Oggi, 1 dicembre 2019, 1 domenica di Avvento, La Nuova Sardegna dà la notizia dell’avvenuta richiesta di archiviazione dell’accusa, mossa dalla Procura di Oristano a un funzionario della Asl di Nuoro, sui dati epidemiologici dell’area del Marghine e sulle autorizzazioni regionali al rewamping dell’inceneritore di Tossilo.
In realtà quello della Procura di Nuoro era un atto pressoché dovuto dopo l’ordinanza del giudice Amato sul dissequestro dei lavori, nella quale il Giudice aveva dimostrato come la Procura di Oristano, pur disponendo degli atti che dimostravano la correttezza del comportamento della povera funzionaria (che intanto ha dovuto difendersi, pagare avvocati, contenere la rabbia, dominare la paura), aveva fornito una ricostruzione dei fatti che ne prescindeva. Ne abbiamo già parlato, ma per rinfrescare la memoria a chi pensa di usare la forza dello Stato per far paura alle persone normali, lo ricordiamo.
La Nuova, smaltita l’ubriacatura del linciaggio e forse subodorando le difficoltà imminenti su altri versanti, parla di ‘fine della caccia alle streghe’. Non finisce un beneamato nulla.
Adesso comincia il girone di ritorno, quello nel quale, a carte ferme, i cittadini liberi, non intruppati, vilipesi, maciullati e offerti in pasto all’opinione pubblica con orchestrate campagne di stampa cui sono seguite (come un riflesso pavloviano) immediate indagini giudiziarie, possono, senza rischio di manette, far valere il loro diritto, sempre che il dolore e l’amarezza non si traducano in malattie che rubino loro il tempo, il tempo della giustizia.
È la prima volta che la Procura di Oristano prende legnate in giudizio? Assolutamente no.
Sto ricostruendo, attraverso gli atti pubblici e consolidati, gli esiti delle inchieste degli ultimi anni contro le pubbliche amministrazioni dell’Oristanese e del Marghine.
Poi farò io una conferenza stampa.
Sto raccogliendo le sentenze di assoluzione: una carrellata di smentite di barocchi castelli accusatori (vogliamo ricordare la richiesta di archiviazione a favore di un sindaco su una gara d’appalto, rispetto alla quale l’accusa, che portò a un clamoroso arresto, si fondò su una testimonianza di un testimone, smentita per tabulas in atti già disponibili per la Procura ai tempi dell’arresto? O vogliamo leggere la recente sentenza di assoluzione degli amministratori di Bosa sui lavori per la diga foranea?).
No, dopo che gli atti sedimentano, chi li ha subiti non può tacere e non tacerà, anzi, già non ha taciuto.
Tuttavia si può giocare al gioco del Linciaggio con La Nuova Sardegna. In questo articolo, uno dei tanti del tritacarne di ottobre, si legge che il modo per favorire dei candidati rispetto ad altri fu indicare loro, nell’universo dei test pubblicati per il concorso per infermieri, quelli dai quali sarebbero state selezionate le domande d’esame. Questo insieme di domande sarebbe stato costituito dalle sole domande scritte in minuscolo nell’elenco di 1500 domande pubblicato sul sito della Asl per tutti i candidati.
La tesi, non so se dell’Accusa (che sarebbe gravissimo) o della Nuova Sardegna (che non sarebbe una novità) è che un componente della Commissione avrebbe fatto sapere ai suoi amici che le domande somministrate sarebbero state attinte solo dalle domande pubblicate in minuscolo.
L’universo delle 1500 domande e quelle delle tre batterie somministrate durante il concorso sono in rete.
Io faccio il filologo di mestiere e sono abituato a controllare tutto; ebbene, in ciascuna delle batterie di domande somministrate all’esame per il concorso ve n’è almeno una attinta da quelle pubblicate in maiuscolo, il che significa che nel monte complessivo delle domande da cui sono estratte le 30 domande di ogni batteria (perché si capisce perfettamente che le domande sono state elaborate da una società che ha avuto un monte di domande da cui estrarre i tre gruppi poi somministrati), vi erano anche domande attinte dal gruppo delle domande in Maiuscolo.
Mi auguro che nessuno sia in galera per una panzana così grande e così facilmente accertabile come quella che sostiene che le domande erano attinte tutte dal gruppo delle redatte in minuscolo.
Poi, di panzane, ve ne sono delle altre, ben più gravi, che meritano ben altri interlocutori, ma devo aspettare per capire se sono dell’Accusa o della Nuova.
Quindi, la caccia alle streghe sarà forse finita per i cacciatori, ma le ‘streghe’ sopravvissute vorranno giustizia.
Allora, intanto Lei che parla di meritocrazia si firma con un nome palesemente falso. Che meriti pensa di avere? Secondo: giustissimo ciò che dice, chi potrebbe negarlo’ Però, vede, il caso Palamara ha rivelato che se c’è una corporazione dove il merito non conta, questa è la magistratura. E dunque: quis custodiet custodes? Da chi veniamo giudicati, da persone che fanno carriera per l’appartenenza a una delle correnti dell’Associazione Nazionale Magistrati? Ha potuto leggere o ascoltare la recente relazione del Presidente dell’ANM che ha denunciato esattamente ciò che denuncio io? La meritocrazia è lontana da tanti luoghi in Italia, ma lo è molto dalla magistratura.
Sicuramente trovo doveroso che chi subisce azioni ingiuste da parte del potere giudiziario reagisca ai sensi di legge. Questo però non significherebbe che in Sardegna non sia in auge un sistema immeritocratico tipico della corruzione clientelare che ha distrutto il resto d’Italia. Purtroppo sappiamo bene tutti che spesso le inchieste sono fatte per essere archiviate da quella parte della magistratura deviata dalla politica. Dovere di ognuno, in una Democrazia è pretendere il rispetto dei propri diritti e delle regole.
Egregio Rizzuti (ma perché non sceglie un nome de plume diverso?), evidentemente non ci conosciamo. Chi ha condotto la battaglia per una sanità diversa, io o lei? Le tracce di ciò che ho fatto io sono agli atti. Chi fece votare la norma che imponeva l’equilibrio di bilancio alle Asl, io o Lei? Chi pretese un giudizio sui DG basato non sulle appartenenze politiche ma sui risultati, io o Lei? Chi fece votare la norma che limitò l’uso degli interinali, io o Lei? Su chi poi si è indagato? Su di me, ovviamente, perché a scoperchiare davvero la fogna fetida della sanità, come dice Lei, ci vuole onestà e coraggio, e dunque è preferibile perseguitare per anni l’unico che era estraneo al grande circo urbano, amorfo, apolitico, che ha sempre governato la sanità sarda piuttosto che aprire il tombino da tanti, troppi, frequentato.
Egregio Professore,
avrei tanto piacere che fosse Lei a fugare i miei dubbi, non commenti da bar, sulla trasparenza delle procedure di nomina dei direttori generali e dirigenti vari delle ASL. È così sicuro che in questi ultimi 20 anni siano stati scelti in virtù di un curriculum inattaccabile? Potrebbe garantire a noi poveri ingenui che nomine, carriere, indennità, premi di produttività siano state pesate con rigore in aderenza alle leggi e ai meriti? È davvero convinto che la sanità sia un fiore all’occhiello della nostra Regione e non un pesante fardello? Se questi li dovesse ritenere commenti da bar cestini pure le mie osservazioni. Saprò farmene una ragione e osserverò sconsolato la fetida palude clientelare che ingoia senza tregua diritti e speranze di noi poveri ingenui.
Stia al merito, signor Rizzuti, il merito. Qui il merito è che di minuscolo c’è la Giustizia e di Maiuscolo le panzane. Ha accuse specifiche da fare? Le faccia. NO? Non ne ha? Taccia. I commenti qualunquistici da bar se li tenga, non venga ad esplicitarli nel blog di chi combatte da una vita contro i luoghi comuni.
Siamo tutti vaccinati e piuttosto in là con gli anni per credere alla colossale panzana delle carriere dirigenziali nelle Asl avvenute per titoli e meriti e non per vicinanza con i partiti al governo delle regioni compresa la nostra. Credere a questo è come credere alla fata turchina o alla corrente sfusa venduta in bottiglia.
Le riforme non bastano più. Sulla responsabilità civile dei magistrati è stato fatto anche un referendum che è rimasto lettera morta: ci vogliono le Rivoluzioni…e i tribunali speciali che giudichino i magistrati, affinché non vengano giudicati dai loro amici e complici.
Purtroppo non è solo Oristano. OMISSIS, è risaputo in tutto l’ambiente degli avvocati, e non solo , risulta essere una delle Procure italiane più legate a logiche di Carriera e Sindacali, dove le indagini e sentenze sono già scritte prima di cominciare e noi avvocati non serviamo più a nulla, tranne pochi che ,è risaputo anche questo, sono confidenti.
La cosa drammatica in Italia è che nessuno di questi magistrati che persegue ingiustamente degli innocenti poi ne abbia responsabilità.
Forse è questa la riforma più urgente della giustizia che s’ha da fare.