Caro Paolo,
ho letto con interesse i tuoi articoli e la tua informativa sulla continuità territoriale sarda.
Ahimé! Se già era un dramma viaggiare dalla Sardegna prima, anche economicamente, con la pandemia le cose sono assolutamente peggiorate.
Giovedi 25 febbraio u.s., mi reco in aeroporto ad Olbia, partenza volo ore 19 (unico volo serale, l’altro all’alba) AZ 1902 per Roma/Fiumicino.
Si vola esclusivamente per motivi particolari, e il mio era uno di quelli.
All’aeroporto di Olbia personale efficiente, rigidi protocolli quali devono essere, postazione Polizia di Stato impeccabile, controllo imbarchi idem.
Arrivo al gate in perfetto orario.
Alle 18.15 iniziano le operazioni di imbarco.
Aspetto diligentemente il mio turno, ma da deformazione professionale, conto troppe persone in fila, e mi stupisco: i voli dovrebbero viaggiare a capienza ridotta, con posto centrale VUOTO.
Comunque, io, accessoriata di una bella mascherina FFP3 più una chirurgica e spray igienizzante personale, rispetto e aspetto.
Salgo a bordo secondo l’ordine dato dal personale di terra Alitalia, per poi seguire le indicazioni del personale di bordo.
Mi accomodo, posto 6 C.
Alle 18,40 il pilota annuncia che partiremo con 10 minuti di anticipo.
PERFETTO!
Eh no, aspetta, rimaniamo SEDUTI tutti contenti e toh! Altri 15 passeggeri vengono fatti salire a bordo… una ragazza spaesata mi fa vedere il biglietto e mi indica il 6B: POSTO CENTRALE.
Resto allibita e così anche tutti gli altri passeggeri che si ritrovano con persone sedute accanto a meno di 40 cm .
Pace.
Lei una semplice mascherina chirurgica quando nel posto dove mi sto recando, c’è l’obbligo TASSATIVO, ed è un ampio spazio e anche con svolgimento di attività all’aperto, di uso ESCLUSIVO MINIMO DI MASCHERINE FFP2.
Ma evidentemente Alitalia ragiona in maniera diversa, sfidando il pericolo.
Partiamo all’ora prevista senza nessun anticipo come precedentemente annunciato dal pilota.
Arriviamo alle 19.50 a Fiumicino.
Atterraggio impeccabile.
15 minuti di giro rinchiusi nell’aereo, in attesa del parcheggio, con la speranza, naufragata poco dopo, che ci facessero sbarcare direttamente nei tunnel collegati.
Eh no, non poteva mica andare tutto così bene.
Si è rotta la scaletta da collegare allo sbarco anteriore, altri 40 minuti di attesa quindi tutti ammassati nella discesa sul lato posteriore, per poi essere nuovamente ammassati nel più classico bus e altro giro straordinario tra i piazzali dell’immenso aeroporto. Arrivo poco prima delle 21 dentro l’aeroporto.
Ma io mi chiedo, ma si può? Non credo che tutti si possano permettere tamponi andata e ritorno per scongiurare un contagio causato da questa condizione di viaggio esasperante.
Abbiamo 2 voli da Alghero (1 per andare e uno per rientrare), 4 da Olbia ( 2 andata e 2 ritorno).
Questo il nord dell’isola.
Cagliari vanta qualche volo in più, ma anche cancellazioni di quelli con orari più consoni.
Ma lo sanno, sì, in Regione, che siamo in un’isola e che qualcuno comunque è costretto a spostarsi, compresi gli studenti universitari, sportivi e lavoratori, oltre ai comuni mortali per motivi di salute?
134 euro per andare e tornare, oltretutto.
Non 40/ 60 euro e sempre doppia autocertificazione.
Per onor di cronaca, al rientro il volo rispettava il distanziamento previsto del posto vuoto al centro, lo sbarco è avvenuto direttamente nell’aerostazione, in perfetto orario, in ordine e senza assembramenti stile carico bestiame.
Ma era il volo delle 21.50. Di sabato sera. Che solo chi ha premura di rientrare e non fare gita in cricca, poteva prendere. Vorrei capire, cosa costa organizzare, anche su un aeroporto come Fiumicino, semideserto paragonato al flusso che poteva avere13 mesi fa, le cose per bene, per i 6 voli che arrivano da questa desolata isola? Penso non costi nulla ed è per questo che, vista la disorganizzazione e il disinteresse, sono preoccupata.