Scappa Johnny lo Zingaro e giustamente il ministro della Giustizia dispone un’ispezione.
Emerge in un processo che il perito scelto per una violenza carnale non solo non era un medico ma anche che non è più reperibile, e non scatta un beneamato nulla. Chi aveva fatto quelle indagini? Silenzio.
Emerge in un altro processo che il supertestimone dell’accusa era l’assassino nel duplice omicidio su cui testimoniava contro altri, e non succede nulla.
Emerge che in un’ordinanza un giudice scriva che un PM aveva tutte le carte disponibili per non accusare una persona innocente e che, nonostante ciò, l’ha comunque trascinata in giudizio, e non succede nulla; Polizia Giudiziaria al suo posto, Pm al suo posto.
Emerge che in almeno tre processi siano imputate delle persone per turbativa d’asta e che o l’asta non c’è mai stata o che colui che è imputato di averla turbata sia lo stesso che agli atti risulta averla contestata. E non succede nulla.
Accade che in un giudizio si abbiano le carte per un’evidente e segnalata spartizione di incarichi con abuso di potere e di ufficio e non si faccia assolutamente niente. Viceversa si indaghi un cittadino per una tangente ‘ascoltata’ ma mai trovata. I fatti non contano, le chiacchiere sì. E non succede nulla.
Emerge che Palamara e i capi delle correnti politiche della Magistratura hanno accozzato alcuni magistrati e non succede nulla. Cioè accade in Magistratura ciò che in politica viene chiamato traffico di autorità e invece in Magistratura è chiamata ‘amicizia’. E non succede niente. Nessuna ispezione.
Emergono notizie di contatti tra magistratura e parlamentari che vanno ben oltre quelli già rivelati dalla prima tranche del processo Palamara, e non succede nulla, anzi Ministero e media si inseguono nella gara a chi dice di meno.
Emerge che si lascino città e territori privi di protezione idraulica per mero interesse urbanistico e non succede assolutamente nulla.
Questa è l’Italia: un’ispezione non si nega a nessuno, la comprensione dei fatti si nega a tutti, con la colpevole complicità di giornali che ormai affidano l’informazione alla schiavitù dei collaboratori a 15 euro a pezzo.
Vi è un degrado morale (sì! mo-ral-e) che è pervasivo a più istituzioni e comunità. I disvalori di un tempo sono diventati qualità. Colui che non abiura alla morale, a principi etici che ci venivano spiegati sin da bambini, è considerato quasi un disadattato, uno che non sa vivere. In questo panorama, come ci possiamo stupire?
L’ispezione ci sarà ma i risultati saranno tarallucci e as usual.
Come si fa a dare un permesso premio a uno che ha 2 ergastoli? Permesso premio perché ne ha ammazzato due così può ammazzare una terza? La domanda è sempre la stessa: se avesse ammazzato la figlia di un magistrato avrebbe goduto di tanta benevolenza?