Con il mio consulente, di mira e di diritto, Mastr’Anghelu Santoru, ci siamo già occupati della Direzione generale del Personale, che di recente ha trovato un nuovo direttore.
Adesso il Direttore cerca un consulente per la predisposizione dei bandi di concorso di imminente svolgimento.
È troppo far notare che il minimo che un Direttore generale (con un Servizio del personale a disposizione) deve saper fare è proprio la predisposizione dei bandi di concorso?
Evidentemente è troppo farlo notare. Ma per tutti noi è un dolore, perché se tutto si trasforma in furbizia, niente ha più valore.
I sindacati lo hanno fatto notare, combattivi. Ma senza conseguenze: tutto è lecito ciò che è loggiato, concordato, attenuato, permesso dagli apparati dello Stato.
Noi lo facciamo notare perché è un dovere non tacere, non ingoiare in silenzio la retorica vuota che sta coprendo il vuoto della politica. Noi lo facciamo notare come atto di differenza e di resistenza, come segnalazione del potere sguaiato.
Il Italia, da tempo, chi comanda non sa fare; al contrario, dice ad altri (che già sanno fare) che cosa c’è da fare.
In Sardegna lo si potrebbe evitare. E invece no.
Ma perché non c’è altro che melma da arricchimento in Sardegna? A qualsiasi livello c’è un vassallo, un valvassore e un valvassino con cui fare i conti
Certo. Non solo in politica. Stanchezza.
Scrivere pubblicamente per far notare l’assurdità di una Direttrice generale, scelta fuori dalle regole comuni sulla base della sua presunta specializzazione in materia di selezione e gestione del personale, non dovrebbe essere un fatto straordinario, ma bensì ordinario. È la base di una informazione libera, in una società civile e democratica. Invece assume i caratteri di un gesto rivoluzionario, a fronte di una informazione narcotizzata in una Sardegna tornata all’assolutismo baronale dove pochi, i soliti, gruppi esercitano il potere “is de nosus”.
Mira ‘erettu Paolo
Mastr’anghelu