Il silenzio della Sardegna sui morti L’Istituto Superiore di Sanità ha svolto un’indagine sul Covid 19 e le RSA in Sardegna. Hanno risposto solo il 37% delle strutture interpellate.
Ieri Il Corriere della Sera (non Lotta Continua che non si stampa più, o Il Manifesto) ha pubblicato un’indagine dalla quale risulta che la media nazionale degli anziani morti in RSA e/o case di riposo è del 20% circa; in Sardegna la percentuale sale al 45%.
Personalmente fui tra i primi a dire e scrivere che è stata clamorosamente sbagliata la politica della regione, dei dirigenti sanitari e di molti sindaci sulle Rsa. Adesso il problema è se questa responsabilità è ricostruibile. Chi ha dato gli ordini e perché? Perché, una volta partite le infezioni, anziché tirar fuori i negativi e isolarli, si è scelto di chiudere tutti dentro?
L’informazione a miscia miscia I giornali non riescono ad essere espliciti: La Nuova Sardegna – in grave crisi di vendite e in cerca di acquirenti – ha scelto la funzione di copertura di qualsiasi cosa dicano e facciano il sindaco di Sassari (con annesso Rettore; eclatante la cortina di fumo stesa sullo sceriffismo sassarese) e il Presidente della Regione, quindi Sassari viene raccontata meglio da Cagliari.
L’Unione Sarda, dopo l’inchiesta di Ivan Paone sull’origine del contagio a Sassari, dopo gli articoli di Andrea Busia (che rivelano come la magistratura intuisca le responsabilità ma non abbia la benché minima idea di come cominciare ad agire), non affonda per raccontare tutti i giorni ciò che è sotto gli occhi di tutti e cioè che a Sassari c’è un’epidemia, che è stata sottovalutata e coperta in modo maldestro, che a Casa Serena sin dal 21 marzo si poteva intervenire e non sembra lo si sia fatto ecc. ecc.
Il virus ci colpirà di nuovo per menzogna reiterata È proprio questo silenzio o questa cronaca intermittente che consente che passino impudentemente annunci di riapertura nonostante non si sia capito un fico secco di ciò che realmente è successo.
Lassismo e autoritarismo, il solito coretto a due voci italico.
Misteri sanitari Entrambi i giornali, peraltro, potrebbero fare ciò che non fanno: andare a rileggere le barzellette propinate nell’ultima decade di febbraio, la disinvoltura con la quale non si dotò il personale sanitario delle apparecchiature di sicurezza, il disordine negli accessi ad alcuni Pronto Soccorso ecc. ecc.
Come pure potrebbero raccontare ciò che è stato solo parzialmente raccontato. Prendiamo ad esempio ciò che ha detto Vito Biolchini qualche giorno fa sulla fornitura di tamponi fatta da un’azienda privata al Brotzu. Non è una notizia banale e ingenua. Anzi, a frugare bene dentro le due delibere del Brotzu di cui si occupa (magistrale la cancellazione nella seconda versione della natura dell’accordo: nella prima versione era assimilato al ‘comodato d’uso’, nella seconda…? Boh, non si sa), si scopre una cosa incredibile: mentre vengono prestati con modalità assolutamente non protette i dati clinici dei pazienti sottoposti a tampone, sono duramente secretati i dati della società privata – e delle sue controllanti – che conduce la sperimentazione, prevedendo addirittura la distruzione delle carte relative ai rapporti tra il Brotzu e la società.
Io sarò fissato con la privacy (come tutti quelli che se l’hanno vista violata impunemente) ma che i dati clinici viaggino senza tutela e quelli societari siano secretati è questione veramente troppo grossa per essere taciuta.
Infine, e questa è la cosa più bella, i risultati della sperimentazione sono esclusivamente della società (ecco perché scompare il comodato…). Quindi il Brotzu mette la polpa, cioè i dati e i reagenti, la società mette personale, software e tamponi (i bastoncini e i terreni) e si tiene i risultati (i quali senza i dati dietro sono inutilizzabili). Ok, perfetto.
La fame, la peste secondaria Nel frattempo la fame avanza. Prestare denaro alle aziende vuol dire invitarle a indebitarsi. Una genialata italica. Praticamente accederanno ai mutui propagandati in questi giorni le aziende forti che avevano già previsto investimenti e che magari possono spostarli in avanti con mutui più vantaggiosi. Il resto è fuffa.
Domani o dopo (dipende dall’umore) ci dedicheremo ai sussidi alle persone, magari dando qualche consiglio a chi avesse piacere di ascoltarlo.