Leggo che si allarga l’inchiesta di diverse procure sui vaccini, partita dopo e solo dopo che questo blog ha pubblicato delle banali tabelline sulla voce “Altro” dei report sui vaccini somministrati. Questo blog non fa conferenze stampa però usa la testa.
Usando la testa e avendo memoria, c’è da chiedersi se le toghe dalle tintinnanti movenze (come quelle dei fantasmi) si sono poste alcune domande.
Che rapporto c’è tra vaccini e politica?
Che rapporto c’è tra la politica e la filiera di comando della campagna vaccinale?
Chi ha nominato chi e perché?
Ci sono, per esempio, consiglieri regionali che generosamente si sono impegnati nella campagna vaccinale?
E se ci sono, hanno vaccinato secondo elenco o secondo piacere?
Sanità e politica
Il rapporto tra sanità e politica ha talmente incuriosito l’autorità giudiziaria della Procura di Oristano da dedicare parte dell’inchiesta Ippocrate (che per noi è un dolore che si rinnova ogni giorno e che ricschia di schiantarci l’anima) alla verifica della nomina dei Direttori Generali da parte della Giunta Regionale, fino al punto da convocare l’Assessore della sanità, il Presidente della Giunta e il capo di Gabinetto della Giunta di allora. L’Autorità Giudiziaria ha indagato sulle nomine, ma non ha contestato nulla di irregolare: l’organo che ha nominato, la Giunta, era quello che doveva nominare. Nell’iter della proposta niente di irregolare.
Oggi si legge sulla stampa che il consigliere regionale Gallus chiede che l’attuale commissario dell’Assl di Oristano venga sostituito. Non so se sia un caso di omonimia, ma mi pare sia lo stesso consigliere regionale, presidente della Commissione sanità, che aveva indicato (non senza proteste degli altri consiglieri regionali della zona), prima che fosse nominata, la precedente dirigente, la dottoressa Valentina Marras, come la persona migliore per sostituire il dimissionario Meloni. La Marras venne poi puntualmente nominata ed è la dirigente incappata nella questione vaccini.
Ora la domanda è: la nomina dei commissari delle Assl è in capo al direttore dell’Ats, che propone, e alla Giunta che dispone (infatti, nell’inchiesta Ippocrate venne interrogato anche Moirano), non al Consiglio regionale. Essendo la composizione della Procura di Oristano uguale a quella che indagò la Giunta Pigliaru sulle nomine di interesse per l’inchiesta Ippocrate, (quindi, potremmo dire, a presupposti culturali e normativi invariati) come giudica la Procura l’endorsement di un consigliere regionale, medico, sindaco, a suo tempo imprenditore sanitario nello stesso distretto, prima a favore del direttore poi nominato e ora contro il commissario in carica?
Sia chiaro: personalmente non credo vi siano profili penali, ma sono curioso di capire perché li si è ipotizzati quando a governare c’era una parte politica e li si snobbi ora quando ve n’è un’altra.
Ovviamente le mie domande non avranno risposta, ma serve porle, per affermare che c’è gente che non è morta sotto la montagna di fango prodotta dagli apparati dello Stato.
I sopravvissuti alle intercettazioni a Palau
Tra i non morti e i sopravvissuti, oggi i giornali danno una notizia da quel di Tempio particolarmente interessante. Viene raccontato un pezzo del processo sui fatti che portarono all’arresto e alle dimissioni del sindaco Pala nel 2017, quello che aveva predisposto il nuovo Puc ora buttato alle ortiche (a Palau!).
La difesa di uno degli imputati, esattamente di quello che sarebbe stato il beneficiato dal sindaco, ha chiesto il rito abbreviato con l’esame immediato delle intercettazioni ambientali alla base dell’accusa.
Qui sta ciò che ci interessa: la difesa ha chiesto e ottenuto che venisse trascritta l’intera intercettazione e non solo la parte valorizzata dall’accusa (per il solito reato di induzione indebita a dare o promettere utilità). Questa la ricostruzione dell’Unione: «Il primo cittadino chiede a Barbato se è disponibile a curare delle pagine sui social network, sulle quali pubblicare materiale che arriva dalla giunta«. Secondo il Pm, viene raggiunto un accordo illecito: Barbato, che (stando alla tesi dell’accusa) non può dire di no, perché altrimenti esce dal giro, dà la disponibilità a curare gratuitamemte una pagina Facebook, in cambio della promessa di “ulteriori incarichi da parte dell’ente”. Viceversa «la versione di Barbato è tutt’altra e deriva dalla lettura delle conversazioni intercettate, nella loro interezza. I legali del palaese dicono: è vero che Barbato ha accettato di operare gratuitamente per la giunta, ma c’è una ragione precisa ed è contenuta in una intercettazione ambientale, che ieri è entrata nel processo. L’uomo spiega al sindaco che non vuole denaro, perché ha già l’indennità di disoccupazione e non intende fare pasticci. Inoltre, Barbato sostiene di non avere alcuna promessa di assunzione»
Ecco qui, potremmo intitolare questo ennesimo capitolo di inciviltà giudiziaria in questo modo: la vivisezione delle intercettazioni. Bisogna affrontare con serietà un problema: il gusto delle “narrazioni”, cioè dei racconti suggestivi e “che tornano” ha contagiato anche la Polizia Giudiziaria che con le prorie “narrazioni” punta a sedurre e convincere il Pm, il quale mica va ad ascoltare tutte le intercettazioni. Il Pm sedotto che fa? Prende per fatti le narrazioni fatte col taglia e cuci e il tritacarne si mette in moto distruggendo fatti, persone e politiche. Poi il processo mette ordine, ma intanto al pena del processo è stata già scontata e la sentenza assolutoria esenta dalla vendetta di Stato ma non dalle malattie e dai dolori dell’infamia. La Polizia Giudiziaria deve fare corsi universitari di filologia forenze e di etica, tanta etica.
Sta parlando in via ipotetica perché nel codice penale non esiste l’ipotesi che il PM non legga o ascolti le intercettazioni.
È una delle ragioni per cui è naufragata la riforma del 2020 dove si voleva fare passare l’ipotesi che l’ufficiale di P.G. doveva sintetizzare i dialoghi captati e fornire sintesi al p.m.
Si voleva affidare cioè a quest’ultimo il compito di discernere la responsabilità penale.
Una pazzia ovviamente.
Il problema pratico resta : anche il miglior PM RoboCop non potrà mai ascoltare tutto il flusso intercettato che in ordinarie indagini è dato da quattro cinque utenze, te quattro captatori e migliaia di pagine da leggere.
Un PM ha in media 500 procedimenti in un anno.
Non sarà mai, mai, mai in grado di leggere tutto.
E invece deve fare finta che lo ha fatto. Fidandosi della p.g.
Sperando che non saluti fuori un indagato che lo denuncia.