Il 12 maggio, il quotidiano di De Benedetti “Domani” l’ha sparata grossa. Titolo: «L’azienda della discarica prima paga Fratelli d’Italia poi ottiene l’autorizzazione». L’azienda è sarda, il contributo dato a Fratelli d’Italia è di seimila euro, l’autorizzazione l’ha data l’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna, il cui titolare pro tempore è un assessore di Fratelli d’Italia.
Come al solito, gli italiani sparano con calibri grossi, ma non sono proprio dei cultori dell’esattezza. E infatti l’assessore ha risposto alla presunta inchiesta con poche e semplici parole: «In oltre due anni di attività in Assessorato non c’è stato alcun intervento di modifica sugli esiti di qualsiasi istruttoria».
Risposta meritata dagli italiani, ma non dai Sardi, perché noi ci siamo sentiti, come direbbe Camilleri, leggermente coglionati. Per cui offriamo un ragionamento adeguato all’assessore dell’Ambiente che si pensa mazzonato, ma che non conosce la fauna silvestre sarda, quella che riconosce le persone a distanza di chilometri, dall’odore, e il suo a me riporta ai nemici del 25 aprile.
Il servizio SVA
Il Servizio deputato alle valutazioni d’impatto ambientale è (stata?) una delle strutture organizzative di maggior “peso” all’interno della macchina amministrativa della Regione Sardegna.
Senza avventurarsi in una, non facile, definizione universale dello strumento rappresentato dalla Valutazione d’impatto ambientale (VIA), è invece facilissimo affermare, come sanno tutti coloro che hanno avuto a che fare con l’Amministrazione regionale, che è stato uno dei pochi strumenti attraverso il quale si è potuto esercitare un controllo sui grandi interventi realizzati (o no) in Sardegna.
Pur essendo previsto formalmente nella struttura dell’Assessorato dell’Ambiente già dalla fine degli anni ‘90, il Servizio per le valutazioni d’impatto ambientali (con diverse denominazioni e sigle non sempre felicissime) in realtà diventa una struttura organizzata e dotata del personale qualificato solo a partire dal 2005.
Soru, e la Giunta da lui guidata, furono i primi ad intuirne la notevole potenzialità come strumento di governo del territorio, soprattutto in una Regione dove la capacità programmatoria è ridotta ai minimi termini. Erano anche gli anni in cui l’assalto degli impianti eolici alle porzioni più pregiate dell’isola veniva portato avanti con forza, in un quadro complessivo di totale disordine pianificatorio.
Il Servizio, in quell’anno 2005, viene prima riorganizzato valorizzando le poche risorse interne e poi viene fortemente potenziato con personale qualificato. A quel punto viene affidato a una dirigente tra le più competenti in materia ambientale e con una grande esperienza di lavoro nel campo della gestione dei rifiuti: insomma, una dirigente di “peso” (tant’è che poi, dopo una inconcludente esperienza prefettizia, la Giunta Cappellacci la nomina Direttore Generale dello stesso Assessorato della Difesa dell’Ambiente). Io ho avuto l’onore di mandarla più di una volta al diavolo perché era una dirigente, come dire, ‘volitiva’ anche oltre ciò che una persona normale poteva riuscire a tollerare, ma era brava, era capace.
I grandi progetti
A partire da quegli anni il Servizio si trova a dover istruire per l’organo di governo regionale, tutti gli interventi più rilevanti in progetto: grandi ristrutturazioni industriali (ALCOA; Euroallumina, etc) le grandi (????) bonifiche della chimica privata (statalizzata per l’occasione) (ENICHEM ex SIR, Rumianca, etc); i grandi insediamenti di impianti eolici e fotovoltaici; grandi opere di mitigazione idrogeologica, etc.
Insomma un’attività di grande valenza e rilievo che, inevitabilmente, è stata al centro di polemiche, anche forti, da parte delle forze politiche, sindacali e del vasto pubblico come era giusto che fosse.
Comunque, anche nelle situazioni più controverse e dibattute, nessuno ha mai messo in dubbio la credibilità tecnica e amministrativa del Servizio: spesso è stata criticata la “eccessiva rigidità” nell’applicare le norme di tutela o, anche, la profondità delle analisi tecniche, ma nessuno ha mai dubitato di trovarsi di fronte a una struttura non adeguata al compito. Io persi le staffe quando bloccarono la Sassari-Olbia per la nidificazione della gallina prataiola, ma per molti aspetti (non tutti) avevano ragione, e comunque erano persone sinceramente affezionate alla Sardegna e alle sue risorse.
I problemi cominciano a sorgere all’alba dell’avvento di Solinas e della sua Giunta.
Non a miracol mostrare
Come si sa, il Presidente e quindi anche la sua Giunta dei miracoli (nel senso letterario di Hugo) adora avere al proprio servizio strutture tecnico-amministrative provvisorie e flessibili (il perché lo lascio immaginare, ma non sfugge a nessuno che la flessibilità si dimostra per inclinazioni superiori ai fatidici 90°), altrimenti non si spiegherebbero le nomine a 6 mesi e gli incarichi di vertice affidati a figure professionali con curricula di tutto rispetto, sempre dovuto alle persone, ma di poca ampiezza e articolazione.
A questa logica, non poteva sfuggire una struttura così importante come quella delle valutazioni di impatto ambientali, soprattutto in previsione del varo di celebrati Piani casa, piani spiagge, piani baracche e cementi sparsi. (Le sembra ragionato fino ad ora, assessore?)
Quindi cosa succede?
Prima si elimina, destinandola ad altro incarico e poi mettendola letteralmente alla porta, la funzionaria più “anziana” del Servizio (odiatissima perché della scuola delle ‘volitive’ di cui sopra, capace di tenere testa a Presidenti ed Assessori di altro lignaccio areste rispetto agli attuali).
Poi si lascia il Servizio in mano ad una dirigente, proveniente da tutt’altre esperienze, in procinto di andare in pensione e con molte ferie da smaltire: questo consente di realizzare al meglio la modifica genetica della struttura opoerativa, da compatta e di squadra, a fluida e frammentata, molto fluida. Molto. (Ci siamo assessore? Credo che cominci a capire perché non deve neanche provare a pensarci distratti).
Con la dirigente in ferie, subentra nei compiti di direzione un funzionario, collocato, senza colpe, sulla prima linea del fuoco, proprio come piace all’attuale governo regionale: esperienza di direzione da maturare e posizione moooolto precaria.
È in questa situazione organizzativa che si compie l’ultimo atto della procedura di valutazione d’impatto dell’opera di mitigazione più importante della Sardegna: il così detto Piano Mancini. Nell’estate delle, dovute, ferie della dirigente pensionanda e del sostituto precario si arriva alla chiusura dell’istruttoria che “boccia” l’intervento. Era d’estate, ma Lampis e Solinas riescono a portare la chiusura della procedura in Giunta solo a fine dicembre, quando la dirigente, nel frattempo, è già in pensione. (Ma ci pensano scemi?)
Poi si scopre che nessuno dei funzionari incaricati dell’istruttoria sigla la conclusione che, con qualche salto logico e procedurale, propone la bocciatura.
Intanto il Servizio rimane senza guida, affidato a un precario interim.
E così, giusto per passatempo, mi pare di aver visto anche in itinere qualche rivisitazione di pratiche già istruite, ma ancora da esitare.
E il tempo passa.
Finché, grazie ad una norma pass par tout, si mette in piedi una selezione tra funzionari e si individua un dirigente a tempo (sempre moooolto precario) che per i prossimi tre anni (giusto per arrivare a fine legislatura e fine Giunta Solinas) guiderà una delle strutture più delicate dell’Amministrazione regionale.
Certo, si può dire “Così si volle dove si puote”, ma è sempre meglio ricordare anche “Per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente”, perché, giusto per la cronaca, il funzionario che ha vinto la selezione è quello della calda estate del 2020, il secondo classificato (dopo il colloquio, ma primo per i titoli), è cioè uno di quelli che non ha siglato la conclusione della procedura di valutazione del Piano Mancini: il vino dell’onestà torna sempre a galla.
Le pare ragionato Assessore?
Buongiorno,
la nuova gestione politica ha semplicemente sostituito tutti coloro che per legge/professonalità/passione o semplicemente “DOVERE” facevano Difesa dell’Ambiente: sono scomparsi diversi capisettore competenti sostituiti con altri semplicemente accomodanti. La parola onestà in questa faccenda è davvero inopportuna, mi creda.
Certo, Cinzia, infatti scrivo che le attività iniziano dagli anni Novanta, ma che dal 2005 la struttura viene organizzata e rafforzata.
Buongiorno, solo una piccola precisazione: il VIA era già in funzione prima del 2005. Ne ho avuto esperienza personale per una lottizzazione che superava i 25.000 MC… a 3 km dalla costa del Comune di Santa Teresa Gallura.
Partecipai alla Conferenza di servizi definitiva a Cagliari qualche anno prima. Non credo sia rilevante…