È stata pubblicata la cosiddetta Legge Omnibus, chiamata anche Legge Bancomat.
È una legge pedagogica per i sindaci e i vescovi della Sardegna, nel senso che insegna loro definitivamente l’esistenza, tra sindaci, vescovi, associazioni culturali, università e consiglieri regionali, di due discendenze ormai consolidate: i figli di mamma buona e i figli di mamma normale.
I figli di mamma buona non cercano leggi, programmi e giustizia, cercano invece favori, se ne fottono di tutto e di tutti e vanno al sodo: il contributo.
Questo è l’elenco dei privilegiati del contributo: tutti gli esclusi (la gran parte della Sardegna) o cambino mamma o si ribellino e a fronte di un voto guadagnato dagli avogados del Consiglio e della Giunta con queste elemosine sul denaro pubblico, facciano sentire le migliaia di voti persi da parte di tutti quelli che non chiedono favori.
Le associazioni culturali e sportive che non chiedono, ma partecipano ai bandi, per esempio della Fondazione di Sardegna, selettivi ed esigenti, capiscano il nome e il cognome del consigliere regionale che ha procurato facilmente il contributo da migliaia e qualche volta da centinaia di migliaia di euro senza bando e senza valutazione del programma all’associazione amica.
I colleghi universitari che predispongono progetti e li sottopongono alla valutazione stringente di tanti bandi, guardino quanti progetti di ricerca vengono presentati da colleghi di mamma buonissima che sanno come si fa a ottenere un finanziamento diretto in legge di bilancio.
I vescovi, che vergogna, che con la Giunta Pigliaru avevano firmato un protocollo per i beni culturali che rendesse pianificato e trasparente il cofinanziamento delle chiese e adesso si piegano a far finanziare a pioggia questa o quella chiesetta. Ma che pena! E questi vorrebbero insegnare correttezza e giustizia per poi andare con la mitra in mano a elemosinare il favore da fazenderos, che non sono i proprietari dello fazendas di Stato, sono gli sbrigafazzende. Che pena! E questi vorrebbero chiamare i giovani a una nuova politica? Loro dovrebbero imparare a schierarsi contro una certa politica, facendo nomi e cognomi, non rimanendo protetti dietro gli appelli moralistici. E non mi si venga a dire, a me, “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, perché io, che non sono proprio in salute, non ho paura di morire; tra i miei errori non vi è la collaborazione con il peggio della Sardegna del potere. I preti e i vescovi non possono usare la naturalità del peccato per zittire la coscienza altrui in modo da non avere problemi con la propria. Vescovi e preti, dovete pulirvi dal rapporto col potere, perché sotto la mitra vi sta comparendo la rogna e io che conosco la mia rogna dico che la vostra è peggiore.
Detto questo, però, cominciamo a entrare nel merito delle schifezze.
La schifezza in Sardegna è sempre uno sipendio a fura. Eccone un esempietto della Legge Schifo (altri ne commenteremo nei prossimi giorni). Articolo 42: si prevede di assumere gli addetti di gabinetto degli assessorati con le stesse modalità con cui viene assunto il personale dei Gruppi, cioè col comando. Si dice che queste persone dovrebbero essere reclutate come vengono reclutate le persone in comando nei gruppi e dunque, a norma dell’art. 9 della legge 2 del 2014. La richiesta di comando presso l’assessorato la dovrebbe dunque fare il capogruppo e poi dal gruppo il piccioncino distaccato dovrebbe transitare in distacco nel gabinetto dell’assessore. O no? Sicuramente mi sbaglio, ma l’intenzione da figli di mamma buonissima è chiara.
è un elenco che mi lascia esterrefatto a dir poco
tanto per dirne un paio:
Ente provincia frati minori cappucini (redattore distratto o ignorante?) di sardegna – Convento di Pula (150.000 euro) PER LE ATTIVITA’ DELL’ENTE (che ne direbbe il Santo dei poverelli?)
Comune di Bosa – (€ 100.000 DICONSI centomila cioè CENTOMILA, CACCHIO) contributo da destinare alle associazioni per attivita’ di volontariato, sportive e culturali (e cioè ????????????)
E’ l’unico comune sardo che fa attività di volontariato sportive e culturali?
semus torrados a dae segus de trint’annos
Per ciò che posso capire io, credo che il problema sia il metodo , non la destinazione e la quantità! Elementare Watson Mauro.
Andreotti, sempre citato, diceva che a pensar male qualche volta ci si azzecca. Qualche volta. Ci si comporta, tutti, come se quel qualche volta non lo si considerasse. Persone oneste vengono sospettate sulla base di pregiudizi. Questo, a parte la sofferenza personale di chi ha pagato caro l’essere onesto, non fa che creare nebbia in cui i disonesti prosperano.
No no, egregio Mauro, il problema non è “dare” soldi per le chiese, ma come darli. Io l’ho fatto con una voce di bilancio, un avviso pubblico, un confronto con la Ces, un passaggio in conferenza degli enti locali e una graduatoria. Questa volta la procedura è stata la seguente: un favore chiesto a un consigliere regionale. Tenga il punto. Non siamo tutti uguali e io, e me ne vanto, non ho mai ricevuto singoli sacerdoti o vescovi, ma sempre e solo il rappresentante della Conferenza episcopale sarda.
… po e tra gopais, amigus e serbidoris su dinai si podit ponni in bilànciu fintzas a numenatis, a “istichinsogru” no, ma diretamenti a nòmini de Pinco Pallino sentz’e fai mancu su giru de is “siglas” (a bortas fintzas longas longas chi tocat a incurtzare assumancus ponendi is initzialis cun su puntu, salvu cussas curtzas in inglesu).
Chi depit èssiri sa manera prus lestra de ispendi e de fai… efetu.
Candu si narat a fai sa cosa “d’eficienza”!
Delle volte mi sembra che dovremo semplicemente riprendere il cammino.
Di tutto ciò di cui si parla non so proprio niente. Sono un signor nessuno.
Ma se solo si prendesse quota sopra tutte queste miserie. Perché miserie umane sono. Non sentite stanchezza?
La sua Giunta, Gentile Professore, li ha dati o no i 4 milioni per la ristrutturazione delle Chiese?
Si
La Giunta attuale ne ha dato, per la medesima finalità, meno di un milione?
Ancora si.
Lei è evidentemente confuso o fa affidamento sulla memoria breve o sulla bonomìa di molti che la leggono.
Qual’e sia la ragione per la quale attacchi i vescovi su questa faccenda (che ha visto la giunta di cui faceva parte fare “peggio” di quanto imputa ad altri), evidentemente, la comprende solo lei.
Il passaggio dai lavori pubblici agli enti locali c’entra nulla, non faccia inutile fuffa.
Ora prima di rispondere a pera (con singolari contorsioni semantiche: “risorse messe a bilancio e non destinate dal bilancio a taluni”) si beva una tisana e si rilassi. Tanto non ne esce.
Non le nascondo che le sue parole mi recano una profonda sofferenza, perché sono vere. Molte persone invecchiano e acquistano titoli senza mai crescere in valore e dignità e ciò lede profondamente i principi trascendenti che dovrebvero rappresentare e ispirare. Perdono il senso più alto di comunità e la visione sociale globale, per coltivare il proprio orticello per uno squallido godimento personale. Per arrivare a ciò non disdegnano compagnie dubbie alle quali si asservono fino al raggiungimento dello scopo.
Ringrazio perché sapere che c è qualcuno capace di analizzare oggettivamente certi comportamenti mi rinfranca.
Egregio Mauro Anonimo, prima di reagire a membro di segugio, dovrebbe studiare e tanto. La mia Giunta, come dice lei, fece un piano attuativo delle risorse messe a bilnacio e non destinate dal bilancio a taluni e non ad altri. Chieda poi a don Tamponi, che allora trattò per la Conferenza episcopale, chi suggerì la sottoscirzione di un protocollo d’intesa e chi chiese che la competenza passasse dai lavori pubblici agli Enti Locali. Poi, fatto questo, con buona salute, si beva un brodo.
La sua giunta, nel 2017, ha donato per la ristrutturazione di 40 chiese più di 4 milioni e oggi fa le prediche alla giunta attuale e ai vescovi (non è chiaro se avrebbero dovuto rinunciarvi e per quale amena ragione) per una contribuzione inferiore al milione di euro!?
Bene hanno fatto le due giunte a intervenire in merito. Male, malissimo, fa lei ad effettuare distinguo negati dalla realtà dei fatti e a far finta di scandalizzarsi