Se ti ammali seriamente in Sardegna, oggi più di ieri, ti curano malissimo. Ma se solo si convocasse una mobilitazione popolare sulle condizioni tragiche e disastrose della sanità, non parteciperebbe nessuno.
Perché?
Perché il sentimento più diffuso porta i singoli a pensare che chi sta male è sempre un altro, cioè che il dolore da incompetenza, maleducazione, sciatteria, disorganizzazione, egemonia massonica o gruppettara, sia sempre qualcosa che riguarda altri.
L’altro giorno, un amico ha ricoverato in un ospedale della Sardegna un congiunto, seguito da un importante ospedale italiano per la sua grave patologia.
I parenti chiedono al primario di parlare col suo collega dell’ospedale italiano.
Risposta: “No, perché mi stanno sul cazzo”.
Questa libera volgarità, questo pressapochismo generalizzato, questa licenza di indifferenza è la migliore immagine dell’abisso nel quale l’ignoranza sarda al potere si diffonde per li rami, dagli aerei ai tessuti.
Ps: Non si chieda al povero amico mio perché non ha denunciato il fatto. Non lo si chieda, perché il povero amico mio deve vivere qui e deve curare ancora il suo parente e per questo, in questo mondo sardo di ricatti impliciti, è pronto a subire tutto. L’educazione è l’unica, profonda, rivoluzione.
Parzialmente in disaccordo, soprattutto con la conclusione. Denunciare il malcostume aiuterebbe se stessi e gli altri a che determinati comportamenti non vengano, nel tempo, reiterati.
Personalmente ho segnalato in via gerarchica (disposto a giungere ad un esposto ala procura) la sparizione di parte di una cartella clinica, poi riapparsa.
Sottostare alla sciatteria, per quanto ne capisca le ragioni di fondo, aiuta la sua proliferazione.
Vorrei complimentarmi con chi fa la ricerca sulle foto che vengono abbinate agli articoli. Sempre molto appropriate e ben fatte! ❤️
P. S. Posso scrivere che 6+3=10? (questo a proposito dell’articolo – piccola ribellione al sistema 😉)…… Ma il SISTEMA ti obbliga a scrivere quello che vuole lui…. 😄 😄