Per noi Argea era la cenerentola della Regione che doveva diventare regina, trasformandosi in Ente Pagatore Regionale. Per questo, e solo per questo, ci sta a cuore, perché quanto più va in rovina, tanto più consuma il progetto di vedere i sardi che pagano i sardi, senza chiedere pietosamente di essere pagati con i propri soldi da un ente ministeriale italiano come Agea.
Tuttavia, come Verlaine, Argea potrebbe dire di sé: Je suis l’Empire à la fin de la décadence, e forse non solo di sé, potrebbe essere allegoria dell’adagiarsi di tutta la Regione sul canapé sardo-leghista, in ambienti fumosi e bordelliferi. Ecco, noi non vogliamo occuparci di persone, ma di ambienti, di corridoi, di contesti psicologici, ci interessa capire come faccia ad essere popolare il disfacimento.
La Cgil – Funzione pubblica, nei giorni scorsi ha scritto alla Commissaria di Argea questa lettera in burocratese non facilmente comprensibile, tuttavia molto seria, molto severa. Il burocratese ha tenuto lontani i quotidiani sardi, impegnati nel carnevale della Fase 2, o 3 o 4 o 5. E dunque, sperando di fare i traduttori divulgatori, noi la rendiamo in narrazione sulla soglia del fumoso e famoso boudoir de la décadence.
La Commissaria ha bandito una mobilità ( n. 2 funzionari in materia amministrativo/contabile; n. 2 funzionari tecnici in materie agrarie; n. 1 funzionario in materie tecnico/ingegneristiche; ) da altre amministrazioni pubbliche.
Il bando indica all’articolo 6 le categorie dei titoli ammissibili e il loro peso sul punteggio: 1) Titoli di carriera 20 punti; 2) Titoli professionali 6 punti; 3) Titoli accademici e di studio 2 punti; Titoli vari 2 punti. Teniamo a mente questi dati, perché poi nel fumo del boudoir c’è rischio di perdersi e di confondere fischi per fiaschi.
Il 20 aprile 2020, in pieno lockdown, la Commissaria nomina una commissione per esaminare le domande pervenute.
Il 12 maggio la Commissaria nomina i prescelti sulla base degli elenchi degli idonei compilati dalla Commissione: 7 funzionari in materia amministrativo/contabile; 2 funzionari in materie agrarie; 2 funzionari in materie ingegneristiche.
La determinazione commissariale e gli allegati non sono ancora stati pubblicati, non sappiamo se per influsso nefasto del perizoma riccardiano delle delibere di Giunta o per la sua trasformazione in mutanda vittoriana altocinta e tibialmente infiocchettata. Qualunque sia l’intimo amministrativo prescelto, noi raccontiamo la storia, con riguardo alle persone, perché è la vicenda che ci interessa.
La Commissione ha escluso un candidato perché ha ritenuto il suo nulla osta non valido perché rilasciato per una selezione precedente e da altro rappresentante dell’amministrazione di riferimento.
La Commissaria, invece, ritiene, (come è deducibile dal riepilogo della procedura che approva gli elenchi degli idonei e nomina i prescelti) che l’escluso sia stato ingiustamente escluso perché la Commissione avrebbe dovuto applicare il soccorso amministrativo.
Quindi, non si capisce bene come, viene nominato un funzionario di scopo (boh!) che compila una nuova graduatoria con l’escluso/incluso.
Ma la cosa più interessante del boudoir agricolo è la seguente: l’elenco che comprende l’escluso/incluso ha un criterio in più, non previsto nel bando, rispetto a quelli invece presenti nelle altre graduatorie dello stesso avviso di mobilità (perfettamente aderenti all’Avviso pubblico per la mobilità).
Il criterio chiave si chiama: classe attinenza curriculum.
Il nuovo criterio non sembra incidere sul punteggio finale, ma allora a che serve? E perché è attivo solo per i tecnici amministrativi e non per gli ingegneri e gli agronomi? Mistero, fumo, décadence, empire… boudoir.
Fatto è che l’escluso/incluso è il primo dei due prescelti all’interno degli idonei tecnico-amministrativi.
E così sia.
… Ajó, a ite a pessare male?! At a èssere unu “come volevasi dimostrare”… cioè scegliere, a manera de no istare duiddui, “custu eja custu nono, custu eja custu nono”, e invetze… eccolo qui!
Ndh’apo connotu calicunu de “concorso” (comunale) con tutti i “crismi della legalità”: unu muntone mannu de FINZIONE burocràtica, ‘zogos’, fintas, lah, e no faedhemus de sas ispesas (ma custas ‘serbint’ a dare “lavoro”, no importat si a pistare abba, pèrdere tempus e fàghere fumu, no solu in ogros ma fintzas solu fumu e chentza ischire canta cosa semus brusiendhe… Iscusade, apo irmentigadu su peràula ‘magica’: fàghere piagheres; e de su restu, e chentza lu dèpere mai pònnere “tra parentis”, a tropu Sardos piaghet su fumu che a zente irbariada: sinono candho mai no aimus cumpresu su dannu disastrosu de su muntone de sos fogos donzi istiu brusiendhe a nois etotu?!).
Est bellu a andhare e mandhare sas cosas innoromala: sinono no tenimus nudha ne de aprofitare e ne de prànghere!