Oggi le notizie interessanti sono tutte nella cronaca giudiziaria, ma giacché i giornali le trattano senza capirle e personalmente non ho nessuna voglia di spiegarle fuori da un’aula di giustizia (perché prima o poi la vicenda che ha riguardato il Partito dei Sardi – insieme al sondaggio farlocco e alle indagini incompiute su altri – arriverà in un’aula di Giustizia non sarda) parliamo di politica.
La linea dell’attuale maggioranza, opportunamente sostenuta da un’opposizione di consistenza gelatinosa, è: “Indietro tutta”.
Dall’Impero di Moirano, voluto fortemente da Pigliaru con tutti gli uomini del Pd intorno all’imperatore (nominati ai vertici, secondo le parole dell’Assessore di allora, per sua conoscenza diretta, nuovo merito politico e amminsitrativo), si ritorna alle 8 Asl. Neanche un po’ di fantasia, che so io, farne tre più le universitarie sarebbe stato logico e esteticamente sostenibile. Invece no, a su connotu, si torna all’antico: 8.
Ma come si fa a tornare a 8 Asl e a sette province, è contraddittorio e illogico? E invece si fa, si fa, basta zittire con un altro ossicino la fragile coscienza refendaria dei Rastrellatori (scoprite voi chi sono, non è difficile), soddisfare la fame insaziabile dello Stige centrista, e distribuire bene ciò che resta.
Come si fa a puntare tutto sullo sfondamento della fascia costiera dei 300 metri? Si fa, si fa, basta seguire il sentiero tracciato dal Centrosinistra secondo il dettato di antica imperiale concezione saillettista per il quale «È tutto vietato fuorché ciò che mi permetto e vi permetto io».
Come si fa ad avviare Abbanoa verso gli scogli esattamente con lo stesso piano, cioè un assenza di piano ma una lottizzazione millimetrata, che la portò a schiantarsi la volta scorsa? Si fa, si fa, una delega qua, una promozione là, un livello a Tizio, un altro livello a Caio, proclami pubblici di invito a non pagare le bollette, soldi qui e lì, si fa, basta farlo.
Come si fa a sistemare qua e là persone il cui unico compito è tutelare lo spuntino in corso da attenzioni non gradite? Si fa, si fa, anche qui seguendo l’usato corso precedente, quello delle buone relazioni protettive, familiari e di ombrellone. Si fa più politica al Lido di Cagliari che in Consiglio regionale.
Come si fa a ripristinare il pessimo legame tra le società sportive e la politica che tante pagine giudiziarie ha riempito? Come si fa? Basta farlo e si fa, frequentando la gente giusta.
Come si fa a chiudere la vertenza Alcoa? Come aveva previsto di chiuderla il centrosinistra, con un privilegio energetico tariffario. In buona sostanza, siccome la produzione è energivora, l’azienda paga l’energia la metà di ciò che vale sul mercato. Chi fa il prezzo buono? L’Enel. Da chi prende tanti soldi l’Enel nella forma, diciamo così, della essenzialità mascherata? Dallo Stato. Si dovrebbe dedurre che in tutta la Sardegna, laddove si registrino condizioni di produzioni energivore o comunque svantaggiate, lo Stato porterà l’Enel a fornire l’energia a metà prezzo. O ciò che vale a Portovesme non vale a Ottana e a Porto Torres? Proprio così, non vale.
Rispetto a tutto questo bisogna stare sulle montagne, in una forma di lotta politica che è di tipo resistente non militante, cioè di distinzione e separazione, senza contatti. Qualche giorno fa, un sottufficiale di complemento della riserva di uno dei partiti di maggioranza mi ha chiamato proponendomi un argomento di discussione. Ho risposto che non volevo parlare di nulla. Si fa così con questi. Separazione, distinzione e resistenza. Con gli altri, con i persecutori, in tribunale. Non vendetta, ma giustizia.
Grazie Paolo, ci fai iniziare la giornata con tanta tristezza, ma è GIUSTO COSÌ