Era il lontano 2005. Soru stava per aprire la caccia contro di me, ma ancora potevo fare qualcosa. Facevo il presidente della Commissione Autonomia: in un anno istruimmo e approvammo cinque leggi (mai accaduto né prima né dopo). Tra queste, vi fu la L.R. 13 del 2005, una leggina da niente ma per me significativa: togliemmo ai prefetti italiani il potere di sciogliere i consigli comunali e di nominare i commissari, fatti salvi gli scioglimenti per ragioni di ordine pubblico.
Adesso vedo questa leggina di piccolo orgoglio nazionale sardo, cioè di assunzione di responsabilità, usata per fini duceschi, per il controllo prolungato delle piccole comunità, da parte della Giunta. Una cosa abominevole per pochezza di calcolo e per la millimetrica precisione d’uso.
Il caso è quello di Riola Sardo (i consiglieri fighetti dell’opposizione non sanno manco dov’è Riola Sardo), che non risulta comprensibile ai poltronissimi giornali sardi, perché ormai è considerata fatica di Sisifo andare a leggere le norme che regolano l’attività della Giunta, meglio bersi il preparato artizziano (da Artizzu, l’erborista mediatico del presidente della regione), noto per le sue proprietà ipnotiche e ansiolitiche.
A Riola Sardo il sindaco si è dimesso il 31 luglio scorso. Le dimissioni non sono state ritirate dopo i venti giorni canonici della clausola di raffreddamento. La Giunta regionale poteva nominare il commissario dal 21 agosto e, se lo avesse fatto, il Comune di Riola Sardo sarebbe andato alle elezioni insieme agli altri comuni il 24 ottobre prossimo venturo, perché la legge nazionale prevede che le elezioni vengano convocate 55 giorni prima della data fissata.
Invece no.
La Giunta ha nominato il commissario il 4 settembre, con comodo, al rientro dalle ferie, impedendo così al piccolo paesino dell’Oristanese di tornare subito alle elezioni. A questo punto, il regime commissariale durerà fino all’anno prossimo. Questo è usare il potere nel peggiore dei modi possibili; questa è la circumvenzione della democrazia, l’esito inevitabile di un mix di ignoranza, calcolo e trascuratezza che è la cifra stilistica di questo esecutivo, il quale, non lo si dimentichi, per nominare i commissari delle Asl ha esteso alla Sardegna il regime emergenziale della Calabria.
Il Psd’az sta al sardismo come il guanciale all’ingegneria aerospaziale.