Il 22 ottobre scorso il TAR della Sardegna si è pronunciato su un ricorso, presentato da un pensionato, escluso da una selezione perché pensionato, ai sensi dell’art. 5, comma 9, del d.l. 6 luglio 2012, n. 95, convertito in legge 7 agosto 2012, n.135, come modificato dall’art. 6 del d.l. 24 giugno 2014, n. 90, convertito inlegge 11 agosto 2014, n. 114. Al di là dei numeri, si tratta delle norme che impediscono di conferire incarichi nella Pubblica Amministrazione e nelle società pubbliche a persone già in pensione. Questa è la sentenza.
Cosa dice la sentenza? Dice che il presunto contrasto tra la normativa italiana e quella europea è acqua fresca. La legge italiana è compatibile (leggi: legittima) con la Costituzione e con la direttiva 2000/78 CE del Consiglio Europeo (su questo aspetto c’è la pronuncia della Corte di Giustizia del 2/04/2020); o, se si vuole, deve essere valutata dal giudice di merito, cioè dal Tar.
Il Tar dal canto suo non ha rilevato alcuna violazione della norma italiana rispetto alla normativa europea.
Il Tar ha poi fatto notare che l’incarico che il Comune di Gesturi avrebbe dovuto dare comportava, per un lavoro di due anni, un importo di 1000 euro di compenso onnicomprensivo. L’esiguità della somma e la sua onnicomprensività, spiega il Tar, è compatibile con la normativa italiana, legittimamente in vigore, che prevede la possibilità di dare incarichi a pensionati ma solo a titolo gratuito e per tempo limitato ma, ovviamente, con rimborso spese.
Adesso bisogna “unire i puntini”.
Mentre pendeva questo giudizio, cioè un giudizio su un incarico di 1000 euro bandito dal comune di Gesturi, il Consiglio regionale approvava, l’11 settembre 2020, la legge di riforma del sistema sanitario sardo.
Con una faccia dilatata e solcata come altre latitudini corporee, il Consiglio regionale della Sardegna approvava il comma 10 dell’art.47 che prevede: «La Giunta regionale non applica l’articolo 5, comma 9, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95».
E qual è la legge 95 del 2020? Quella che impedisce di conferire incarichi retribuiti ai pensionati. E con quali argomenti la legge di riforma sanitaria prevedeva di non applicare una legge dello Stato italiano? Ma ovviamente con gli stessi del ricorso presentato contro il comune di Gesturi! Un caso? Un caso.
Cioè è stato un caso che la Giunta Solinas abbia nominato tanti pensionati sin dal suo primo insediamento.
Ed è stato un caso che la legge di riforma della sanità abbia al suo interno un dispositivo per reclutare pensionati casualmente connesso con un ricorso presentato contro il bando di un piccolo Comune sardo.
Morale.
Il pronunciamento emesso della Corte di Giustizia europea sollecitata dal Tar Sardegna per il ricorso sul bando del Comune di Gesturi non era certamente quello atteso dal volto simmetricamente bifido e convesso del Consiglio regionale di cui sopra.
Ma un dato è certo, esiste un nesso logico e causale tra il ricorso presentato e la legge sulla sanità, che vuol dire che si è fatta una legge “a scommessa giudiziaria”, “a sfida dell’ordinamento”, “a forzatura dei confini”.
Nel frattempo si sono pagati i pensionati in prova e ora si prova a capire come poter continuare a nominare commissari delle Asl i pensionati, vero obiettivo politico di questa Giunta la quale, avendo tra gli azionisti più di un ottuagenario, cerca di assimilare la governance all’azionariato. In latino si diceva similis cum similibus, in sardo zente cun zente e fae cun lardu, nelle periferie di Macomer a buffare a su zilleri e a c……re a casinu.
Adesso è probabile che Giunta e avvocatoni di corredo affidino un incarico ad un ragioniere (anche pensionato, se si accontenta di 1000€ tutto compreso) per fare le sottrazioni tra i circa 100.000€/anno che prendono almeno due dei Commissari e Amministratori nominati da Solinas (non sappiamo degli altri con certezza, ma di almeno due sì) e i 500€/anno (e sì, a leggere bene erano 1000€ per due anni) che il TAR ha stabilito, come congrui per retribuire un pensionato per il lavoro al Comune di Gesturi.
Ovviamente, siamo certi che anche questi eventi (che spesso le opposizioni non sanno valorizzare perché lavorano sull’indignazione momentanea piuttosto che sulla rilevazione e rivelazione della trama politica della maggioranza che emerge solo legando gli atti gli uni agli altri) saranno archiviati. Tutto legittimo, tutto buono, tutto perfettamente loggiato nella Sardegna impaniata di relazioni indicibili.
Alla maggioranza che si è indignata perché Report è venuta in Sardegna a delegittimare l’isola dicendo la verità sull’aleatorietà dei pareri del Comitato scientifico sardo (e sulla sua consistenza), chiediamo di valutare se è più delegittimante l’azione del raccontare il degrado o l’azione del produrlo? È più colpevole chi pulisce o chi sporca? Per la risposta si rivolgano al godfather ottuagenario.