È stato pubblicato il primo Dpcm governativo sull’indennizzo di privati e imprese vittime degli incendi.
Lo trovate qui (non mi pare che i giornali se ne siano occupati in modo appropriato).
La struttura è la solita: nelle regioni colpite (Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia) i rispettivi presidenti di Regione sono nominati Commissari e possono valersi di soggetti attuatori. La legge regionale in discussione è sullo stesso registro.
Il cuore del provvedimento sta nei denari.
Viene riconosciuto fino a un massimo di 5.000 euro (quindi, non un contributo di 5.000, ma un massimale) per i privati che abbiano subito danni all’abitazione principale e di 20.000 euro per le aziende (anche qui si tratta di un massimale).
Per le aziende, sembrerebbe di capire che si debba coordinare l’art.4 con l’art.7 e che il contributo venga calcolato in questo modo:
a) euro 140 per ogni unità di bestiame adulto-UBA (12 kg/giorno di foraggio);
b) euro 175 per ogni UBA con figlio piccolo al seguito (15 kg/giorno di foraggio);
c) euro 24 per suini, ovini o caprini (circa 2 kg/giorno di foraggio).
La normativa europea di riferimento sembra essere quella del de minimis.
Adesso occorre aspettare di conoscere l’ammontare dello stanziamento finanziario.
Vengono infine previsti finanziamenti ai Comuni per il ripristino delle infrastrutture danneggiate.
Poche parole di commento.
È chiarissimo che il Governo non poteva fare diversamente, ma è altrettanto chiaro che l’incendio del Montiferru non è stato un incendio calamitoso ma un incendio di Regione, dovuto all’imperizia e alla disorganizzazione dell’apparato regionale.
La Regione si allineerà alle disposizioni del governo e quindi farà passare l’incendio per calamitoso, non potrà in alcun modo rimborsare i privati colpiti nelle campagne e nelle case di campagna e magari non nell’abitazione principale e si limiterà ad aiutare allevatori e agricoltori nei limiti del de minimis e delle disponibilità finanziarie.
Tutto come previsto.
Il problema è che nel Montiferru è stato compromesso il paesaggio e la misura da adottare è un piano per un suo ripristino che coinvolga i proprietari dei terreni, qualunque sia la loro attività economica principale. Se si vuole ripristinare il manto di olivi, lecci, querce e quant’altro di quella zona, bisogna fare un piano del paesaggio e stanziare le somme per l’importo pari al costo del ripristino dei luoghi.
Certamente la Regione non sta funzionando come dovrebbe. Chi li ha votati dovrebbe meditare.
Credo che unitamente si debba meditare su chi getta esche per incendiare, creando danni ahimè difficilmente sanabili. Non parlo solo del bestiame e del foraggio. Parlo dei danni all’ambiente.
Condivido l’analisi e le due questioni poste da Angelo, totalmente.
Porrei una terza questione…per il 2024 ci rassegnamo a restare in balia di questi impresentabili?
Si figuri se non conosco, dolorosamente conosco, l’incertezza delle verità processuali. Ma la parte più certa del processo è l’acquisizione degli elementi di prova. A me interessa questo e son sicuro di ciò che dico perché supportato da cronache giornalistiche troppo velocemente dimenticate.
Ringrazio io lei ma, credo, sappia bene che i processi – come (e forse peggio de) le operazioni chirurgiche – non si sa mai come finiscono. E se pure si concludessero bene comportano una verità sovente adombrata, opaca e, pure, incerta.
Per “rischiare” ed esercitare l’arte del coraggio, personalmente, quindi, cerco di limitarmi ad aspetti ontologicamente rilevanti, assoluti. Ma questo è il mio punto di vista evidentemente che non sono né intendo essere un punto di riferimento politico/sociale. In questi ambiti, inesorabilmente, l’asticella del “rischio” scende
Cordialità
Mauro
Sarei orgoglioso di essere portato in giudizio per questo, perché il processo ha un vantaggio: costringe tutti a esibire tutti i documenti e tutte le registrazioni audio. Vedremo. A volte la verità richiede il coraggio. Vedremo. Grazie.
Ho letto i suoi precedenti post in merito, ma affermare che “è altrettanto chiaro che l’incendio del Montiferru non è stato un incendio calamitoso ma un incendio di Regione, dovuto all’imperizia e alla disorganizzazione dell’apparato regionale”, credo sia oggettivamente troppo e pure foriero di possibili valutazioni giuridiche in merito, salvo che si sia in grado di provare effettivamente una responsabilità e un rapporto stringente tra cause ed effetti che non mi pare di riscontrare. Non credo basti sostenere che un piano non fosse approvato o similia.
La mia, sia chiaro – a sgombrare il campo – è una valutazione “tecnica” avulsa da qualunque interesse, conoscenza o valutazione personale.
Mi ha colpito, insomma, la nettezza e quella che mi pare l’esorbitanza dell’affermazione.
Non sarebbe meglio dire le stesse cose in modo maggiormente prudente?
Si tratta di un consiglio che do spesso pure a me stesso …
So che è difficile
Cordialmente
Mauro
il vero evento calamitoso, purtroppo non di origine naturale, è in atto nella nostra isola dal febbraio 2019
è la madre di tutti i problemi
per porre riparo ad esso purtroppo non sono previsti ristori, sussidi, rimborsi, sostegni, ammortizzatori
è una catastrofe di proporzione importante dagli effetti in parte irreversibili o di cui, come nel Montiferru, porteremo i segni per decenni
la prima questione è come evitare il peggio da qui al 2024
la seconda è: che fare? come intervenire?
è evidente che parlarne non basta
Risolto. Grazie.
non funziona il link al dpcm