Ci sarebbe da discutere dell’appello del Presidente del Consiglio alla sospensione di ogni valutazione critica sulla sua politica in nome della comune lotta alla malattia, ma giacché è chiaro che da qui a qualche giorno l’emergenza riguarderà tutte le regioni d’Italia e che la politica del volemmose bene subirà esami ben più severi dei nostri, mi preme piuttosto dire ciò che tutti pensano, ma non dicono, in Sardegna.
Se l’epidemia fosse esplosa a Cagliari (o a Napoli), che cosa avrebbero detto a Milano, Venezia, Bergamo, Bologna e Mantova, gli stessi che oggi fanno appello ai sentimenti nazionali?
Avremmo assistito a risposte di questo tipo: «Lavatevi»; «Curiamoli in casa loro»; «Si ripristini la Linea Gotica»; «Nessuna assistenza ai parassiti dello Stato».
Invece il pasticcio è esploso a Milano.
Centocinquanta anni di egemonia culturale hanno subito soccorso l’incidente della storia, chiamando il Paese al soccorso, come ha detto il Tg1, «della Regione che produce da sola il 20% del Pil italiano».
Cosa c’entra la forza produttiva con un’epidemia? Poco, o forse molto, ma è significativo che di fronte a un’emergenza sanitaria si senta il dovere di ricordare le benemerenze piuttosto che le inefficienze o, meno colposamente, le leggerezze.
Perché faccio notare che i punti di vista sono condizionati dai punti di forza? Per ricordare a tutti il dovere di reagire interiormente ai punti di vista generati dalla forza e non dalla ragione o dalle ragioni.
Non ce l’ho solo con la Lega (di lotta e di razza), ce l’ho con la nostra educazione alla subordinazione. Ce l’ho con i nostri occhi allenati a vedere sempre e solo le nostre macchie e mai le maschere ufficiali delle rogne dei forti.
Caro Roberto, certo, ha ragione. Tuttavia le chiedo se anche lei non possa pensare che almeno “la razza al potere” avrebbe pensato ciò che io immagino.
Egr. On. (ai miei occhi, sarà sempre meritevole di tale titolo) Maninchedda,
dopo averLa conosciuta (auspico si ricordi di me e consecutivamente della mia residenza milanese) ed apprezzata, leggo – quasi – quotidianamente i Suoi approfondimenti con curioso piacere.
Non Le nascondo che quello odierno mi appare troppo “generalista” nella previsione dei “presunti” commenti dei “nordisti” su un ipotetico contagio nel sud della penisola.
Non se ne abbia, ma ho sentito – liberamente – il piacere di comunicarglielo.
Saluti.