Il Disegno di legge sulla riforma del processo penale appena approvato dal Consiglio dei Ministri (eccolo qua) ha osato prevedere (art. 3 lettera f) che se i Pm violano i tempi previsti per la notifica del fine indagini, udite udite, incorrano un «illecito disciplinare quando il fatto è dovuto a negligenza inescusabile». Una cosa gravissima! Accipicchia.
Pensate poi che, mentre la norma prevede tempi definiti per le indagini preliminari, il massimo che può accadere se un PM li viola, è l’inutilizzabilità delle prove ottenute dopo la scadenza. Ovviamente un callidissimo Pm si guarderà bene dall’iscrivere subito un sospettato nel registro degli indagati e baderà piuttosto ad aprire un’indagine contro ignoti, seppure in realtà indaghi la persona sospettata. Quindi? La solita recita, con l’unica nota positiva che si sta comprendendo come il processo non inizi col processo, ma con le indagini.
Ma c’è una novità. I magistrati si sono offesi per la piccola sanzione prevista, l’illecito disciplinare dovuto a negligenza inescusabile. Si sono offesi perché il ministro non glielo aveva detto durante i tavoli di confronto. Traduco: la legge è stata scritta da magistrati per magistrati, ma un ministro ha osato prevedere di aggiungere la facoltà di mettere una piccola nota sul registro al magistrato che sbaglia. Lesa maestà: qui il documento dell’ANM. Il Segretario dell’ANM dichiara a Radio anch’io: «Prevedere sanzioni per i magistrati sarebbe un messaggio sbagliato e ingeneroso». Altro che poteri subordinati alla legge. Tutti, se sbagliano, pagano. Solo ipotizzarlo per i magistrati è ritenuto sbagliato, pensate un po’! I cittadini debbono stare in galera per il rischio di reiterazione del reato; il magistrato che sbaglia non deve neanche essere sanzionato. Anzi: non si deve neanche pensare di farlo. Siamo al potere assoluto. La richiesta di Salvini dei pieni poteri impallidisce dinanzi a queste pretese.
Ma ovviamente non vi è un partito che dica nulla, il sovranissimo Capo dello Stato, Presidente del Csm, di fronte ad affermazioni assolutamente contrarie all’equilibrio dei poteri e alla sovranità della legge prevista dalla Costituzione, continua a tacere e a andare in giro per l’Italia a dare buffetti alla gente, a stringere le mani (fuorché a Sassari per gli effetti dell’Armandocoronavirus).
Per sentirci meno soli nell’essere democratici e libertari, segnalo la lettura di questo editoriale di Piero Sansonetti e del documento dell’Unione delle Camere Penali.
Finché I magistrati non saranno responsabili del loro lavoro come tutte le altre categorie di lavoratori e professionisti, in Italia non ci sarà mai una vera giustizia.