In Sardegna succede spesso che, invece di ribellarsi agli imprenditori che li hanno inguaiati, i lavoratori (per non dire i sindacalisti) difendano i loro carnefici e si scaglino contro nemici immaginari, confondendo così l’opinione pubblica e i giornali.
Nella sua drammaticità, il caso della Rwm (la fabbrica di bombe di Domusnovas) rispetta lo stesso schema.
Ha forse il parlamento italiano deciso che nel nostro paese non si debbano più produrre armi? Certo che no.
Piuttosto il parlamento ha deciso, con una mozione votata lo scorso 26 giugno (primo firmatario il deputato sardo del M5S Pino Cabras), di far rispettare rigorosamente una legge (la 185 del 9 luglio 1990) che disciplina il commercio di armi, vietandone la vendita a stati in guerra e che violano i diritti umani, in particolar modo l’Arabia Saudita.
Perché si è arrivati a questa mozione, approvata dalla allora maggioranza 5 Stelle-Lega e senza alcun voto contrario? In realtà, non l’ho ancora capito, giacché la Rwm ha sempre affermato (e non ho motivo di dubitarne) di non avere mai aggirato la legge 185.
Sta di fatto che però le bombe prodotte nello stabilimento di Domusnovas sono arrivate all’Arabia Saudita che poi le ha utilizzate contro i civili nel terribile conflitto con lo Yemen, come una memorabile inchiesta del New York Times (il New York Times!) ha dimostrato.
Ma se la Rwm ha sempre agito nella legalità (e nessuno ha motivo di dubitarne) perché ora tutti imputano allo stop delle vendite all’Arabia Saudita, determinato dalla mozione parlamentare, la causa dei licenziamenti annunciati? Se non ha mai esportato bombe in modo illegale, perché ora la Rwm deve ridimensionare la sua forza lavoro?
È solo una domanda. Una bella domanda.
E (sia detto per assurdo, per ipotesi di scuola) quale quota di produzione avrebbe dovuto destinare la Rwm all’Arabia Saudita tale da giustificare ben 160 tra licenziamenti e mancati rinnovi contrattuali nella fabbrica di Domusnovas?
Non è che vendendo bombe ad un paese in guerra, e questo palesemente contro il dettato della legge italiana, la società tedesca (perché la Rwm, ricordiamocelo, è tedesca) ha fatto un grande business che si è tradotto poi, anche banalmente, nell’aumento di forza lavoro nella fabbrica di Domusnovas che ora però, dopo la sacrosanta mozione, non è più sostenibile?
Anche perché la Rwm in questi anni ha fatto utili. E che utili! Quattro milioni di euro nel 2015, saliti a dodici nel 2016 e addirittura a 15 nel 2017!
E una società che in questi anni ha fatto tutti questi profitti, ora licenzia 160 persone solo perché una mozione del parlamento italiano riafferma solennemente la necessità di non vendere armi ad un paese impegnato in un conflitto?
E il management della Rwm, così capace di fare super profitti, perché non prova a cercare nuovi mercati anziché licenziare?
Anche queste son belle domande.
Comunque, delle due l’una: o la Rwm non ha mai violato la legge 185 (e allora non si capisce perché debba licenziare tutta questa gente), oppure l’ha violata in maniera massiccia e allora si capisce benissimo perché adesso 160 persone rischiano di andare per strada.
Dunque, di chi è la responsabilità dei 160 licenziamenti nella fabbrica di Domusnovas? Del parlamento italiano, di una società che in questi ultimi anni ha ampliato a dismisura il suo business o dei terribili “pacifisti”?
Non lo so, ditemelo voi.