Se il virus ha un’incubazione, prevista, di 14 giorni, se il virus viaggia attraverso le persone, se contenere il virus significa imporre a ciascuno di noi una vita “ritirata” per alcune settimane, se questo è necessario per non rischiare la crisi del sistema sanitario, soprattutto delle strutture destinate all’emergenza urgenza e agli interventi di terapia intensiva salva vita, se tutto questo è vero, varrebbe la pena che l’insieme dei servizi non essenziali fossero sospesi. Subito e non quando non servirà a nulla.
I dipendenti delle PP.AA., tutte, piuttosto che quelli dei servizi privati che possono provvedere, comunque, con sistemi online, che non siano impegnati sul fronte sanitario e/o sociale, su quello dell’ordine pubblico e dei servizi necessari alle comunità e alle persone in condizione di bisogno, potrebbero con provvedimenti attivabili dalle autorità locali e regionali essere posti nella condizione di rimanere a casa. Rimanere a casa e non affollare mercatini rionali o chioschi/bar, stando assiepati uno addosso all’altro.
Se muoversi dalle regioni più colpite e invadere quelle con meno contagi è rischioso, gli impedimenti non possono essere timidi, devono essere rigorosi. Le quasi misure finirebbero per non essere misure, questo vale per ogni tipo di responsabilità di governo.
Dopo di che una cosa va detta, senza aver paura di apparire il solito solista che alza la voce mentre tutti fanno gli allineati. La nostra Regione è apparsa lenta, poco attenta ai processi in corso, debole nella prevenzione e nell’organizzazione degli strumenti indispensabili alla tutela degli operatori sanitari, quelli più impegnati sul terreno dell’emergenza, alla organizzazione e potenziamento dei servizi medici e ai presidi territoriali, alla severità nell’ostacolare le possibili cause di diffusione del contagio dall’esterno. Questa è la realtà di una pubblica amministrazione che sta impostando la propria organizzazione sul piano del rapporto fiduciario, piuttosto che su quello dell’esperienza e della competenza. Tutto questo davanti ad una incomprensibile disattenzione da parte delle autorità governative preposte al controllo.
Questa grave epidemia, come ogni vera difficoltà, scoprirà ancora una volta i limiti della politica delle apparenze, delle veline alla stampa. Forse tornerà – se impariamo – la politica che governa, robusta nella sostanza, riconosciuta per l’impegno. Se prima non verrà distrutta dal virus del qualunquismo.
Si scrive al lupo al lupo ma non si fa una cosa di buon senso: rinviare le scadenze fiscali!! Se qualcuno ha la scadenza del ricorso tributario o altro deve correre negli uffici con le relative conseguenze. Perché non scrivere di situazioni concrete?