli.
Bussino lì o alla caserma della Guardia di Finanza e chiedano perché questo degrado, pur essendo frutto di responsabilità politiche e gestionali tanto quanto l’eccellenza precedente era frutto di competenze e di virtù oggi infangate, sia ritenuto neutro, senza colpe e senza alcuna necessità di comprensione. Perché non si va in giro a interrogare dipendenti e pazienti, a raccoglier ‘voci’ come si è fatto per Ippocrate? Perché non si sequestrano atti? Perché non si intercettano le persone per anni?
Bussare servirà a poco per la salute, ma un po’ di più per la verità e per l’umiltà.
Non è quasi sempre il nostro destino?
Paolo , il tempo è maestro , sempre , ed in questo caso , per nostra fortuna non c’è stato bisogno di aspettare decenni per vedere e capire tutto il male e la maldicenza feroce , violenta e non gratuita che hanno tirato addosso al Partito dei Sardi…che valutino , gli oristanesi , se era meglio la gestione precedente o questa attuale senza il PdS…contenti loro contenti tutti…