Epiclesi La sanità sarda è in condizioni pessime per tante ragioni, ma la principale è che da tre anni, dal 2019, non è governata o è governata malissimo.
Lo dico con sicurezza, contro la vulgata generale che addebita il disastro vigente ai pensionamenti, alla Asl unica di Pigliaru, al Covid, all’aritmia corticale con fibrillazione atopica di Pio IX ecc.
Ma non vi è niente di meglio per mostrarlo che illustrare i fatti che la cronaca offre ogni giorno, cronaca ricca di eventi massonico-sanitari, di egoismi di apparato, di primariati familiari, di viaggi della speranza per potersi curare. Anche la Chiesa è stordita: parla di tutto (disoccupati, trasporti, imprese, ecc. ecc.) ma non dei morti per difetto di cure.
Dalle palle vaganti d’ogni tipo e ideale
Da tutti questi insieme e da ogni altro male
Libera, libera, libera, libera nos Domine
Callida Tatari Il 12 novembre scorso, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari ha pensato bene di assumere questa delibera, con la quale rimodula la sua pianta organica. La delibera della Giunta regionale che, alla luce delle norme nazionali, disciplina gli incrementi di personale è del 2018 e stabilisce che tali incrementi non possano superare il 7% del personale in servizio.
Cosa decidono di fare i callidissimi sassaresi?
Fatto 100 il personale in servizio tra ruoli amministrativi e professionali (sul quale computo i dipendenti dell’Università ‘pesano’ un terzo), hanno calcolato il 7%, poi hanno determinato il numero degli amministrativi in aumento e dato attuazione all’Atto aziendale (approvato a Cagliari) sul numero degli anestesisti, che, in ragione della delibera, passano da 87 a 131, con un incremento di settore del 44%. la sensazione che se ne ricava è che il richiamo alla delibera del maggio 2018 sia pretestuosa, per poi ridefinire l’organico nell’allegato.
Gli anestesisti (si sta scoprendo solo ora in Sardegna ciò che tutto il mondo sa e che noi, ahimè, ripetevamo a Pigliaru inascoltati come alunni monelli, perché i guru della sanità erano Arru e Sechi……) sono decisivi per tenere aperti gli ospedali, ma un incremento così forte si motiva solo presupponendo che l’AOU di Sassari si stia preparando a gestire qualcosa di molto più grosso dei suoi tradizionali presidi ospedalieri. E non mi sbaglio.
Il dato da considerare è l’egoismo, la bardana anestesistica (autorizzata) messa in atto con indifferenza verso le altre emergenze, con l’Assessorato alla sanità che si ciuccia il ditino e assiste muto e immoto.
Il ratto degli infanti L’Aou, non contenta della bardana, procede anche al ratto degli infanti, cioè assume a tempo determinato non solo gli specializzandi in anestesia (poveri pazienti) iscritti al IV e al V anno di specializzazione che si era già preso ad agosto, adesso assume anche quelli del III anno iscritti al IV, così non ce n’è più per nessuno. Pancia piena a Sassari, pance vuote a Nuoro, Oristano, Lanusei ecc. ecc.
Non serve commentare, è sotto gli occhi di tutti la degenerazione localistica della politica (della quale la Legge Schifo Omnibus di cui parlerò nei prossimi giorni è il capolavoro), l’incapacità di pensare la Sardegna come un sistema unitario, la ripresa del privilegio urbano di Sassari e Cagliari, la crisi dei diritti sostituiti dai favori. Il tutto sotto gli occhi di una magistratura gioconda, rubiconda e ilare che mentre prima contava i peli oggi vede glabri gli irsuti.
CASIMIRO
Considerazioni tutte condivisibili anche se a me pare che la sanità sarda venga governata male da almeno vent’anni. È in condizioni pessime forse perché mancano organizzazione, programmazione e competenze adeguate sia a livello politico che gestionale. La cultura generale che domina in ambito gestionale è insufficiente e incapace di assicurare la continuità dei servizi, anche di quelli che funzionano. La dirigenza amministrativa e sanitaria appare , troppo spesso, lontana da una visione corretta, equilibrata e congrua non solo dell’intera sanità regionale ma anche di quella zonale e/o tematica restando , spesso, dipendente dalla classe politica per lo scambio di reciproche cortesie. La legge regionale n. 24 del 2020 di riforma dell’organizzazione sanitaria è da riscrivere perché inadatta alle esigenze dei Sardi. Occorrerebbe riscriverla applicando criteri di razionalità ed adeguatezza, perché, per restare in tema, la dotazione organica di un’azienda sanitaria non può essere ragionata e calcolata indipendentemente da quella delle altre 13 aziende sanitarie della Sardegna. E la dotazione organica del sistema sanitario sardo non può essere la sommatoria delle 14 dotazioni organiche elaborate , ciascuna, indipendentemente dalle altre, salvo che si desideri un danno certo per l’intera collettività sarda.
La gestione unitaria , accentrata in un solo ufficio regionale , delle dotazioni organiche, dei concorsi, delle selezioni, delle graduatorie e delle assunzioni, di tutte e 14 le aziende sanitarie sarde, sarebbe un piccolo primo passo per risalire dal baratro, a condizione che il responsabile dell’ufficio e i suoi collaboratori, ne possa curare la gestione respingendo ogni pressione e/o intrusione politica.
Ad oggi in diverse l aziende sanitarie si fanno selezioni, graduatorie, assunzioni e i candidati interessati devono fare salti mortali per tutelarsi e far valere merito, competenza, esperienza , e, ahinoi ! l’esercizio delle funzioni di controllo interno è fuori uso , o, forse demandato interamente al TAR .
Analisi ex ante inesistenti. Quelle ex post con calma.
Non so perché non mi stupisco… Non vi è che questo. L’unica sarebbe vivere senza aver bisogno di cercarsi lavoro…tutto è già appaltato, conservato per altri. Non il merito, l’arroganza… ma la furbizia e la sicurezza che c’ è chi lavora per te. Con minacce, blandizie, accordi.
Che sul disastro della sanità sarda avessero avuto influenza le palle di Pio IX mi è nuova. Sapevo dell’incapacità di Nieddu, di cambiali elettorali non esigibili, tipo H di Tempio p. Di totale assenza di un progetto alternativo a quanto fatto dalla giunta pigliare, se non la reintroduzione delle otto Asl e quindi la moltiplicazioni di poltrone….ma riesumare quel povero papa a cui hanno tolto conventi , basiliche ed un intero regno, mi pare troppo !
Per capire in quale condizioni si trova la sanità sarda a me basta il lapidario commando di un ex primario molto legato alla destra a cui mai avresti cavato una sillaba contro i governi di destra. ” SIAMO IN MANO A QUATTRO CIALTRONI E LA SANITÀ E IL COMPARTO CHE STA PEGGIO. MI DISPIACE DI AVERLI VOTATI”. Questo signore era stato indicato come probabile ass. alla sanità.
…Ma totugantos furriendhe sos cherbedhos sunt?! Totu malàidos de “centrismo”: “Cagliaricentrismo”, “Sassaricentrismo” (tocat a bídere ite sunt faghindhe sos centristas del Capo di Sopra, chi ant seberadu a Nule coment’e centru de una… ‘rebbota’, gai a semel in saeculo unu pagu coment’e semel in anno pro insanire sempre, semore in carrasegare mascarendhe) e mancari sos Cagliaricentristas che ant a pigare una bella die a Goni a fai sa ‘pichetada’, gai assumancu de Nule e de Goni ant a dèpere sighire a passizare, e in debbadas puru, a Castedhu, o a Tàtari, a pedire sas cosighedhas chi lis mancat.
Invetze de bídere sa barca totu istampada e fintzas irfundhada e afunghendhe zughent ogros, cherbedhos (??) e cusséntzia (??) pro abbaidare e tupare s’istampa chi zughent suta de paneri.